Non è mai stato così semplice come oggi riempire la casa di musica grazie a una varietà di prodotti audio che possono combinarsi tra loro per creare sistemi musicali multi-room.
In poco tempo l’audio multi-room è passato da una costosa fantasia a una realtà approcciabile da quasi tutti. Non è infatti più necessario tirare cavi o installare complessi sistemi di controllo per inviare i vostri brani preferiti in tutta la casa. Ora infatti si può controllare tutto tramite smartphone e, in alcuni casi, anche solo con semplici comandi vocali.
Per di più gli speaker wireless sul mercato che supportano installazioni multi-room sono sempre più numerosi e non parliamo solo di “specialisti” del settore come Bluesound e Sonos, ma anche di brand hi-fi come Arcam e Audio Pro e giganti come Amazon, Google e Samsung.
Cos’è l’audio multi-room?
20 anni fa un sistema multi-room casalingo avrebbe significato un sacco di cavi (che poi bisognava nascondere alla vista) e un sacco di soldi. Oggi installatori esperti possono offrire un sistema di prim’ordine con una spesa molto più contenuta, ma una soluzione wireless e fai da te è sicuramente più semplice e ormai alla portata di tutti.
Sia che vogliate allestire un nuovo sistema audio casalingo da zero, sia che vogliate aggiornare una configurazione hi-fi esistente, multi-room significa utilizzare diversi speaker wireless (da due in su) all’interno delle mura domestiche. Questi comunicano tra loro e possono essere controllati tramite un’app su smartphone, tablet o PC e, in tempi più recenti, anche con la voce. È quindi possibile creare diverse “stanze musicali” e riprodurre la stessa traccia in tutte le stanze dov’è presente uno speaker o brani diversi in stanze diverse.
Potete ascoltare musica in streaming da servizi come Apple Music, Spotify e Tidal (a condizione che abbiate sottoscritto i rispettivi abbonamenti), riprodurre la vostra musica da un dispositivo di archiviazione (NAS) connesso alla rete o da un computer o ascoltare musica in streaming direttamente dallo smartphone. Produttori come Sonos, Pure e Yamaha sono stati tra i primi nella scena multi-room, ma da allora sono stati raggiunti da moltissimi altri brand come Bose, Denon, LG, Panasonic, Samsung e Sony e, più recentemente, da Amazon, Apple e Google.
Di cosa avete bisogno per iniziare?
Le gamme di prodotti multi-room non includono solo gli speaker wireless e speaker smart, ma anche soundbar, ricevitori AV, amplificatori stereo e streamer di rete. Ci sono inoltre elettroniche come il Sonos Connect che possono collegare un sistema hi-fi esistente e datato a un sistema multi-room
Come funzionano i sistemi multi-room?
Ci sono essenzialmente due modalità in cui i sistemi multi-room funzionano, ovvero creando una rete mesh o usando il Wi-Fi tradizionale. Sonos, uno dei pionieri dei sistemi multi-room anche grazie alla facilità di utilizzo dei suoi prodotti, sfrutta una rete di tipo mesh. Ciò significa che, inizialmente connessi alla rete domestica, gli speaker Sonos formano una rete interna per comunicare con l’app di controllo. In questo modo non si utilizza il Wi-Fi di casa quando si streamma la musica e ciò tende a rendere il sistema più stabile.
La maggior parte degli altri sistemi multi-room però si connette e comunica tramite il Wi-Fi domestico. Ciò significa che l’intero sistema dipende dalle prestazioni e stabilità della rete Wi-Fi. In ogni caso si deve scaricare l’app dedicata per ciascuna marca per creare e controllare un sistema multi-room. Tutti i brand menzionati fin qui hanno la loro. Sonos ha Sonos Controller, Bluesound ha BluOs Controller, Denon ha HEOS, Yamaha utilizza MusicCast, Sony si affida a Music Center, Bose utilizza SoundTouch, B&O ha l’app BeoLink e così via.
Nella maggior parte dei casi, quando si parla di multi-room, si è legati all’ecosistema di un singolo produttore e quindi non è possibile combinare ad esempio uno speaker Sonos con uno Bluesound.
Non è però obbligatorio rimanere legati a un unico brand. Se infatti si vogliono combinare prodotti di marchi diversi, lo si può fare utilizzando l’app DTS Play-Fi, lo streaming tramite AirPlay 2 di Apple (quando sarà disponibile entro la fine dell’anno) o il Google Chromecast integrato. Ricordiamo che ci sono due sottili differenze in ambito multi-room: si può infatti trasmettere audio da più sorgenti a più dispositivi e più stanze (Sonos o DTS Play-Fi) o da sorgenti singole a più dispositivi e stanze (AirPlay 2 e Chromecast ).
DTS Play-Fi
Invece di creare un’applicazione da zero per il proprio ecosistema multi-room, i produttori possono sfruttare l’app di DTS Play-Fi, che consente di ascoltare musica in streaming su dispositivi di produttori come Arcam, McIntosh, Klipsch, Onkyo, Pioneer, Martin Logan, Polk e Rotel. Potete anche ascoltare musica in alta risoluzione utilizzando l’app e mischiare e abbinare anche brand diversi, sebbene DTS raccomandi un massimo di 32 dispositivi collegati prima che le prestazioni del sistema inizino a risentire di un eccessivo affollamento (ma 32 è un numero spropositato per un sistema casalingo).
AirPlay 2
AirPlay 2 è l’attesissimo aggiornamento del protocollo di streaming proprietario di Apple, che, una volta arrivato sul mercato, permetterà di ascoltare musica in streaming da un dispositivo iOS (iPhone o iPad) a più di un prodotto. In questo caso non c’è un’app separata da scaricare (si tratta di una funzione già integrata in iOS) e si può riprodurre musica in streaming con la stessa semplicità del Bluetooth. Insieme ad Apple con il suo nuovissimo speaker smart HomePod, Naim, Libratone, B&W, B&O e Dynaudio sono solo alcuni dei produttori che hanno confermato il supporto ad AirPlay 2.
Google Chromecast integrato
Il Chromecast di Google è un altro modo per trasmettere musica in streaming su più dispositivi di vari brand, grazie a un’ampia gamma di prodotti che lo supportano passando dai televisori e dalle soundbar agli speaker wireless e smart come Google Home. Il suo punto di forza principale rispetto ad AirPlay 2 è che Chromecast è aperto a tutte le piattaforme, mentre AirPlay, come appena detto, funziona solo con i dispositivi Apple.
Amazon Echo e Alexa
Sebbene in Italia non siano ancora distribuiti in via ufficiale, è anche possibile collegare gli smart speaker Echo di Amazon (Echo, Echo Plus ed Echo 2) per creare un’installazione multi-room tramite l’app Alexa.
Che parte ha il controllo vocale?
Una nuova funzione introdotta dal 2016-2017 è stata l’aggiunta di assistenti vocali integrati negli speaker wireless. Amazon Alexa e Google Assistant sono ora disponibili su alcuni diffusori e sistemi multi-room, con una serie di produttori che collabora con l’uno o l’altro. Il diffusore Sonos One ad esempio è il primo a integrare Alexa (oltre agli speaker Echo naturalmente), che è un ottimo modo di aggiungere il controllo vocale in un sistema multi-room Sonos esistente.
LG nel frattempo ha abbandonato la propria tecnologia MusicFlow e ha scelto Google Assistant per i suoi prodotti. Un altro modo per implementare il controllo vocale consiste semplicemente nel collegare l’Amazon Echo Dot o il Google Home Mini (entrambi però non ancora disponibili in Italia) all’attuale impianto hi-fi, AV o multi-room.
Com’è la qualità audio di un sistema multi-room?
Visto che un impianto multi-room ha come suo centro nevralgico proprio la musica, è logico supporre che la qualità audio sia al centro di tutto, ancor prima della facilità di installazione, della ricchezza di funzioni e di altri parametri comunque importanti. La maggior parte dei sistemi multi-room supporta lo streaming audio con qualità CD (16 bit/44,1kHz), ma ci sono anche sistemi (come quelli di Bluesound, Denon, Yamaha e Harman Kardon) che supportano lo streaming hi-res fino a 24 bit/192kHz.
Con questo non vogliamo dire che il supporto hi-res significhi automaticamente una migliore qualità dell’audio, anche perché di solito questi sistemi non brillano nella trasparenza necessaria a sfruttare al massimo le registrazioni hi-res di buona qualità. In ogni caso a nostro avviso Sonos (i cui prodotti mancano finora del supporto hi-res) continua a offrire la migliore esperienza multi-room complessiva. Ha la migliore app, la più ampia gamma di servizi integrati e soprattutto suona bene, oltre ad aver rinnovato costantemente la propria gamma di prodotti nel corso degli anni e ad avere espanso le funzionalità multi-room.
Come ottima alternativa segnaliamo MusicCast di Yamaha, che si distingue per la versatilità e offre il supporto ai formati audio hi-res.
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.