In vista della recensione, l’evento di lancio del Sonos Amp ci ha permesso di passare un po’ di tempo con questo tanto atteso erede del Connect:Amp.
Dopo aver focalizzato la propria attenzione negli ultimi anni sui diffusori wireless, Sonos è tornata alle origini con Sonos Amp, il suo ultimo prodotto in ordine di tempo disponibile anche in Italia a 699 euro. Come lo ZonePlayer 100 e il Connect:Amp (precedentemente noto come ZP120), il nuovo Sonos Amp è progettato per offrire tutte le capacità di streaming di Sonos in un’unità in cui è possibile aggiungere qualsiasi diffusore hi-fi.
Sonos Amp va però oltre offrendo anche una serie di funzioni provenienti dalla soundbar Sonos Beam, che lo rendono il prodotto Sonos ideale anche per i fan dell’Home Cinema che desiderano migliorare la qualità audio del loro set-up. In attesa della recensione completa che ci farà capire se il produttore americano avrà o meno raggiunto questi obiettivi così ambiziosi, abbiamo avuto l’occasione di provare per un po’ di tempo il Sonos Amp e queste sono le nostre prime considerazioni.
Costruzione
Patrick Gall di Sonons descrive il nuovo Amp come un Connect:Amp “dopato”, riferendosi non tanto all’aspetto esteriore quanto più a ciò che troviamo sul suo interno. Il nuovo modello è probabilmente il più snello tra i due e infatti, come dimensioni, l’Amp è leggermente più piccolo del vecchio modello. La nuova forma è il risultato della fruttuosa partnership tra Sonos e diversi installatori custom, che hanno a lungo utilizzato Connect:Amp nei set-up dei loro clienti nonostante non fosse mai stato destinato a questo tipo di utilizzo. Questa volta invece Sonos ha deciso di creare un prodotto in grado di soddisfare meglio le esigenze degli installatori custom.
Le nuove dimensioni rendono infatti l’amplificatore più adatto al posizionamento in un rack hi-fi e più facile da nascondere alla vista. È anche impilabile visto che più amplificatori possono essere posizionati l’uno sopra l’altro in una posizione centrale, con i cavi dei diffusori stesi nelle varie stanze della casa. Questo è il tipo di cosa che può funzionare davvero bene nelle installazioni domestiche più particolari.
Persino per gli standard di Sonos questo è un dispositivo che non colpisce certo per la sua estetica. È disponibile solo in colorazione nera e ha solo tre “pulsanti” sensibili al tocco sulla parte anteriore: uno per la riproduzione/pausa e due che cambiano l’uso con il contesto, ma che servono principalmente per aumentare o diminuire il volume.
Gli interni del nuovo amplificatore sono stati riempiti alla perfezione, quasi senza lasciare alcun spazio vuoto tra un componente e l’altro. Questo, ovviamente, crea un problema di raffreddamento, ma l’Amp è progettato per far passare l’aria da sotto ed espellerla dall’alto, il tutto senza l’utilizzo di alcuna ventola. In altre parole, dovrebbe essere più o meno silenzioso in uso, ma non dovrebbe diventare troppo caldo.
Caratteristiche
Sul retro dell’amplificatore troverete tutte le connessioni del Connect:Amp (due coppie di terminali per diffusori, un’uscita subwoofer, due prese Ethernet e un ingresso analogico stereo), con l’aggiunta della novità più importante rappresenta da una porta HDMI-ARC. Questa porta sul Sonos Amp tutte le funzioni di partnership con il TV di Sonos Beam, inclusi il passaggio automatico all’audio TV quando richiesto e il controllo del volume tramite il telecomando originale del TV.
Come per la soundbar Beam, l’Amp è progettato per l’utilizzo in sistemi con poche sorgenti video, in cui tutti i dispositivi sono collegati direttamente al televisore e il loro audio viene poi reindirizzato all’Amp tramite ARC. Ciò potrebbe risultare restrittivo per gli utenti di home cinema più “seri”, ma per il pubblico a cui è destinato il Sonos Amp offre una configurazione semplice ed efficace.
Come già succede con Beam, Playbar e Playbase, due diffusori Sonos (come i One) possono essere utilizzati come canali surround, oppure potete aggiungere un secondo amplificatore collegato a qualsiasi altro diffusore aggiuntivo creando un sistema 4.0, o anche 4.1 se si aggiunge un subwoofer cablato o il subwoofer Sonos wireless. Non c’è invece modo di creare un sistema 5.1 visto che non c’è uscita per un canale centrale. Sonos dice che non è un problema, in quanto Amp crea un canale centrale fantasma attraverso un’elaborazione accurata e precisa.
Più o meno all’estremità opposta dello spettro del caso d’uso, l’Amp può essere impostato in uscita in dual-mono in modo che invii lo stesso audio a entrambi i diffusori. Uno scenario che può essere utile se state usando diffusori da soffitto o da esterni dai quali non volete ottenere un’immagine stereo. Su questo versante Sonos ha collaborato con Sonance per creare la gamma di diffusori Sonos Architectural by Sonance, che comprende uno speaker da incasso, un altoparlante da soffitto e un altoparlante esterno.
Questi non sono diffusori Sonos nel senso comune, ma speaker passivi progettati per integrarsi con i prodotti Sonos in termini di finitura e carattere sonoro. Se si collega l’amplificatore a una coppia di diffusori Sonance, è possibile utilizzare la funzione Trueplay per ottimizzare il suono nella stanza. Con altri diffusori questo non è possibile.
Inoltre, il Sonos Amp è stato progettato per essere più flessibile del Connect:Amp quando si tratta di alimentare diffusori di terze parti, in particolare per l’aumento di potenza da 55W a 125W. Ciò lo rende molto più capace nell’alimentare diffusori più grandi e più esigenti. Nella nostra breve prova ad esempio abbiamo assistito a una demo del Sonos Amp che alimentava due diffusori da pavimento decisamente massicci come i B&W 804.
Ovviamente l’Amp ha anche tutte le capacità di streaming musicale di ogni altro dispositivo Sonos e quindi consente di accedere alla musica praticamente da ogni servizio streaming. Se però speravate che Sonos avrebbe fatto qualche concessione all’audio hi-res, rimarrete delusi. Il brand americano infatti continua ad attenersi alla sua posizione consolidata sulla musica in alta risoluzione e così, anche con l’Amp, non si va oltre al supporto per uno streaming audio lossless con qualità da CD.
L’app Sonos continua ad essere un ottimo modo per controllare questi prodotti, ma l’azienda sta facendo passi da gigante per rendere il suo sistema sempre più a mani libere e dipendente dai controlli vocali. Il Sonos Amp non integra un microfono, ma risponde ai comandi vocali impartiti ai dispositivi con a bordo Alexa e Siri, inclusi naturalmente Sonos One e Beam (e non manca AirPlay 2).
Sonos ha anche introdotto l’opzione di disattivare il Wi-Fi su tutti i suoi dispositivi dell’azienda, incluso l’Amp. Per molte persone non c’è motivo di farlo, ma per coloro che preferiscono una connessione via cavo più veloce e più robusta e vorrebbero eliminare una potenziale fonte di interferenza questa possibilità tornerà sicuramente utile.
Qualità audio
La nostra prima demo audio durante l’evento di lancio prevedeva l’Amp collegato a una coppia di diffusori a parete Sonance, con Trueplay acceso e spento ogni pochi secondi per evidenziare le differenze. In questo caso Trueplay ha fatto un’enorme differenza, aggiungendo un sacco di impatto, attacco e dinamismo. Tutto sembra più nitido e scintillante, ma senza quella eccessiva brillantezza che alcuni diffusori Sonos hanno occasionalmente messo in mostra.
La delusione invece è la scarsa qualità di questo set-up dimostrativo con Trueplay disattivato. Il sound era sì aperto e spazioso, ma dinamicamente piatto e privo di spinta. Se il Trueplay è necessario per far suonare così bene un sistema simile, come si comporterebbe l’Amp se collegato a diffusori che non possono utilizzare Trueplay?
Fortunatamente abbiamo ottenuto una risposta quando si è passati a un impianto composto da un Amp e, come già accennato, da due B&W 804 del valore di circa 9000 euro la coppia. Un piccolo ampli in streaming da 699 euro che alimenta diffusori da pavimento che costano quasi 13 volte tanto potrebbe sembrare un azzardo, ma ciò non si è avvertito affatto nella dimostrazione e lo stesso dicasi per la mancanza del Trueplay. Il volume è stato portato a circa l’85% per mostrare la potenza del sistema e la resa è stata sì potente ma sorprendentemente bilanciata e sofisticata, senza asprezze o distorsioni. I bassi sono stati particolarmente impressionanti: profondi e pieni, ma anche agili e incisivi.
Rimanendo con i B&W ma passando a un TV come sorgente audio, il Sonos Amp ha continuato a stupire, offrendo un ampio palcoscenico sonoro con un’efficace diffusione di effetti, ma anche una buona messa a fuoco e una spiccata chiarezza dei dialoghi, anche se non nella misura in cui ci si aspetterebbe da un diffusore centrale dedicato. Sarà interessante provare il “centrale fantasma” di cui ha parlato Sonos in ulteriori test e scoprire se sperimenteremo ancora il problema della sincronizzazione labiale evidente in questa demo. A tal proposito Sonos ci ha assicurato che il problema derivava dal tipo di setup allestito e che non sarà presente negli Amp messi in vendita (anche questo sarà da verificare).
La demo finale aveva sempre un TV come sorgente, ma questa volta all’Amp erano connessi i due diffusori a parete Sonance, due Sonos Ones come surround e un Sub Sonos come subwoofer. È interessante notare come questa sia stata la dimostrazione meno convincente dell’evento. I problemi di sync sono rimasti anche con questo setup, ma abbiamo notato anche un bel po’ di disparità sonora tra i diffusori Sonance e i Sonos One, nonostante il sistema fosse stato ottimizzato tramite Trueplay.
È stato difficile concentrarsi sulla presentazione generale, con il suono dei singoli diffusori che si rivelava una fonte di distrazione. Non siamo mai stati totalmente convinti dal subwoofer di Sonos e questa demo non ci ha fatto cambiare idea a causa di un suo comportamento un po’ troppo “prepotente”.
Verdetto iniziale
Naturalmente, non trarremo mai conclusioni definitive, né positive né negative, da una breve sessione dimostrativa, ma siamo stati indubbiamente impressionati dal Sonos Amp all’evento di lancio. Il suo design potrebbe essere stato fortemente influenzato dai requisiti del settore dell’installazione personalizzata, ma a livello di funzionalità il Sonos Amp risulta una soluzione ordinata e completa per musica e film, ma anche qualcosa di più sofisticato rispetto alla soundbar Beam.
Suonerà altrettanto bene nella nostra sala prove con una selezione più ampia di musica e film e una maggiore varietà di diffusori? E audio e video saranno sincronizzati correttamente come promette Sonos? Lo saprete presto non appena riceveremo un sample di prova per la recensione completa.
© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
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