Abbiamo testato HEOS 1, HOES 7 e HOES Link per mettere alla prova il sistema multi-room di Denon e capire cos’abbia in più e in meno rispetto a rivali come Sonos, Bluesound e Audio Pro.
Denon è conosciuta soprattutto per i suoi tanti e pluripremitati ricevitori e micro sistemi AV, ma il portafoglio del produttore nipponico non si limita certo a questi prodotti. L’azienda ha infatti una vasta gamma di dispositivi (dalle soundbar ai subwoofer, passando per cuffie e speaker wireless) e tutti, volendo, possono essere collegati tra loro tramite il sistema multi-room proprietario HEOS.
C’è una forte concorrenza in questo nascente settore da parte di produttori come Sonos, Bluesound, Audio Pro e altri. Per questo abbiamo voluto testare il sistema HEOS scegliendo lo speaker [amazon_textlink asin=’B01AI6YLZ0′ text=’Denon HEOS 7′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’51b99779-130d-11e8-ab5b-4793b050b6f3′] (online si parte da 499 euro), il più piccolo e potenzialmente portatile [amazon_textlink asin=’B01F6P52WO’ text=’Denon HEOS 1′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’594fe26b-130d-11e8-8910-0fedc67ea6ba’] (circa 200 euro) e il preamplificatore wireless [amazon_textlink asin=’B01EK3SF9A’ text=’HEOS Link’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’62e382f0-130d-11e8-bf8a-d979e528137b’] (circa 400 euro), che consente di integrare nel mix qualsiasi impianto Hi-Fi o AV preesistente. Resta il fatto che per iniziare a sfruttare un impianto multi-room HEOS bastano anche due HEOS 1 spendendo poco più di 400 euro.
Funzioni
Per connettere gli speaker Denon alla rete Wi-Fi di casa, è necessario utilizzare l’app HEOS e collegare un cavo Ethernet sul retro del prodotto o utilizzare un jack da 3,5 mm per trasferire i dati dallo smartphone o dal tablet al dispositivo. I LED lampeggianti nella parte inferiore di ciascun prodotto mostrano il suo stato: verde durante il set-up e blu per una connessione sicura.
L’app HEOS ha trovato rapidamente la libreria musicale sul nostro server Naim, offre streaming da Amazon Music, Tidal, Deezer, SoundCloud, Spotify, TuneIn e riproduce musica in locale dal nostro dispositivo o tramite una chiavetta USB collegata. Il supporto per AirPlay 2 sarà disponibile in primavera, mentre quello per Alexa per cambiare sorgente tramite comando vocale (ma non solo) arriverà un po’ più tardi (per l’Italia però ancora tutto tace). C’è anche il Bluetooth, anche se manca l’aptX richiesto per lo streaming in qualità CD a 16 bit/44.1kHz.
Se si desidera utilizzare più dispositivi per controllare i prodotti HEOS, si consiglia di creare un account Denon. Ciò consente di salvare le varie password e di accedere rapidamente agli account quando si passa a un altro tablet o smartphone. Mentre Spotify funziona tramite Spotify Connect, il resto delle app viene visualizzato all’interno dell’app HEOS stessa. Nella maggior parte dei casi tutto ciò funziona abbastanza bene, con la separazione di prodotti, fonti e sezioni di riproduzione nella parte inferiore dell’app e ciò semplifica l’utilizzo rispetto a progetti concorrenti come quelli di Audio Pro.
Per inviare musica a più speaker, è sufficiente trascinarli nella configurazione desiderata tramite drag&drop. La gamma HEOS è in grado di riprodurre flussi musicali a 24 bit/192 kHz su una rete wireless o tramite USB e supporta file DSD fino a 5,6 MHz. L’unico aspetto negativo del sistema è che il pannello Impostazioni dell’app si trova all’interno della sezione Musica e quindi, se per esempio state utilizzando l’app di Tidal incorporata e volete modificare le impostazioni del dispositivo, è necessario compiere numerosi passaggi. Inutile dire che avremmo preferito un approccio un po’ più accessibile.
Costruzione
Sebbene siano di forme e dimensioni diverse, i prodotti Denon HEOS testati sono ben realizzati. HEOS 1 integra un tweeter e un driver per i medio-bassi, mentre HEOS 7 ha due tweeter, due driver medio-bassi e un subwoofer, tutti alimentati da amplificatori di classe D. Sul retro di ogni speaker troviamo praticamente le stesse connessioni: USB, Ethernet e ingressi ausiliari (l’HEOS 7 è dotato anche di un’uscita per cuffie). Ci sono anche i pulsanti per il pairing Bluetooth e per il collegamento dei prodotti tramite Wi-Fi.
HEOS Link offre invece una vasta gamma di connessioni. Oltre a quelle degli speaker infatti, ha anche un’uscita ottica e una coassiale, un pre-out stereo e l’opzione per collegare un subwoofer. Per gli ingressi c’è una connessione ottica e una line-in stereo per collegare sorgenti esterne come un lettore CD.
Qualità audio
Dopo aver rodato il sistema per alcuni giorni, abbiamo iniziato i test veri e propri con I Am The Doctor di Murray Gold streammato da Tidal. Il sistema HEOS offre una prestazione davvero notevole, facile e piacevolissima da ascoltare. Con gli archi vellutati e acuti, un coro, note pizzicate e il possente basso che regge tutta l’impalcatura sonora, un buon sistema audio dovrebbe tenere tutto sotto controllo e bilanciarlo di conseguenza.
Sia HEOS 7 che il piccolo HEOS 1 lo fanno e ciò significa che potete ascoltare un’ampia gamma di musica per ore senza mai stancarvi del carattere di questi speaker. HEOS 7 suona in modo ampio e spazioso, riempiendo facilmente la nostra sala prove di medie dimensioni con un suono potente e autorevole. Se usato in stanze più piccole, Denon consiglia di entrare nelle impostazioni di equalizzazione e abbassare un leggermente i bassi (e tutto sommato siamo d’accordo).
Il modo poi in cui lo speaker gestisce le parti vocali che prendono il sopravvento a metà traccia è particolarmente fluido. C’è inoltre abbastanza attenzione ai dettagli per capire anche come si combinano tra loro le varie voci. Passando a No One Knows dei Queens of the Stone Age, riprodotta dal nostro server Naim, il sistema offre un suono solido e una profondità pregevole. Alla fine della traccia, quando i colpi della batteria sono improvvisamente sostituiti da un riff di chitarra, sia HEOS 1 che HEOS 7 riescono a trasmettere bene il cambiamento a livello dinamico.
Per testare invece HEOS Link, lo abbiamo collegato al nostro sistema di riferimento e all’app. Lonesome Lover di Max Roach fornisce una buona prova di dettaglio grazie alla brillantezza dei piatti (e il Denon gestisce gli acuti con sicurezza, conservando il suo fascino senza esagerare in brillantezza). E che dire dell’impasto esaltante di trombe, tamburi e piatti?.
Mentre però la morbidezza, la spaziosità e il dettaglio rimangono qualità degne di nota, il sistema HEOS non ha la precisione ritmica o la sottigliezza dinamica di alcuni rivali, come nel caso degli speaker [amazon_textlink asin=’B071R7TYJD’ text=’Addon C10′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’6cbee69f-130e-11e8-ae91-7ff0d15456d6′] e C5 di Audio Pro. Il sistema HEOS ha infatti più difficoltà a trasmettere la crescente tensione e i rapidi cambiamenti di intensità nei brani di Murray Gold.
Verdetto
Il problema principale del sistema HEOS, quando si parla di sistemi multi-room, è che non fa abbastanza per ergersi al di sopra dei principali rivali. Audio Pro e Bluesound ad esempio sono entrambi sistemi con una qualità audio migliore (Audio Pro però non ha il supporto per l’audio hi-res) e Sonos offre un’esperienza utente più completa e piacevole. Tutto sommato questo è un buon sistema, ma non c’è nulla a ben vedere (e sentire) che ce lo faccia preferire ai contendenti appena citati.
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Riassunto
Abbiamo testato HEOS 1, HOES 7 e HOES Link per mettere alla prova il sistema multi-room di Denon e capire cos’abbiamo in più e in meno rispetto a rivali come Sonos, Bluesound e Audio Pro.
Pro
Bassi convincenti
Sound ampio e spazioso
Gamma media molto limpida
App semplice da usare
Bilanciamento timbrico eccellente
Contro
Manca un po’ di precisione ritmica
Ha davvero poco che lo faccia preferire ai prodotti Sonos