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Smartphone e fotografia: specifiche e apparati – Prima parte 

Torniamo su smartphone e fotografia con un focus su caratteristiche, dotazioni di serie e una carrellata di alcuni interessanti modelli a mercato

In un recente approfondimento su smartphone e fotografia e come procedere a realizzare ottimi scatti (che trovate a questo link) abbiamo spiegato delle possibilità di raggiungere ragguardevoli livelli qualitativi. Sfruttando sensori e tecnologie sviluppate ad hoc dai brand o replicando in versione ridotta applicazioni dedicate alle macchine fotografiche, come nel caso di Sony, si può fare molto ma al tempo stesso nemmeno pensare di andarvi in competizione diretta.

Per fotografie di grande qualità con uno smartphone va da se che disporre di una solida base hardware di partenza è fondamentale a cui aggiungere filtri, sfruttare la potenzialità offerta da parte di qualche brand di aggiungere obiettivi esterni e completare il tutto con indispensabili accessori. Se lo smartphone non rappresentasse un semplice mezzo occasionale di divertimento per casuali fotografie e filmati quelli che seguono sono tra i componenti fondamentali su cui porre attenzione.

Sony Xperia X1
Sony Xperia X1

Anzitutto il volume dei pixel, più elevato tale valore rispetto a quanti dati è capace di gestire il sensore dello smartphone tanto maggiore sarà la risoluzione dell’immagine. Tale valore si esprime in Megapixel, unità di misura multipla del pixel che corrisponde a 1.048.576 pixel. Attualmente tra gli apparati più performanti ci sono per esempio il Samsung Galaxy S20 Ultra e lo Xiaomi Mi Note 10, entrambi con fotocamera da 108 Megapixel. Anche se in passato la risoluzione in Megapixel non corrispondeva sempre a quella effettiva del sensore, va comunque ricordato che in tal senso ci sono altre differenze: anche a parità di pixel una camera di qualche anno fa non può offrire il medesimo risultato di una contemporanea. Le differenze sono anche abissali proprio in termini hardware.


Le più moderne gestiscono scatti con ottiche multiple, come nel caso del Galaxy S20 Ultra con quattro posteriori (ToF per profondità di campo ed effetto Bokeh, grandangolo, sensore principale e teleobiettivo con zoom ottico ibrido fino a 10x). Il Mi Note offre addirittura una penta camera (grandangolo, doppio teleobiettivo, ultra grandangolo e obiettivo macro). Più obiettivi non significa ridondanza di dati ma un più elevato potenziale esprimibile attraverso i sistemi di governo dell’hardware e software a corredo.

Google Pixel 4 XL
Google Pixel 4 XL

Altro elemento discriminante tra i più importanti per smartphone e fotografia è l’apertura del diaframma attraverso cui passa la luce. Dosando l’esposizione e quindi una più elevata o inferiore quantità di luce si va a incidere in profondità sul risultato finale, quantità di luce che andando a colpire il sensore non deve provocare decadimenti o peggio ancora alterazioni di colore. Da sempre nella fotografia il valore che indica l’apertura è rappresentato dalla variabile “f” (di fatto il rapporto tra la lunghezza focale della lente e il diametro), dove il numero è inversamente proporzionale al flusso: più piccolo “f” più elevata la luce che vi passerà attraverso.

Nella corsa alla qualità non vince chi ha il valore “f” più basso, perché la luce va dosata in funzione delle condizioni ambientali e attraverso il diaframma. L’apertura incide anche sulla profondità di campo o il tipo di messa a fuoco dello sfondo rispetto al primo piano. Un’apertura maggiore comporta una maggiore sfocatura dello sfondo migliorando la resa di elementi più vicini all’ottica, all’opposto un’apertura inferiore aiuta a fotografare ampi spazi.

Smartphone e fotografia
Sopra: Google Pixel 4 XL / Sotto: Sony Xperia 1

La velocità dell’otturatore è un altro elemento base per smartphone e fotografia onde catturare al meglio anche soggetti in rapido movimento, espresso in frazione di secondo: più piccolo il valore e più rapido lo scatto. È strettamente legata alla sensibilità ISO della camera, con valori alti necessari in caso di scarsa luce e rischi di aumento del rumore video di fondo, più bassi in condizione di luce piena. Un’impostazione ISO più elevata è spesso abbinata alla elevata velocità dell’otturatore, in modo che la fotocamera possa sfruttare al meglio la luce che viene fornita nel breve tempo in cui l’otturatore è aperto, essenziale nelle inquadrature di elementi rapidi.

Anche se abbiamo già avuto modo di approfondire l’argomento RAW (a questo link) ricordiamo infine che l’apparato sarebbe meglio se gestisse questo tipo di file. Quando si desidera disporre di ulteriore flessibilità dopo che lo scatto è stato realizzato è importante che si possano memorizzare in tale formato. Il file derivante non ha manipolazioni in macchina ne compressione, mantiene le informazioni originali in modo da poter agire con programmi anche professionali per elaborarlo a posteriori. Al di là delle conoscenze necessarie per la manipolazione dei dati non va dimenticato che i file RAW occupano molto più spazio e senza post-produzione non possono venire immediatamente condivisi.

Google Pixel 4 XL

2 camere posteriori 12.2 MP wide + 16 MP, risoluzione 4033 x 3025 pixel, dimensioni sensore 1/2.55”, apertura F 1.7 + F 2.4, camera anteriore 8 MP F 2. Modalità: Camera, Portrait, Night Sight, Video, Panorama, Photo Sphere, Slow Motion, Time Lapse, Google Lens. Risoluzione video posteriore: 1080p fino a 120 fps, 720p / 240 fps e 4K / 30 fps posteriore. Risoluzione video anteriore: 1080p / 30 fps

Gli scatti fotografici sono interessanti nell’economia di un uso perlopiù intuitivo anche da parte dei neofiti, benché resti comunque necessaria una minima infarinatura per agire con un tocco personale. Sistema che non perde occasione per suggerire modalità e preset per migliorare gli scatti, notifiche e consigli che non mancano specie nelle situazioni più complesse come la scarsa luminosità. Quando per esempio si procede a uno scatto non in orizzontale l’apparato procede con una doppia memorizzazione: l’inquadratura originale ma anche una seconda con effetto “bokeh”. Notevole messa a fuoco e riconoscimento dei volti, anche se resta l’impossibilità di intervenire manualmente per ottimizzare le impostazioni e quindi aumentano i rischi di sfocature e risultati maldestri per via degli automatismi. L’assenza di una modalità “pro” è il collo di bottiglia di una sezione fotografica più adatta a chi non desidera perdersi per parametri sconosciuti.

Per ulteriori informazioni: link alla pagina Google per Pixel 4 XL

Sony Xperia 1

3 camere posteriori tutte da 12 MP (super wide-angle, wide, telephoto), risoluzione 4032 x 3024 pixel, dimensione sensore 1/2.6” + 1/3.4” (x 2), apertura F 1.6 + F 2.4 (x 2), camera anteriore 8 MP F 2. Modalità: Portrait Selfie, Google Lens, Slow Motion, AR Effect, Manual, Creative Effect, Panorama. Risoluzione video posteriore 4K / HDR 30 fps (960 fps slow motion), anteriore 2K HDR 30 fps

Quando smartphone e fotografia fanno il salto di qualità. Profondità operativa, supporto allo scatto, derivazioni dall’ambiente fotografico, risultati di livello sia nei primi piani che nelle inquadrature veloci e più complesse, qualche limite nei selfie con lievi distorsioni dalle parti degli occhi. La rapidità di messa a fuoco, il livello di nitidezza, le potenzialità del processore Bionz X sfruttando le tecnologie per le fotocamere Alpha di Sony su Xperia. Riduzione del rumore con file RAW (prima che sia codificato in formato JPEG) e primo Eye AF (Auto Focus) al mondo e 10 FPS AF / AE (Auto Focus e Auto Exposure). Xperia 1 non ha un’impostazione dedicata per sopraggiunti limiti di luminosità dedicata, ma consente di allungare l’esposizione per compensare tramite modalità manuale. Il funzionamento manuale resta assistito anche in fase di regolazioni manuali, quando per esempio si va a definire la velocità dell’otturatore.

Per ulteriori informazioni: link alla pagina Sony per Xperia 1

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