Non è un abbinamento perfetto al 100%, ma l’unione tra i diffusori attivi Dali Caallisto 6 C e il pre-amp Dali Sound Hub colpisce nel segno per chi cerca un sistema hi-fi premium con la comodità del wireless.
Possedere un sistema hi-fi premium ha sempre portato con sé una certa quantità di compromessi. È vero che si ottiene un suono eccezionale, ma è altrettanto vero che dovete avere a che fare con una moltitudine di elettroniche e di ancora più cavi per far funzionare il tutto, con quello che ne consegue a livello di installazione, praticità e impatto estetico. Se poi pensiamo agli alimentatori esterni sempre più frequenti nella fascia alta del mercato e ad altri elementi aggiuntivi, non è insolito ritrovarsi anche con una decina di dispositivi da collegare.
La serie di diffusori premium (attivi e wireless) Callisto di Dali è pensata per aggirare tali problemi e in larga misura ci riesce alla grande. Ci sono due opzioni che compongono questa gamma: i diffusori da stand Callisto 2 C e i più grandi e costosi Callisto 6 C, modello da pavimento qui recensito ideale se avete una stanza di dimensioni medio-grandi e desiderate una presentazione piena di peso e autorità. Il prezzo non è per tutti (3700 euro la coppia), ma come vedrete alla fine dell’articolo per molti appassionati ne varrà la pena.
Costruzione
Dali ha scelto un look “ingegnerizzato” per queste torri. L’aspetto è forse un po’ disordinato e non suggerisce del tutto l’aura di lusso che ci si aspetta da diffusori in questa fascia di prezzo. I Callisto 6 C sono però molto più di semplici diffusori e non dovrebbero essere paragonati alle tipiche alternative passive vendute a prezzi simili.
Ognuno di questi diffusori alti circa un metro ospita una coppia di amplificatori di potenza di Classe D, un intelligente ibrido crossover attivo/passivo accoppiato a un DSP a 24 bit e i componenti necessari per rendere il tutto wireless, che raramente costano poco. Dali descrive i 6 C come “diffusori a 2.5 vie più una configurazione a 0.5 vie”, definizione alquanto bizzarra che sentiamo per la prima volta. Innanzitutto ci sono due tweeter. Il primo a cupola morbida da 29 mm gestisce il segnale fino a circa 15kHz, oltre il quale entra in gioco il tweeter a nastro da 17 x 45 mm. L’idea è di riprodurre alti dettagliati mantenendo una buona dispersione fino al limite di frequenza superiore di 30kHz.
Aggiungete l’unità mid/bass in fibra di legno da 16,5 cm ed ecco il design a 2,5 vie. L’ulteriore 0.5 descritto da Dali è rappresentato da un woofer inferiore da 16,5 cm che viene alimentato attraverso un semplice filtro analogico. La divisione principale del crossover a 2.6kHz che si svolge tra l’unità mid/bass e il tweeter a cupola viene eseguita digitalmente. Non ci siamo mai imbattuti prima in un design che mescolasse sia DSP, sia analogico nel suo crossover in questo modo.
Come già accennato, troviamo due amplificatori in ciascun diffusore: uno per pilotare i due tweeter e l’altro per alimentare entrambi i driver più grandi. Questi amplificatori di Classe D sono valutati al massimo con un’uscita continua apparentemente modesta da 30 W, ma possono fornire fino a 250 W per un massimo di cinque secondi. Questo, sostiene Dali, è sufficiente per fornire grandi spostamenti dinamici senza problemi, rendendo il suono dei 6 C considerevolmente più potente di quanto suggerisca la figura di base della potenza.
Queste due torri sono ben costruite, con cabinet sottili realizzati in MDF da 25 mm e fortemente rinforzati per aggiungere rigidità. Le finiture sono limitate alle opzioni in vinile nero o bianco, ma Dali ha aggiunto alcuni tocchi di classe, come la possibilità di modificare il volume spostando il dito sul bordo anteriore del pannello superiore. Il livello del volume è mostrato da una fila di LED luminosi sotto il driver del basso.
Mentre i Callisto 6 C accettano un segnale analogico single-ended cablato direttamente da un preamplificatore convenzionale, non sono in realtà destinati a essere utilizzati in questo modo. Per sfruttarli davvero al meglio, è necessario infatti acquistare il Dali Sound Hub, un preamplificatore che si collega ai diffusori in modalità wireless e che online si può trovare dai 650 ai 700 euro. La trasmissione tra l’hub e i 6C avviene a 24-bit/96kHz e Dali ha prestato molta attenzione affinché sia garantita una bassa latenza per evitare problemi di sincronizzazione labiale con le sorgenti video.
Compatibilità
Il Sound Hub offre una vasta gamma di ingressi, partendo due opzioni analogiche sotto forma di RCA stereo e da un jack da 3,5 mm fino a due ingressi ottici e uno coassiale. Troviamo inoltre la connettività Bluetooth aptX HD e anche qui e non mancano le uscite analogiche pre-out e per il subwoofer. Se volete usarlo come un normale preamplificatore cablato, potete farlo, ma in questo modo (torniamo a ripeterlo) vi perdereste uno dei punti di forza dei Callisto 6 C.
Sul pannello posteriore del Sound Hub noterete due slot per altrettanti moduli aggiuntivi. Al momento l’unico disponibile è una scheda di rete e streaming che utilizza la tecnologia di Bluesound. Con altri 600 euro i Dali Callisto 6 C possono essere così integrati perfettamente in un ecosistema Bluesound, oltre a godere dello streaming di rete e dei servizi di streaming integrati di Tidal, Qobuz e Deezer.
Da un punto di vista costruttivo non siamo rimasti molto colpiti dal Sound Hub. La sua struttura prevalentemente in plastica manca infatti un po’ di sostanza, ma la piastra superiore in vetro e l’aspetto semplice ma di classe funzionano. Il Sound Hub è anche facile da usare e viene fornito con un telecomando completo di tutto.
Per alcuni appassionati il mix dei Callisto 6 C più un Sound Hub dotato di modulo Bluesound (il prezzo totale sarebbe intorno ai 5000 euro) potrebbe rappresentare tutto quello di cui hanno bisogno per un impianto hi-fi degno di nota. Un sistema stereo tradizionale non ha alcuna possibilità di raggiungere il livello di ordine, comodità e impatto estetico di un simile set-up. Anche se il sistema non è wireless al 100% (i diffusori e l’hub devono essere comunque collegati alla rete elettrica), è infatti molto più ordinato e più flessibile rispetto a qualsiasi alternativa passiva tradizionale.
Qualità audio
Non ci vuole molto per sistemare correttamente i 6 C. Li posizioniamo a circa un metro di distanza dalla parete posteriore della nostra sala d’ascolto e li orientiamo frontalmente verso la parete opposta piuttosto che puntarli e angolarli verso la posizione d’ascolto. È così che Dali vuole che i suoi diffusori siano ascoltati e ciò aiuta in effetti a livello di profondità e ampiezza del palcoscenico sonoro.
Iniziamo ascoltando musica tramite Bluetooth da un iPhone 8 Plus; la connessione è veloce e senza complicazioni e la presentazione è assolutamente piacevole. Nonostante però l’aptX HD, il suono generale non ha il dettaglio e la sottigliezza dinamica che ci aspetteremmo da una sorgente hi-fi di qualità. Tuttavia, il sistema di Dali riesce ancora a mantenere abbastanza energia e spinta per farci ascoltare i brani streammati in modo soddisfacente.
Iniziamo ad ascoltare l’album The Rising di Bruce Springsteen e i Callisto 6 C restituiscono una buona parte della famosa passione del Boss. Nonostante la potenza di uscita modesta questi diffusori sono perfettamente in grado di riempire una stanza ampia come la nostra, offrendo linee di basso, spostamenti di volume e sezione ritmica con grande sicurezza.
Passando all’ingresso di linea e utilizzando il nostro streamer di riferimento Naim NDS/555PS, si nota un netto miglioramento delle prestazioni. I diffusori suonano molto più trasparenti, tenendo traccia delle sfumature dinamiche con l’abilità tipica di componenti separati di alta qualità. I Carmina Burana di Orff sparati ad alto volume ci impressionano per controllo e compostezza così come la tenuta in gamma bassa, restituita con precisione, agilità e consistenza. Ottima anche l’immagine stereo per attenzione, stratificazione e stabilità anche quando la musica diventa impegnativa.
Da un punto di vista timbrico la resa è convincente e regolare. Tipicamente i diffusori di Dali non tendono ad essere “timidi” quando si sale con le frequenze e ce ne accorgiamo anche con i Callisto 6 C. L’array formato dal tweeter a cupola e da quello a nastro produce un suono così penetrante e raffinato che anche le registrazioni più aspre rimangono perfettamente ascoltabili. I 6 C sono in grado di mostrare difetti presenti nelle registrazioni o nelle sorgenti, ma non esagerano mai nel voler enfatizzare tali carenze.
Questa trasparenza risulta però essere un po’ problematica quando testiamo il modulo opzionale Bluesound all’interno del Sound Hub. Siamo rimasti impressionati dal modo in cui Dali ha integrato senza problemi questa tecnologia nei Callisto. L’azienda utilizza l’app Bluesound (uno dei migliori software di controllo che abbiamo provato finora) e offre all’utente la possibilità di eseguire lo streaming da un’unità NAS collegata alla rete o di ascoltare i milioni di brani disponibili da Tidal e altri servizi di streaming.
Il Bluesound Node 2i, il nostro streamer preferito quando si parla di prezzi “abbordabili” (circa 700 euro), utilizza una tecnologia simile e ha praticamente le stesse caratteristiche, ma costa di più e acquistarlo significa aggiungere un’altra unità al sistema e un’altra connessione. Il nostro problema con il modulo Bluesound è che le prestazioni possono essere considerate sì notevoli per uno streamer economico, ma non così valide per mostrare tutto il valore di simili diffusori. Se acquistate i 6 C e usate solo il Sound Hub con il modulo Bluesound come sorgente audio principale, non vi godrete al meglio il sistema.
La presentazione del modulo è certamente equilibrata, corposa e raffinata, ma non ha l’espressività o la finezza che meritano i diffusori e la pensiamo allo stesso modo anche per gli ingressi digitali dell’hub, che faticano a esaltarci davvero. È un sound pulito e relativamente dettagliato che bilancia bene le frequenze estreme, ma è anche un po’ ordinario. Dali ha sempre realizzato diffusori eccellenti, ma il lato elettronico di questo sistema deve migliorare se si vuole ottenere il meglio dai Callisto.
Verdetto
Tutto ciò non evita comunque che la combinazione dei Callisto 6 C e del Sound Hub sia molto accattivante. Potrebbe non essere uniformemente eccellente, ma le sue prestazioni attraverso gli ingressi di linea sono straordinarie e la convenienza del Bluetooth e del modulo di streaming integrato non può essere negata. Se si desidera una performance simile a quella di un sistema premium a componenti separati ma con un ingombro ridotto, ci sono poche altre alternative sul mercato.
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Sommario
Non è un abbinamento perfetto al 100%, ma l’unione tra i diffusori attivi Dali Caallisto 6 C e il pre-amp Dali Sound Hub colpisce nel segno per chi cerca un sistema hi-fi premium con la comodità del wireless.
Pro
Tante funzioni
Sistema ordinato e ben suonante
Più potenti di quanto si creda
Contro
Il modulo Bluesound e l’hub non sono all’altezza dei diffusori
Scheda tecnica
Tipo di diffusore: attivo due vie e mezzo bass reflex
Altoparlanti: woofer 2x 165 mm – tweeter 29 mm – tweteer a nastro 17×45 mm
Risposta in frequenza: 37-30.000 Hz
Potenza: 250 watt di picco
Massimo SPL: 110 dB
Frequenza di taglio: 2600 Hz
Wireless: 24bit/96kHz
Finitura: White, Black
Dimensioni (AxLxP): 1004x200x346 mm
Peso: 22.6 kg
Prezzo: 3700 euro la coppia
Sito del produttore: www.dali-speakers.com
Distributore italiano: www.pixelengineering.it
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