In questo speciale vi forniamo alcuni suggerimenti su come regolare e impostare il vostro giradischi per ottenere il meglio dai vostri amati vinili.
Il vinile è un supporto audio fisico che, come i grandi eroi delle serie action hollywoodiane, si rifiuta di morire. Sembrava mortalmente ferito dalla rivoluzione portata dai CD negli anni ’80 fino alla fine del secolo scorso, ma da allora, lentamente ma inesorabilmente, le vendite di vinili sono tornate a crescere. E ne siamo contenti visto che è un formato che ci piace e che è in grado di offrire un suono fantastico, a patto che vi prendiate cura del vostro giradischi. Ed è qui che il vinile è diverso dagli altri supporti fisici. A differenza delle alternative digitali, una mancanza di attenzione nell’installazione può infatti influire negativamente sul risultato finale.
Ci sono alcuni ottimi giradischi “plug and play” sul mercato a prova di neofita e, quando si tratta di modelli più complessi, il venditore potrebbe darvi una mano e consigliarvi qualche trucchetto del mestiere. Nel caso però vogliate sporcarvi un po’ le mani da soli, potete fare molto per assicurarvi che il vostro giradischi funzioni al meglio. Se quindi volete sapere come ottenere il miglior suono possibile dal vostro giradischi, partendo dal posizionamento del braccio fino al montaggio della testina, continuate a leggere.
Come funziona un giradischi?
Osservate da vicino un disco in vinile. Questo solco a spirale è pieno di piccoli solchi che causano lo spostamento dello stilo della testina (a volte chiamato l’ago). Questo movimento viene convertito in un segnale elettrico da un meccanismo elettromagnetico all’interno del corpo della testina. La minuscola punta diamantata della testina deve seguire solchi piccoli come un micron (un millesimo di millimetro) ed è quindi facile immaginare quanto sia difficile questo compito. Qualsiasi vibrazione esterna diminuirà infatti la capacità della testina di tracciare il solco in modo accurato.
Questi disturbi possono essere causati da molte fonti diverse come il suono proveniente dai diffusori, quello trasmesso attraverso il pavimento e, in casi estremi, persino il traffico in strada che trasmette vibrazioni attraverso la struttura della vostra casa. Come esperimento, posizionate la testina su un disco ma non fate partire la riproduzione. Alzate il volume dell’amplificatore e provate a picchiettare leggermente sul supporto, sul giradischi stesso, magari anche camminando vicino a dove lo avete posizionato. Il suono che sentite provenire dai diffusori è l’energia meccanica raccolta dal giradischi… e non è certo un suono appena percepibile.
Quando fate partire la riproduzione di un vinile, questa energia indesiderata passa ancora attraverso la struttura del giradischi, imponendosi anche sul suono del disco. Il risultato? Nel migliore dei casi ci sarà un leggero degrado delle prestazioni. Nel peggiore dei casi, feedback orribili che rovinano tutto. Ecco perché un supporto decente su cui posizionare un giradischi è essenziale se volete davvero sentire quanto possano suonare bene i vostri vinili.
Dove posizionare un giradischi?
Il supporto ideale deve essere perfettamente orizzontale, a bassa risonanza e posizionato il più lontano possibile dalle fonti di vibrazione, compresi i diffusori. Su un pavimento di cemento un supporto da pavimento funzionerà bene, ma lo stesso supporto posto su un pavimento in legno metterà in risalto le vibrazioni dei passi mentre camminate. Se quindi avete un pavimento in legno, consigliamo di investire in una mensola a muro dedicata, visto che questo tipo di supporto evita totalmente il problema dei passi.
La maggior parte dei giradischi ha una sorta di isolamento integrato, che va da qualcosa di simile a piedini in gomma fino ad arrivare a un design completamente flottante. Migliore è l’isolamento, meno ci si dovrà occupare del supporto, ma a ben vedere anche i design più sofisticati a livello di isolamento funzioneranno meglio con un posizionamento accurato e un buon supporto.
Come livellare un giradischi?
Una volta identificato il supporto ideale su cui posizionare il giradischi, il passo successivo è configurarlo correttamente. Tutto dovrebbe essere orizzontale: è importante per garantire che la punta dello stilo si trovi correttamente nel solco del disco. Usate quindi una livella per controllare questo aspetto fondamentale.
Iniziate con il plinto, ovvero la base del giradischi. Se il supporto è già perfettamente orizzontale (e dovrebbe esserlo come già detto), non ci dovrebbe essere molto da fare qui. Ma se, per qualche ragione, avete bisogno di fare delle regolazioni, molti giradischi hanno i piedini regolabili per aiutarvi a mettere le cose a posto. Quindi, controllate che anche il piatto sia a livello.
Sulla maggior parte dei giradischi la posizione del piatto è fissa rispetto al plinto e dovrebbe essere parallela, a meno che qualcosa non sia andato nel verso sbagliato in sede di produzione. In questo caso i design flottanti consentono un certo grado di regolazione. Di solito il livellamento può essere fatto direttamente in casa, ma alcuni giradischi richiedono un intervento specifico che può essere fatto solo da un tecnico o dal venditore.
Come si regola il peso di lettura?
In passato, quando si parlava di vinile, era comune per le persone mescolare e abbinare giradischi, bracci e testine. Oggi, mentre è ancora possibile adottare questo approccio, tendiamo a vedere sempre più “pacchetti” composti da piatto e braccio, con la scelta della testina che spesso viene invece lasciata all’acquirente. La storia cambia se si parla di modelli più economici in cui la testina è quasi sempre inclusa nel prezzo, cosa che in effetti rende la vita più facile. Anche in questo caso però bisogna fare un minimo di set-up iniziale.
Le regolazioni del braccio e della testina vengono solitamente eseguite insieme. Se la testina è pre-montata, il tutto è relativamente semplice visto che bisogna impostare solo il peso di lettura. Questa operazione viene fatta spostando il contrappeso sul retro del braccio e regolando la polarizzazione (forza laterale) per compensare la trazione verso l’interno dei solchi del disco.
I produttori di testine consigliano una gamma adeguata di carico aerodinamico, in genere tra 1,5 e 2,5 grammi, con un peso specifico elencato come il più adatto. Quel peso sarebbe il nostro punto di partenza ma, con le tolleranze di produzione e l’uso di bracci diversi, a volte è possibile ottenere un suono migliore con un po’ di sperimentazione. Di solito è comunque meglio restare all’interno dell’intervallo consigliato.
Se il suono vi sembra un po’ vuoto e “senza vita” forse avete esagerato con il peso, mentre una presentazione sottile o aspra significa che il peso del tracciamento è un po’ troppo leggero. Se esagerate con la leggerezza, forse nel tentativo di ridurre l’usura dei vinili, la testina potrebbe in realtà danneggiando i solchi del disco nel processo. Controintuitivamente, in caso di dubbio optate per un tocco più pesante. La punta dello stilo si posizionerà infatti nel solco del record con maggiore stabilità, producendo meno distorsioni e causando meno danni.
La maggior parte dei pesi è accompagnata da segni distintivi, ma se si desidera essere ancora più accurati è opportuno acquistare bilance dedicate per testine. Mentre sul mercato sono opzioni digitali costose per veri e propri audiofili, potete optare per alternative molto meno costose che lavorano abbastanza bene, il tutto per una spesa di una decina di euro o poco più.
Come regolare l’altezza del braccio e l’allineamento della testina?
Molti giradischi di livello premium consentono all’utente di regolare l’altezza del braccio. Solitamente, il braccio è impostato per essere parallelo al disco durante la riproduzione, anche se a volte una testina può avere una particolare preferenza a seconda del suo design. Generalmente, se il braccio è troppo alto, otterrete un suono brillante o il contrario se il braccio è troppo basso.
Se la testina non è preinstallata, avete invece ancora un po’ di lavoro da fare. La maggior parte delle testine è fissata al braccio con viti e bulloni (sono piccoli e facili da perdere, quindi fate attenzione). Alcune hanno invece piccoli dadi integrati che rendono le cose meno complicate. Una volta montata la testina, dovrete collegare a essa i fili sottili e fragili del braccio. Questi sono codificati con dei colori ma non c’è molto spazio e quindi avrete bisogno di piccole pinze a becco lungo per facilitare l’operazione. Fate attenzione quando lo fate: non ci vuole molto infatti per danneggiare i connettori o addirittura spezzare i fili.
Il prossimo passo è l’allineamento della testina: per farlo è necessario un calibro. Mentre è possibile acquistarne di costosi, molti produttori forniscono un’alternativa semplice ma efficace sotto forma di una dima compresa nella confezione che di solito consiste in due punti, ciascuno circondato da linee parallele stampate. L’idea è di fare in modo che il corpo della testina sia allineata alle linee stampate mentre la punta dello stilo è posizionata su ciascun punto.
Questo processo richiede un po’ di pazienza ma, una volta che la testina è allineata correttamente, la parte superiore dello stilo si troverà nell’angolazione corretta nella scanalatura del disco, i livelli di distorsione diminuiranno e l’usura del vinile sarà ridotta al minimo. Vale quindi la pena prendere tempo per eseguire questo passaggio al meglio. Errori di una certa entità possono infatti portare a forti aumenti della distorsione.
Come scegliere il giusto preamplificatore phono?
Uno degli effetti collaterali del passaggio alla musica digitale è stata la progressiva scomparsa di uno stadio phono (noto anche come preamplificatore phono) da molti amplificatori. Anche se tale circuito è integrato all’interno di alcuni giradischi plug&play, si tratta spesso di un “ripensamento”, con poca attenzione a massimizzare la qualità del suono.
Ma esattamente cosa fa uno stadio phono? Fornisce un’ulteriore amplificazione (l’output di una testina può essere nell’ordine di migliaia di volte inferiore rispetto a quello di un tipico lettore CD) ed equalizza il bilanciamento timbrico. Il vinile non è fisicamente in grado di accettare grandi quantità di bassi durante la registrazione, quindi la gamma della musica deve essere inclinata pesantemente verso le frequenze più alte per far funzionare le cose. Durante la riproduzione il compito dello stadio phono è di riequilibrare questo scompenso.
Tutti, tranne gli stadi phono più basilari, solitamente sono in grado di gestire sia le testine Magneto Mobile (MM), sia quelle Moving Coil (MC). Le prime di solito sono più convenienti e producono un output più elevato. Questa è una buona notizia per lo stadio phono, dal momento che il segnale richiede meno amplificazione e quindi le carenze di qualsiasi circuiteria sono meno amplificate.
Qual è la differenza tra le cartucce MC e MM?
Qualsiasi interfaccia elettrica, in questo caso tra la testina e lo stadio phono, richiede che ciascuno dei due componenti abbia parametri elettrici specifici (ad esempio guadagno e impedenza) per la massima trasmissione di informazioni. Le testine MM tendono ad essere coerenti in termini di requisiti elettrici e ,di conseguenza, i produttori di stadi phono possono progettare un singolo circuito adatto a (quasi) tutto. Le cose non sono così semplici con le testine MC.
I modelli MC ad alto rendimento non sono lontani dai loro cugini MM in termini di livello, mentre le varianti a bassa uscita lo sono parecchio. Ciò significa che è auspicabile il guadagno regolabile nello stadio phono per ottimizzare il suono in termini di segnale e rumore. Mentre 40dB di guadagno vanno bene per la maggior parte dei modelli MM, quelli MC a volte necessitano di un guadagno compreso tra 50dB e 70dB.
Le testine MC variano anche nelle loro esigenze di resistenza, capacità e induttanza, tre parametri che si sommano per dare l’impedenza complessiva. La maggior parte dei produttori di testine MC suggerisce i valori adeguati per questi parametri, ma, ancora una volta, sentitevi liberi di sperimentare. Nel contesto del vostro sistema è infatti possibile che valori leggermente diversi possano funzionare meglio. I valori tipici sono compresi tra i 100 e i 500 ohm, mentre quelli relativi alla capacità vanno normalmente da circa 200pF (picofarad) a 1nF (nanofarad): più elevato è il valore, più alti vengono filtrati. Se il vostro sistema è abbastanza trasparente, queste modifiche saranno facilmente udibili.
Conclusione
Vi sembra tutto troppo complicato? Può essere. Sicuramente anni di utilizzo di sorgenti audio come i lettori CD, che non richiedono quasi nessuna impostazione all’utente se non il collegamento all’amplificatore, hanno fatto sembrare tutte queste operazioni su un giradischi qualcosa di astruso e troppo avanzato per l’utente medio.
Ma se è vero che potete ottenere un suono decente senza fare alcuna regolazione godendovi il vostro giradischi così come lo tirate fuori dalla confezione, è altrettanto vero che con po’ di pazienza e attenzione (e magari guardando uno dei tanti video esplicativi su YouTube), sarete ampiamente compensati una volta che la punta dello stilo inizierà ad appoggiarsi sui solchi del vinile.
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