Amazon è additato da molti nel mercato dell’audio (e non solo) come una calamità, ma per alcuni si rivela invece un’ottima soluzione. E cosa c’entra IKEA con l’Audio?
Comincio con lo spiegare l’ultima affermazione. Ikea ha firmato un accordo con Sonos per vendere nei propri centri i loro diffusori per il multiroom. Aveva cominciato con i televisori, poi con i diffusori amplificati e ora con una completa linea di smart speaker a prezzo accessibile in collaborazione con Sonos: Symfonisk.
Sarà possibile ascoltarli per la prima volta durante la Milano Design Week dal 9 al 14 aprile, nella mostra Feel Home, mentre il debutto sul mercato è previsto per agosto.
Per quanto riguarda Amazon, un dato recente una nota casa inglese di diffusori, relativamente giovane, non storica, ma molto attiva e innovativa, è da poco entrata nel mercato degli Stati Uniti, solo con Amazon. In sei mesi, un milione di dollari di fatturato.
Queste due realtà dovrebbero far riflettere gli operatori di questo mercato, siano essi distributori o negozianti. Provo a dare il mio piccolo contributo.
Audio per il grande pubblico
La prima considerazione è che se due colossi come Amazon e IKEA si muovono così, vuol dire che hanno individuato una domanda che esiste. Il pubblico “normale” è interessato ad ascoltare la musica in casa ed in modo facilmente fruibile, senza le complicazioni classiche di tanti prodotti che piacevano agli “audiofili”. E qui si ritorna al tante volte ripetuto tema del “che fare” per distributori e negozianti.
Mi sembra di capire, dai segnali che leggo nel mercato internazionale, che i produttori si stiano dirigendo verso due filoni principali.
Il primo è il mercato veramente di massa, inteso come online principalmente e grandi superfici dove comunque non ci sia bisogno del personale specializzato.
Prodotti esposti su scaffali o ambienti ad hoc (librerie, grandi magazzini multisettoriali ecc.) dove il cliente compra per impulso, perché incuriosito o alla ricerca di “qualcosa per sentire musica” senza una particolare conoscenza perché i suddetti prodotti sono facili da usare. Plug and play.
Cito due esempi che danno una idea di come anche marche storiche abbiano capito che il mercato cambia.
L’ultimo desktop di McIntosh presentato, un sistema tutto in uno con inclusi due piccoli diffusori, oppure la nuova linea annunciata dai nuovi proprietari coreani di Bower&Wilkins (EVA).
Con il nome di Formation, una linea completa di elettroniche e diffusori wireless che prossimamente arriverà sul mercato.
Audio per gli appassionati
Il secondo filone sono i cosiddetti prodotti “di nicchia” con caratteristiche particolari, costruzione ricercata e costo medio alto, senza i livelli extralusso, riservati ormai solo ai nuovi ricchi orientali o a qualche celebrità. Questi prodotti devono essere presentati e dimostrati. Ecco quindi la necessità di un negozio fisico e la presenza di un venditore competente.
Che tipo di negozio può essere questo, per il mercato emergente che deve attirare nuovi clienti, quelli che vogliono un prodotto migliore e non da centro commerciale.
Penso che questo negozio debba essere piccolo e a conduzione quasi familiare. Quello che in fondo è un po’ il ritorno alle origini della vendita dell’alta fedeltà.
Ritengo infatti che un negozio storico con molti prodotti in esposizione di molte marche (molte delle quali presenti in internet) con molto personale, molte spese, abbia difficoltà a reggere il mercato per come mi sembra si stia evolvendo.
Alcuni segnali di questa tendenza si cominciano a vedere anche in Italia, con piccole nuove realtà che nel contempo importano direttamente alcuni dei marchi di nicchia di cui si accennava prima.
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