Amarcord arriva in versione restaurata in Blu-ray da CG Entertainment: l’edizione è buona ma non fa gridare al miracolo.
Nella Rimini dei primi anni ’30 si incrociano le vicende di alcuni abitanti e di una famiglia alle prese con le piccole vicissitudini quotidiane e gli avvenimenti storici dell’epoca. Fellini ha sempre negato che Amarcord fosse frutto di un’ambizione autobiografica dopo gli episodi “reali” (I vitelloni) e “filosofeggianti” (8 ½) della sua produzione precedente, ma tra le pieghe di questa rievocazione dell’Italia fascista tra fiabesco e realismo non si possono non identificare episodi o personaggi (l’amico Titta) che il regista visse sulla propria pelle.
Questo attaccamento sentimentale alla giovinezza (spensierata ma non troppo), che si mischia a influenze di Moliere e Goya, senza dimenticare il gusto per la caricatura tipico del regista, rende Amarcord uno dei punti più alti della poetica felliniana, tanto da fargli guadagnare un Oscar come miglior film straniero e da mettere d’accordo una volta tanto persino la critica francese.
VIDEO
AUDIO
CG propone come di consueto l’audio in versione lossy (Dolby Digital 2.0 canali a 224 kbps) ma anche lossless, nello specifico in DTS-HD Master Audio 2.0 canali. L’audio è stato altrettanto soggetto a restauro e presenta una resa più che dignitosa sebbene soggetta a alcuni limiti fisiologici delle pellicole di quegli anni.
Certamente apprezzabile la resa dei dialoghi, non del tutto avulsa da sibilanti un po’ accentuate e da qualche momento in cui l’intelligibilità non risulta chiarissima (il dialetto non aiuta), ma non risulta schiacciata sulle frequenze medie quanto in passato. In generale il messaggio sonoro non presenta distorsioni e fruscii evidenti ma solo una certa asprezza nei momenti più concitati. Si nota, a questo proposito, una certa disparità di volume tra le diverse scene, caratteristica peculiare del missaggio originale e che fa emergere una discreta dinamica della traccia.
Da notare che rispetto alle tracce monofoniche degli altri film Blu-ray di Fellini testati, qui l’amplificatore non dirotta tutto sul centrale ma permette agli altri diffusori di entrare in gioco sebbene il missaggio non si palesi come stereofonico.
EXTRA
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