La ripubblicazione di sette film Classic Monsters degli anni ’30 e ’40 (ed uno dei ’50) ci offre lo spunto per andare a delineare le origini di un genere tra i più amati dal grande pubblico in ogni epoca.
Indubbiamente i mostri classici sono ancora impregnati di grande fascino e a distanza di oltre ottanta anni questi film mantengono inalterata la loro qualità cinefila; si tratta di capolavori pionieristici popolati da affascinanti personaggi che hanno fatto la fortuna della Major. In quei magnifici film in B&N ‘inventati’ dalla Universal si rintraccia la scintilla degli incubi di celluloide che ancora oggi continuano a farci compagnia in nuovi contesti e con mezzi tecnici all’ epoca impensabili.
Frankenstein, Dracula, La Mummia, L’Uomo Invisibile, La moglie di Frankenstein, L’Uomo Lupo e Il Mostro della Laguna Nera (1954) hanno lasciato un segno indelebile nella storia del Cinema e alla Universal va riconosciuto il merito di essere stata l’unica nel periodo ‘30/’50, a parte alcune buone iniziative della RKO (King Kong su tutte), a dare il giusto rilievo al filone horror/fantasy.
Va anche sottolineato come questi film siano stati influenzati dall’Espressionismo mitteleuropeo e dal grande cinema horror tedesco anni ‘20, e non è marginale la constatazione che gli Universal Studios siano stati creati nel 1912 proprio da un immigrato tedesco, Carl Laemmle, che raccolse tra le sue fila numerosi registi, attori e tecnici germanici.
Un altro elemento importantissimo da segnalare è come Hollywood nei primi anni Trenta abbia puntato sui film dell’orrore quale processo catartico collettivo che rifletteva la paura diffusasi durante la Grande Depressione di una realtà fatta di miseria e disoccupazione a seguito del crollo della Borsa di Wall Street.
L’Horror era un genere già popolare ai tempi del Muto, ma con l’avvento del sonoro (che assicurava il supporto di porte cigolanti, ululati inquietanti, urla di terrore o scale scricchiolanti) ebbe la sua definitiva consacrazione. E la Universal si distinse immediatamente per il fatto di dare spazio e continuità ai mostri di celluloide divenendo la ‘casa dell’horror’ per eccellenza ed incontrastata dominatrice del box-office. Dai suoi studios nel 1931 vennero confezionati due film divenuti leggenda e destinati a fama imperitura, Dracula di Tod Browning, con Bela Lugosi, e Frankenstein di James Whale, con Boris Karloff.
Stranamente escluso da questa emissione (ma presente invece nel cofanetto Classic Monsters uscito qualche anno fa) un altro dei grandi classici targati Universal: Il Fantasma dell’Opera (1943) di Arthur Lubin, con Claude Rains, all’epoca già protagonista de L’uomo Invisibile e L’Uomo Lupo.
Ecco di seguito le recensioni di tutti i film che compongono il cofanetto Universal Classic Monsters, disponibili anche separatamente nelle classiche amaray o nelle più eleganti steelbook da collezione.
© 2018 – 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.