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TCL 55DP660 4K Edge LED – 55″ pollici di qualità

Tra i principali costruttori di pannelli al mondo TCL ha rinnovato anche la gamma 55″ pollici di cui proponiamo il test del modello 55DP660 4K

Terzo in ordine di grandezza per produzione di pannelli al mondo c’è la cinese TCL, di cui non molto tempo fa abbiamo avuto occasione di testare il modello U55P6046 mentre qui presentiamo l’analisi approfondita del nuovo TCL 55DP660 55″ pollici 4K.

Il 55DP660 è un apparato presente nel catalogo 2018, un 55” pollici che troviamo a mercato in seno alla gamma medio-bassa in termini di dimensioni schermo e posizionamento di prezzo (attualmente attorno a 550€). Per grandezza e ingombro siamo già a livelli piuttosto importanti, anche se a onor del vero quello che ci siamo trovati di fronte è un televisore che sa contenere lo spazio al minimo.

Design e terminali

Cornice in metallo con angoli arrotondati, il montaggio può anche venire completato da una sola persona: una volta collocato il lato schermo su di un morbido piano, l’ancoraggio dei due punti di appoggio in robusto metallo è piuttosto semplice tramite due viti ciascuno. A tale proposito occorre considerare a livello di ingombro che i due elementi hanno posizionamento laterale e che non è possibile alcuna rotazione dello schermo. Compatibile VESA (200 x 200 mm), l’apparato ha dimensioni 1249 x 788 x 222 mm (L x A x P) inclusi i due piedi d’appoggio e pesa 14 Kg.


Lo spessore dell’apparato è ridotto ai minimi termini, attorno al mezzo centimetro, eccetto per il lato inferiore con un ispessimento da 1,5 cm per la presenza degli altoparlanti. Il TCL 55DPP660 è uno schermo a risoluzione 3840 x 2160 di tipo VA (Vertical Alignment) Edge LED con Micro Dimming.

La tipologia di pannelli VA offre la resa massima solo se posizionati il più possibile a centro schermo, oltre ad avvantaggiarsi per una più coerente resa del nero anche quando c’è scostamento tra il punto di visione e la posizione centrale. Nello specifico per quanto riguarda il 55DP660 siamo di fronte a un pannello 8 bit + FRC (Frame Rate Control), capace di raggiungere i 10 bit tramite dithering temporale.

Il compromesso è di fatto legato all’elaborazione da parte dell’elettronica nel generare un più elevato volume di sfumature rispetto a quelle effettivamente gestibili attraverso il cosiddetto dithering, che nel caso di questo apparato è di tipo temporale, alternando a elevata velocità i colori ingannando il cervello e restituendo la sensazione di un terzo colore, proprio come se il pannello fosse 10 bit e possedesse 1024 sfumature per ogni componente cromatica primaria al posto delle solite 256 per gli 8 bit.

In questo senso i risultati in passato erano piuttosto modesti ma con l’evoluzione dei sistemi di elaborazione, proprio come per il 55DP660, siamo di fronte a un egregio risultato, simile anche se non prossimo rispetto alla resa di un pannello effettivamente 10 bit. Nel nostro caso la compatibilità massima è per segnali 2160p/60 Hz/12 bit.

Posteriormente la presa di corrente, guardando da dietro, è collocata sulla destra e l’intero banco di terminali dalla parte opposta: 3 HDMI 2.0a/HDCP 2.2 (di cui 1 ARC) full bandwidth, USB x 2 (3.0 + 2.0), uscita audio ottica, jack cuffie (ma c’è anche la compatibilità Bluetooth), slot CI per card e programmi TV ad accesso condizionato. Come per il precedente modello testato anche qui la prima accensione e setup con impostazione del Paese di origine, Wi-Fi b/g/n (solo 2.4 GHz) o Ethernet e ricerca canali DVBT e satellite è semplice e rapida.

Funzioni e telecomando

Ritroviamo il medesimo sistema operativo Android Nougat (7.0) che lavora attraverso il processore Mediatek MT5891 (quad-core 64 bit), unità grafica Mali-T860, 2 GB di RAM e circa 10 GB di spazio disponibile per l’installazione di ulteriori app rispetto alle preinstallate: tra le più interessanti e comuni ritroviamo Netflix, Google Play Film, Rakuten TV, T-Channel e poco altro ma è sempre possibile arricchire l’offerta personalizzandola.

Sopra il telecomando abbinato al TCL 55DP660 e sotto quello per Oppo UDP-203

Il telecomando è completo, leggero ma la forma alquanto allungata rende meno immediato accedere rapidamente al relativo pulsante. La disposizione dei tasti è comunque sensata e si prende rapidamente confidenza con la zona di navigazione che è poi quella di uso più quotidiano, in prossimità della selezione volume/canali memorizzati. Peccato per l’assenza della retroilluminazione.

Rispetto alla configurazione è possibile agire attraverso smartphone o table Android, trasferendo i dati di account e rete, così come inserimento account Google, installazione dei canali. Premendo il tasto Home del telecomando si accede alla schermata principale per la visione della programmazione televisiva così come alle app. Chromecast è integrato e permette la trasmissione dei contenuti da smartphone, tablet o laptop.

Misure e bilanciamento del bianco

Tra le svariate modalità immagine al solito “Dinamica” e “Standard” eccedono con il blu restituendo un quadro maggiormente freddo ma che potrebbe andare bene per la visione di trasmissioni DVBT o satellite, eventualmente si può anche provare “Smart HDR” che va a rielaborare il segnale simulando la presenza di wide color gamut, questione di gusti ma anche in questo caso c’è accentuazione di blu, il gamma tende ad allontanarsi troppo da 2.2 ma ciò non significa che il risultato non possa essere di gradimento.

Gamma: a sinistra prima della taratura

Le modalità PC e Gioco sono da sfruttare all’occorrenza con la gaming che va ad abbassare ulteriormente il tempo di risposta attorno a 27 msec. La visione di materiale cinema, ma più in generale per ritrovarsi una maggiore coerenza a livello del triangolo di gamut il consiglio è la modalità immagine “Cinema” a patto che in “Video avanzato” si faccia scendere l’impostazione della “Temperatura colore” a -5 per poi procedere al “Bilanciamento del bianco”.

A taratura completata resta comunque evidente un certo scostamento per il blu ma soprattutto per il rosso, attorno a 6.0. Ricordiamo inoltre che al momento il pannello è compatibile unicamente HDR-10 e HLG, assente il Dolby Vision e per ora anche HDR-10+.

Scala grigi: sopra prima della taratura

Il white balance è disponibile a 2 oppure 10 step. Poco utile la prima opzione, una volta attivati i 10 step si ha l’opportunità di migliorare notevolmente il bilanciamento di RGB (non esiste possibilità di intervenire sui secondari). Con un po di pazienza, lasciando Gamma a valore zero si raggiungono ottimi risultati mantenendo il valore massimo delle candele a circa 280 cd/m2 ma si può anche superare quota 300 cd/m2.

A tal proposito attenzione all’attivazione della “Retroilluminazione dinamica” e al “Micro dimming” che a fronte di un’immagine maggiormente brillante inficia la resa cromatica d’insieme, notevole il rapporto di contrasto che si attesta a 3400:1.

Scala grigi senza gamma: a sinistra prima della taratura

In modalità Cinema, connesso in HDMI il laptop per i test con colorimetro Xrite i1 Display Pro ci siamo imbattuti nel cosiddetto “Auto Dimming”: visualizzando il desktop su sfondo nero (e poche icone) l’illuminazione del pannello si è drasticamente abbassata, aumentando solo in presenza di elementi più luminosi. Banalmente premendo il tasto destro del mouse si è aperta la finestra delle opzioni, su sfondo bianco, portando i LED ad aumentare di potenza.

Gamut: a sinistra prima della taratura

Tale escamotage per far sembrare i neri più profondi non è disattivabile facendosi notare solo in rari contesti, come per esempio i titoli di coda di film dove per piccole e isolate scritte centrali bianco su nero abbiamo notato l’alternanza di illuminazione. Comunque con immagine totalmente nera resta comunque inevitabile notare alcune porzioni di area all’estremità una più elevata luminosità, da sempre legata alla scelta dell’edge LED.

Una presenza nel complesso contenuta ricordando che il livello del nero è notevole già in ambito REC.709 dove la copertura si attesta attorno al 97.6%, scendendo a circa 91% in DCI-P3 (come modello base il CIE 1931) e circa 66% in REC.2020.

A sinistra immagine senza tone mapping, a destra dopo il tone mapping (elementi scuri diventano un po’ più chiari e viceversa)

Nota molto positiva per questo pannello è relativa alle scelte del costruttore di gestione di contenuti in HDR con tone mapping,  applicando elaborazioni tramite algoritmi proprietari in modo da gestire al meglio possibile gli ampi volumi di colore che entrano in gioco con immagini UHD.

Il volume di colore è legato fondamentalmente al gamut colore e al range dinamico, ovvero la differenza tra nero e bianco. Quando il materiale che si sta visionando supera le capacità del pannello stesso, spazio colore DCI-P3 in questo caso > del 91% e i picchi di luminosità vanno ben oltre i 1000 nits, occorre intervenire per rendere uniforme la visione adattando il tutto a quanto il pannello stesso è in grado di visualizzare senza ‘spingere’ agli eccessi gli elementi alle alte luci.

Solo in questo caso potrebbe tornare utile l’attivazione del Mirco Dimming, senza alterazioni eclatanti e comunque scelta lasciata più al gusto personale.

Blade Runner 2049

Prova su strada

Prova esemplare il consueto Blade Runner 2049 (foto sopra), Digital Intermediate 4K, HDR-10 dove l’alternanza del Micro Dimming carica ulteriormente l’intensità dei colori, esemplare in questo senso la parte con prevalenza di toni rosso-arancioni nel rifugio di Deckard scoperto da K nella seconda parte.

Un tone mapping gradevole lasciando tutto disattivo potrebbe non essere la scelta definitiva a fronte di un quadro complessivo forse un po’ troppo scuro, anche con retroilluminazione e contrasto al 100%. In ambito gaming abbiamo saggiato la resa anche in condizioni complesse come nel caso del recente Marvel’s Spider-Man, senza perdite evidenti in termini di performance anche quando il super eroe si trova a compiere veloci evoluzioni attorniato da elementi in movimento alquanto rapido.

La visione di contenuti DVBT SDR a risoluzione SD resta interessante e nel caso di canali particolarmente compressi è possibile attivare alcuni filtri digitali di riduzione del rumore a scapito però del dettaglio che tende ad attenuarsi, ciò è possibile intervenendo su “MPEG NR” e “DNR” (utili anche con i ‘vecchi’ DVD). L’attivazione della funzione “Black Stretch” ‘schiaccia’ il bianco del 5% verso il basso, aumentando la ricchezza dei colori e fornendo una base di nero più solida. Una prova di visione può essere fatta per comprendere il beneficio sui neri, a seconda che il locale sia più o meno immerso nel buio.

Rispetto al 4K in streaming c’è compatibilità per Netflix e YouTube. La rapidità di spostamento da una memoria all’altra è limitata rendendo impossibile lo zapping vecchio stile, in alcune situazioni resta la sensazione di un abbassamento nel feedback rispetto al comando impartito, qui potrebbe risolvere un eventuale aggiornamento firmware. Rapidità di accensione non esaltante: dal momento in cui si preme il relativo pulsante al termine dei loghi TCL + Android passano circa 50″ secondi prima dell’operatività.

Audio

A livello di ascolto la resa degli altoparlanti, 2 x 8 Watt in configurazione down firing, ha una qualità accettabile quanto meno per i programmi televisivi, altra cosa è la necessità di maggiore corposità per i bassi restituendo maggiore dinamica specie in ambito cinema, dove l’omonima preimpostazione poco può fare mentre ricordiamo altri setup disponibili quali “Musica”, “Voce chiara”, “Gioco”, “Stadio”, “Personale”. In quest’ultimo caso si può provare a equalizzare il segnale dando anche maggiore respiro e sensazione di surround, nell’economia di un ascolto casalingo più che dignitoso.

Verdetto

A conti fatti il TCL 55DP660 è uno dei pannelli più interessanti e performanti in una fascia di prezzo medio-bassa, in particolare per coloro alla ricerca di elevata resa in termini d’immagine. Saremmo stati ancor più felici se il sistema di “Auto Dimming” fosse stato disinseribile; anche il telecomando che di fatto pecca unicamente per l’assenza della retroilluminazione gradiremmo venisse riconsiderato in termini di lunghezza/larghezza.

Ci è piaciuto molto il sistema di tone mapping e la performance offerta dal “Micro Dimming” con materiale UHD HDR. In presenza di un lettore 4K resta il consiglio di saggiare eventuali differenze in termini cromatici e di precisione del quadro per segnali 2K FHD tra il rescaling del pannello piuttosto che quello offerto dal player.

Un televisore per chi gradirebbe evitare i tipici limiti di un pannello economico puramente 8 bit avvicinandosi con confidenza al mondo dell’UHD senza troppe remore, sapendo di avere di fronte un apparato di qualità in grado di sfruttare al meglio l’elettronica proprietaria.

Per ulteriori informazioni: link diretto alla pagina di TCL dedicata al 55DP660.

TCL 55DP660 4K
7,5 Recensione
Pro
Micro Dimming in HDR
Elaborazione tone mapping
Gestione contenuti smart
Bilanciamento bianco
Bluetooth
Contro
Auto dimming a volte fastidioso
Lentezza nell'accensione
Dolby Vision e HDR-10+ assenti
Telecomando non retroilluminato
Pannello non 10 bit nativo
Resa audio migliorabile
Riepilogo
Pannello: Edge LED Micro dimming
Risoluzione: 3840 x 2160 pixel
Diagonale: 55"
HDR: HDR-10/HLG
Profondità colore: 10 bit (8 bit + FRC)
Connessioni: 3 x HDMI (2.0a (4K/60p), 1 USB 3.0, 1 USB 2.0, jack stereo cuffie, slot common interface, uscita ottica S/PDIF TOSlink, Ethernet, Wi-Fi (2,4 GHz, IEEE802.11a b/g/n), Bluetooth 3.0
Prezzo: 550 euro (indicativo)
Sito del produttore: https://www.tcl.eu/it/prodotti/uhd-p66-55dp660
Immagine
Funzioni
Costruzione
Audio
Il giudizio di AF

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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