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Sonos Beam: un primo sguardo alla smart soundbar da battere

sonos beam

Disponibile dal 17 luglio a 449 euro, Sonos Beam è una smart soundbar che punta tutto su prezzo, dimensioni, servizi di streaming, controlli vocali e integrazione nell’ecosistema Sonos. Ecco le nostre prime impressioni.

Quattro anni dopo il lancio della soundbar Playbar e un anno dopo l’arrivo della Playbase e dello smart speaker One, Sonos è pronta a tornare sul mercato con Sonos Beam, una nuova soundbar presentata ufficialmente nelle scorse ore che sarà disponibile in Italia dal 17 luglio a 449 euro (le prenotazioni sono comunque già aperte).

Tra le caratteristiche principali di Sonos Beam segnaliamo l’ingresso HDMI, il controllo vocale tramite Alexa (presto disponibile anche da noi) e Siri e il supporto al neonato standard wireless AirPlay 2. Sonos afferma che vuole aiutare le persone ad “ascoltare meglio”, offrendo con Beam un nuovo prodotto in grado di assicurare un’esperienza audio eccellente sia con i film, sia con l’ascolto di musica in streaming. Se questo ambizioso traguardo sarà raggiunto dal produttore americano, lo sapremo solo in sede di recensione, ma già ora possiamo farci un’idea abbastanza precisa dopo aver utilizzato e ascoltato Beam per qualche ora. Ecco le nostre prime impressioni.

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Costruzione e design

Sonos afferma che Beam è una proposta 3 in 1 che mette insieme audio eccezionale, controllo vocale e dimensioni compatte. Ed è difficile contestare almeno questa ultima premessa. Sonos Beam infatti misura 65 cm in lunghezza, 10 cm in profondità e 6,85 cm in altezza e pesa solo 2,8 kg. Questo la rende circa il 60% più piccola come volume rispetto alla Playbar, che ricordiamo essere lunga 90 cm contro i 72 cm della Playbase.


Sonos Beam offre controlli tattili capacitivi che consentono di controllare il volume, passare a una traccia precedente o successiva, mettere in pausa e disattivare il microfono integrato. Un LED serve invece per indicare lo stato della soundbar, lo stato di disattivazione audio e il feedback vocale. Sul retro troviamo un ingresso HDMI, una porta Ethernet (è comunque presente anche il Wi-Fi dual-band), la connessione per l’alimentazione e un pulsante per il pairing.

Disponibile nelle colorazioni bianca e nera, la Sonos Beam è piccola e leggera ed è difficile immaginarlo non adatta per il vostro soggiorno a differenza degli altri diffusori TV Sonos più grandi che richiedono molto più spazio. Avete il TV appeso al muro? Nessun problema, visto che potete montare Sonos Beam anche sulla parete.

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All’interno ci sono quattro driver full-range, un tweeter e tre radiatori passivi, oltre a cinque amplificatori in classe D. Come per la Playbar e la Playbase i driver e i radiatori sono posizionati non solo lungo la parte anteriore, ma anche sui bordi esterni e ciò contribuisce ad ampliare il suono nella stanza anche in larghezza e non solo in maniera diretta verso l’ascoltatore.

Il controllo vocale è gestito da cinque microfoni far-field. Perché cinque? Per essere sicuri che Beam possa sentirvi ovunque siate nella stanza e non è un caso se Amazon Echo ne ha sette e HomePod sei. È comunque possibile disattivarli e, con la crescente attenzione alla sicurezza dei dati e della privacy, Sonos ha sottolineato come non sia “nel business della vendita di dati e non lo sarà mai”.

Funzioni

Le principali funzioni di Sonos Beam sono comuni a quelle di tutti gli altri prodotti Sonos e, se non siete “esperti” in materia, vi invitiamo a leggere questo nostro speciale. È essenzialmente un diffusore wireless/smart e multi-room in grado di riprodurre musica da Apple Music, Spotify, Tidal e praticamente qualsiasi servizio di streaming musicale sul mercato. Può anche connettersi a qualsiasi altro prodotto Sonos che avete in casa e naturalmente al vostro TV.

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Mentre i diffusori Sonos TV esistenti (Playbar e Playbase) offrono solo una connessione audio ottica, il Sonos Beam ha un ingresso HDMI ARC che può quindi sincronizzare audio e video e controllare il televisore purché questo supporti la funzione CEC (Consumer Electronics Control). Grazie al supporto vocale di Sonos Beam ciò significa che potete accendere il TV e regolare il volume tramite comandi vocali, il che è decisamente comodo e immediato. Oltre ad Alexa e Siri, Sonos sta lavorando per aggiungere anche il supporto per Google Assistant e, quando ciò avverrà, il Sonos Beam potrebbe essere lo smart speaker (nonché la soundbar) più completo in assoluto a livello di assistenti vocali.

Alexa apporta funzionalità extra e l’aggiunta di un dispositivo Fire TV consente di impartire ancora più comandi da Sonos Beam, come l’avvio di programmi specifici sui servizi di streaming supportati. Se per esempio diremo “Alexa, riproduci Stranger Things”, la riproduzione inizierà immediatamente su Netflix tramite Fire TV. È inoltre possibile collegare due diffusori Sonos più piccoli per fungere da canali posteriori in un sistema Home Cinema, ma volendo si può anche aggiungere o aggiungere un il Sonos Sub per migliorare non poco l’esperienza di ascolto generale.

Tuttavia, Sonos non ha aggiornato il supporto del codec audio e quindi abbiamo a disposizione solo PCM stereo e Dolby Digital (mancano invece il DTS e i formati audio lossless). A tal proposito Sonos afferma che il Dolby Digital è sufficiente per la stragrande maggioranza delle persone. Sarà anche vero, ma non supportare il DTS o l’audio lossless nel 2018 inoltrato non è proprio il massimo.

Manca inoltre il supporto al Dolby Atmos e a tal proposito Sonos ha fatto capire che il Beam è troppo piccolo per integrare ulteriori driver e che le stesse soundbar Dolby Atmos già disponibili oggi sul mercato non offrono una vera esperienza Atmos, o almeno non tale da soddisfare appieno le aspettative sia degli appassionati, sia di Sonos stessa. In effetti, vedendo le dimensioni del Beam, non ci era venuto nemmeno in mente il Dolby Atmos, anche se la sua presenza nelle specifiche tecniche avrebbe fatto sicuramente un figurone.

Non mancano invece la tecnologia di equalizzazione Sonos Trueplay, che consente al Beam di adattare il suono all’ambiente di ascolto, e una modalità di ascolto notturno in modo da poter godersi film, musica e serie TV senza disturbare il resto della famiglia.

Prestazioni

Nella breve demo a cui abbiamo assistito ci siamo subito resi conto di come il sound di questa soundbar non abbia il volume, l’impatto e la profondità di quello assicurato dalla Playbar e dalla Playbase, ma è stato lo stesso Hilmar Lenhart, a capo dei sistemi audio Sonos, a dichiarare che il Beam non punta certo tutto su impatto, potenza e volume.

Ascoltando un brano di Leon Bridges, la voce esce comunque pulita e chiara. L’array LCR (driver di sinistra, centro e destra) restituisce una voce focalizzata e ben dettagliata. Il volume non manca, anche se, spingendolo quasi al massimo, gli acuti rischiano di diventare fin troppo brillanti. Un comportamento che avevamo riscontrato anche sulla Playbase, ma aspettiamo di testare Beam in fase di recensione per analizzare meglio il tutto.

Con Reckoner dei Radiohead il Beam fa un buon lavoro nel posizionare tutti gli strumenti in modo accurato senza farli sembrare confusi o slegati tra loro. C’è anche una buona sensazione di spazialità, con un’ampiezza impressionante considerando le dimensioni così compatte del diffusore.

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La dimostrazione è poi passata ai film e di nuovo il dialogo è al centro dell’attenzione. Una scena di Westworld dimostra come il Beam sia in grado di restituire i parlati in modo brillante, aggiungendo però abbastanza frequenze medio-basse da dare alla voce di Anthony Hopkins la necessaria gravità. Notiamo un leggero problema di sincronizzazione dei dialoghi in questa clip, ma come per i modelli precedenti il ritardo audio può essere regolato nelle impostazioni.

Una clip tratta da Wall-E aiuta invece ad apprezzare la capacità del Beam di creare il giusto coinvolgimento sonoro soprattutto nei panning laterali e se è vero che otterremmo un sound più ampio e spazioso da rivali più costosi e meno compatti, è altrettanto vero che il miglioramento rispetto all’audio di un TV (almeno di uno non dotato di una soundbar propria) è palese.

La demo finale con una clip tratta da Arrival mette in gioco anche due diffusori Sonos One utilizzati come canali posteriori. Il risultato è sicuramente apprezzabile a livello di tensione e coinvolgimento, sebbene il sound non guadagni tantissimo in ampiezza e dimensioni e la gamma bassa non colpisca come con altri diffusori dal prezzo simile.

Verdetto iniziale

Sonos è orgogliosa del suo approccio agnostico quando si tratta di servizi musicali e assistenti vocali ed è chiaro il suo obiettivo di supportarne il più possibile per dare la massima scelta possibile agli utenti. Sonos Beam ha inoltre lo scopo di accontentare chi trova le dimensioni standard di una soundbar o una soundbase troppo grandi, senza poi dimenticare il prezzo aggressivo (Playbar e Playbase costano infatti entrambe 799 euro).

L’aggiunta di un ingresso HDMI, il controllo vocale, AirPlay 2 e tutte le feature standard di Sonos rendono Sonos Beam un prodotto riuscito e interessante. Certo, spiace trovare un solo ingresso e l’assenza del DTS e del Dolby Atmos va comunque considerata, ma Sonos sembra aver fatto ancora una volta le cose con attenzione e non si è dimenticata della qualità dell’audio anche in un prodotto più compatto ed economico come questo.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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