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Sfida streamer: Cambridge Azur 851N vs Pioneer N-70AE

Pioneer N-70AE

Abbiamo messo a confronto il Cambridge Azur 851N e il Pioneer N-70AE per scoprire quale dei due sia il miglior streamer hi-res per completezza e qualità audio.

Comprarsi oggi uno streamer hi-res non significa per forza spendere cifre esorbitanti, ma se volete investire dai 1300 ai 1700 euro per un prodotto di alta qualità avete a disposizione due streamer che abbiamo apprezzato molto negli ultimi mesi, ovvero il [amazon_textlink asin=’B00UEU2NBA’ text=’Cambridge Azur 851N’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’0a9142ed-d6a1-11e7-b88f-a194f90aab6b’] (1769 euro) e il Pioneer N-70AE (1349 euro).

Se prezzi simili vi possono sembrare eccessivi per uno streamer, in realtà oggi questi prodotti non devono offrire solo i più noti servizi di streaming audio, ma devono riprodurre file hi-res (anche da NAS o da un PC), suonare bene e possibilmente integrarsi con altri componenti digitali. Entrambi i modelli oggetto di questa comparativa sono eccellenti (non a caso abbiamo premiato il Pioneer con il massimo dei voti), ma uno è riuscito a prevalere sull’altro (seppur di poco) e di seguito vi spieghiamo il perché.

Funzioni

Su questo versante ad esempio lo streamer di Pioneer ha una marcia in più rispetto a quello di Cambridge. Entrambi possono connettersi alla linea casalinga tramite Wi-Fi o Etherner e streammare da un PC o un NAS connesso alla stessa rete file hi-res fino a 24bit/192kHz. Non manca il supporto ai file DSD 64, ma il Pioneer riesce a fare di meglio supportando i DSD 256 a 11.2 MHz.


Entrambi inoltre includono Spotify Connect, le radio internet e AirPlay, con il Cambridge che tramite un dongle opzionale (circa 90 euro) aggiunge anche la connettività Bluetooth. Il Pioneer in più consente l’accesso diretto a Tidal e Deezer e, grazie al Chromecast integrato, anche a Google Play Music. Non manca poi il supporto alle piattaforme di streaming multi-room FireConnect e DTS PlayFi per condividere musica in varie stanze della casa tramite dispositivi compatibili.

Servizi e piattaforme disponibili tramite le app per iOS e Android Pioneer Remote e Cambridge Connect. La prima è piuttosto semplice da navigare, anche se alcuni piccoli difetti rendono le operazioni un po’ più scomode del previsto, come ad esempio la funzione per saltare traccia o la gestione delle cartelle da NAS. Su quest’ultimo versante abbiamo preferito l’app di Cambridge, soprattutto se avete librerie di file molto grandi.

A livello di connessioni fisiche entrambi gli streamer accettano altre sorgenti audio. Il Cambridge ha due ingressi coassiali, due ottici e uno USB asincrono per il collegamento con un PC (più altre tre porte USB), con tutti gli input digitali capaci di riprodurre file fino a 24bit/192kHz.

Il Pioneer ha meno ingressi digitali (un ottico e un coassiale), ma il suo ingresso USB asincrono accetta anche file fino a 32bit/384kHz e, a differenza del Cambridge, troviamo un’uscita cuffie da 6,3mm. Naturalmente ci sono anche le uscite per il collegamento a un amplificatore, con entrambi gli streamer che offrono RCA, XLR bilanciate e uscite coassiali e ottiche.

Costruzione

Anche se i due modelli appaiono solidi e curati, abbiamo preferito leggermente il Cambridge per un fattore di eleganza e finiture. Immancabili i display frontali, con il Cambridge che ne monta uno da 11cm di diagonale e il Pioneer uno da 9cm; in entrambi i casi si tratta di display a colori e in grado di mostrare all’utente sia le principali informazioni sulla riproduzione in corso, sia l’artwork dell’album in ascolto.

Qualità audio

È però venendo all’ascolto che si notano le differenze maggiori tra i due streamer. Dopo aver fatto partire Reckoner dei Radiohead, il Pioneer ruba da subito la scena con la sua tela sonora più ampia e spaziosa, mentre il Cambridge convince maggiormente nella cadenza ritmica e nelle capacità di timing, facendosi preferire però anche a livello di dettaglio e nel modo in cui riesce a gestire le percussioni del brano.

Il Cambridge restituisce inoltre un più efficace senso di coesione quando si tratta di far risaltare i vari strati sonori della canzone e, per capirlo, ci è bastato accorgersi di come renda la “fragranza” e la dolcezza delle chitarre. Notevole anche il bilanciamento timbrico, con bassi che scendono parecchio e danno la giusta botta e, al tempo stesso, con una gamma alta brillante al punto giusto e medi chiari e articolati.

La presentazione suona poi muscolare e corposa e in grado di assicurare soddisfazione e divertimento con qualsiasi genere musicale. Sensazione che abbiamo avuto sia dall’ascolto di Born In Darkness di Hans Zimmer a 24bit/192kHz (dalla colonna sonora de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno), sia dallo streaming da Spotify e AirPlay, seppur la resa in questo caso soffra maggiormente della compressione pur restituendo sufficienti quantità di dettaglio e spaziosità.

Sensazioni simili a quelle sperimentate con il Pioneer. Il mix di percussioni, elettronica e voci in Stay Lost dei Destroyer è incantevole per precisione e coesione e anche quando passiamo a La Regle du Jeu l’atmosfera da cabaret francese è restituita con quella vivacità mista a divertimento che ci fa amare ancora di più le qualità sonore di questo streamer.

Alla fine potrà anche non avere quell’attenzione eccezionale al timing e al dettaglio del rivale britannico, ma il Pioneer offre una resa aperta e ampia che non va affatto sottovalutata e, tornando ai Radiohead, quando la voce di Thom Yorke riempie gli spazi strumentali, il soundstage appare bilanciato in modo straordinario, come se non si sentisse la mancanza di alcunché a livello timbrico.

Verdetto

Come ogni bella sfida cavalleresca il confronto tra il Pioneer N-70AE e il Cambridge Azur 851N non può esaurirsi al primo round. Il primo infatti, oltre a costare circa 400 euro in meno, convince maggiormente per la maggior ricchezza di funzioni tra DSD a risoluzione più elevata, integrazione di Tidal, Google Play Music e Deezer e streaming multi-room.

Se invece preferire badare al sodo e per voi uno streamer hi-res deve innanzitutto suonare bene e, solo in un secondo tempo, avere anche tante funzioni, allora il Cambridge saprà darvi più soddisfazioni pur se a un prezzo superiore.

© 2017, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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