A un anno di distanza dal test di un altro QLED Samsung abbiamo saggiato caratteristiche e funzionalità del Q9FN 2018 e lo sconcerto non è mancato
Samsung QLED Q9FN, la nuova generazione è arrivata. Quantum Dot è una tecnologia piuttosto recente le cui applicazioni in ambito TV risalgono a non più di 5 anni or sono e sin dall’inizio quella dei nanocristalli semiconduttori è stata presentata come la risposta all’OLED e all’incapacità dei TV LED di offrire neri efficienti e profondi, specie nei confronti dei possessori dell’abbandonato plasma.
Tra gli apparati che abbiamo avuto il piacere di testare il Samsung QLED QE55Q8C, TV curvo gamma 2017, ci aveva fatto un’impressione molto buona pur rimanendo riserve sulle potenzialità inespresse e la capacità nell’immediato futuro da parte della ricerca di ridurre il margine nei confronti degli OLED. A distanza di una manciata di mesi ci siamo quindi ritrovati a testare un imponente 65” pollici QLED di ultima generazione, stavolta a schermo piatto.
Design e installazione
La profilatura in alluminio canna di fucile dona un tocco di eleganza in perfetta comunione con l’ampio piedistallo che va ad ancorarsi direttamente sul dorso dell’apparato. Oltre il taglio da 55” è fortemente sconsigliato procedere da soli al montaggio e l’azienda lascia l’impressione di aver fatto il possibile per rendere l’operazione di trasporto e assemblaggio la più sicura possibile.
Una sottile pellicola trasparente protegge lo schermo, sopra di essa due ulteriori spessori in plastica leggermente adesiva sono posizionati bordo schermo, onde evitare che la mano finisca per esercitare eccessiva pressione rischiando il danneggiamento fisico. Il dorso è interamente in plastica piuttosto robusta.
Sfruttando tali protezioni fronte schermo è sufficiente ruotarlo col dorso in alto, suggeriamo di sfruttare la scatola stessa come punto di appoggio, per poi procedere all’ancoraggio dello stativo con le quattro viti a corredo. Ricordiamo che la base in metallo piuttosto robusto porta il peso complessivo a circa 31 Kg, meglio farsi aiutare a sollevare e posizionare un TV che tra l’altro non offre alcuna possibilità di rotazione dello schermo rispetto alla base.
Anche in questa nuova serie Q9FN 2018 l’intero set di collegamenti è totalmente disgiunto dall’apparato tramite il ‘One Connect‘, box interfacciato attraverso un sottilissimo cavo in fibra ottica di spessore pari a 3.35 mm, in dotazione quello da 5 mt ma è sempre possibile acquistarne uno da 15 metri, l’avvertenza in questo caso è quella di evitare pieghe o torsioni che ne comprometterebbero il funzionamento. Dopo circa 1 ora di utilizzo il box risulta sensibilmente caldo in misura simile al passato.
Come l’anno passato ritroviamo il piccolo ma funzionale telecomando, non retroilluminato, interamente in metallo che potrebbe far storcere il naso a chi è abituato a pilotare i canali del TV tramite tastiera fisica, qui l’input richiede un paio di manovre in più per raggiungere la selezione con keyboard a video.
Gli unici due pulsanti di selezione incrementale sono quelli del volume e delle memorie e, nonostante i pochi pulsanti, le funzioni sono state intuitivamente raggruppate ed è possibile anche il controllo del televideo. Presente microfono per l’interazione vocale. Sotto lo schermo, subito dietro il logo Samsung sono collocati i controlli fisici per accedere ai vari menù, in caso di app diventa pad direzionale.
Rapida e indolore la configurazione base con impostazione lingua, Paese di residenza, ricerca canali, connessione a eventuale rete Wi-Fi e nel giro di una manciata di minuti il dispositivo è pronto per l’uso. Prevista anche l’integrazione mobile senza inserire la password Wi-Fi sul televisore, basta scaricare l’app Samsung Connect sullo smartphone per interagire col TV inclusa la scelta delle app preferite e non solo: terminata l’installazione Samsung Connect ha funzione di secondo controller. Compatibilità Android e iPhone.
Riguardo il box ‘One Connect’ l’offerta terminali resta la stessa: 4 HDMI 2.0 full bandwidth (HDCP 2.2) di cui una con funzione ARC, lateralmente 3 USB 2.0 (di cui una sola 5 V/ 1 A x HDD, le rimanenti 5V / 0,5 A), presa rete Ethernet, slot Common Interface per scheda accesso condizionato, uscita audio ottica, doppio ingresso satellite, input cavo antenna DGTV. Il cavo ottico va ad agganciarsi alla presa dorso schermo senza ulteriore ispessimento dello stesso nel caso di ancoraggio a muro. Wi-Fi dual band (2,4 + 5 GHz).
Pannello 3840 x 2160, 10 bit, sistema operativo Tizen legato al progetto open source basato su Linux. Il tasto Home sul telecomando apre a schermo una pratica interfaccia per avere a portata di selezione i canali memorizzati così come l’offerta streaming, nella sezione più a sinistra il set di icone con accesso alle periferiche connesse e setup.
Tra le novità di quest’anno la cosiddetta modalità ‘Ambiente’ che trasforma l’apparato in un quadro digitale dove far scorrere immagini come opere d’arte, informazioni live o un orologio dalla grafica accattivante. Per chi fosse preoccupato dei consumi è presente la modalità di risparmio energetico che disattiva diverse funzioni ma per massimizzare il risultato qualitativo dell’immagine deve essere lasciato in posizione off.
Prova su strada
Subito evidente l’elevata luminosità del pannello, di fatto questo Q9FN è un Full Array Local Dimming (FALD) che a quanto riferisce la casa dispone di 500 dimming zones al pari di altri prodotti a mercato. Per il comparto UHD la compatibilità è HDR-10/HDR-10+ e HLG per il broadcast, al solito niente Dolby Vision. Veniamo al sodo: uno schermo da 65” pollici di pregio come questo non dovrebbe essere acquistato unicamente per visionare programmi DGTV a risoluzione SD. Durante i test abbiamo saggiato 1400 cd/m2 (SDR/HDR finestra 10%).
Al di là dello spazio colore portare un’immagine 576i su un simile pannello significa esaltare tutti i difetti tipici di una trasmissione digitale compressa. Fatta eccezione per i canali di stato e i principali network tutto il resto risulta pressoché inguardabile per la massiccia presenza di artefatti e opacità da rendere la visione indigesta. Presenti i soliti filtri per contenere il rumore video ma con una base di partenza a risoluzione SD occorrerebbe il tasto ‘miracolo’ per un miglioramento significativo. Fanno ovviamente eccezione i pochi canali HD 1080i ma anche in questo caso le limitazioni potrebbero palesarsi in caso di emissione live.
Le dirette degli europei di nuoto e atletica leggera sono stati un altro banco di prova che inesorabilmente hanno portato alla luce la compressione del segnale video ricevuto ma almeno in questo caso agire sui filtri digitali attenua le problematiche. Meglio va con i canali HD e UHD via satellite dove i feed di segnale restituiscono immagini meno raffazzonate. Da appassionati di tecnologia e settima arte va da se che questo è uno schermo che andrebbe sfruttato con programmi ad hoc, siano essi in streaming piuttosto che pre-registrati.
Nello specifico i test con Amazon Prime e Netflix si sono rivelati un perfetto banco di prova, la gestione adattiva del segnale consente la fruizione di programmi UHD HDR anche se a disposizione si hanno solo 30/50 Mbit/sec, a patto di avere tutta la banda a disposizione, cosa che in famiglia potrebbe non essere una costante.
L’eccellente compatibilità con i formati file più diffusi trasforma il TV in un versatile media player
I neri fanno un passo avanti
Il tallone d’Achille è da sempre la prestazione del nero e a tal proposito Samsung ha implementato un nuovo sistema di filtraggio per contenere al massimo le perdite di luce, incluso uno strato composto da una struttura prismatica per consentire la visione angolata evitando il drastico calo di contrasto e anche qui il risultato è tangibile: non si avvertono perdite evidenti nella resa d’insieme anche se ci si trova spostati di circa 30°/35° dal centro schermo. Sappiamo che i puristi non saranno d’accordo ma anche qui il miglioramento è palpabile.
I test con alcuni titoli da riferimento tra cui Star Wars – Gli ultimi Jedi, Pacific Rim Uprising o Blade Runner 2049, tutti da D.I. 4K, rivela il netto passo avanti in termini di contenimento della luce con inferiore light blooming, non del tutto eliminato certo ma rispetto all’anno scorso la resa è più piacevole.
In ambiente totalmente buio, testo bianco su fondo nero, si palesano i limiti con light blooming ma certo più contenuto rispetto alla gamma 2017 tanto che in più di un’occasione si è dimentichi di avere di fronte un QLED e non un OLED, anche qui quando è presente un’immagine con nero a zero lo schermo sembra spento.
Resa artistica a parte queste edizioni UHD hanno il pregio di provenire da Digital Intermediate 4K, perfette per i test immagine
Gamma cromatica e livello di illuminazione del pannello sono eccellenti e offrono prestazioni sorprendenti: una volta tarato e messo in condizioni di dare il massimo con materiale filmico il richiamo del menù principale è letteralmente abbagliante quanto fastidioso per il volume di luce che inonda il locale.
Chi fosse preoccupato per il risultato in termini di luminosità dell’immagine ricordiamo che l’elaborazione di immagini cinematografiche digitali avviene su base 1000 nits e non c’è alcun motivo di spingersi oltre, eccetto quando si è in presenza di broadcast sportivo, in tal caso il resto dei nits disponibili rende il tutto più coinvolgente. Gli algoritmi legati al local dimming per il Q9FN potrebbero risultare comunque invasivi anche se con impostazione al minimo e la scomparsa di particolari minori in background. Sfruttate l’UHD di Blade Runner 2049, ricco di passaggi notturni o in penombra per rendervi conto delle differenze.
Setup e calibrazione
Circa 6000:1 di contrasto nativo che con local dimming passa a 19000:1, la copertura dello spazio colore DCI P3 è del 95.4% (diagramma CIE 1931) e 71.5% in REC.2020. Interessante la capacità di interpolare segnali a partire da frame rate bassi sino a 120 Hz al fine di ridurre lo stuttering e anche con immagini veloci il volume di artefatti resta contenuto. Risoluzione massima supportata 4096 x 2160/30 Hz.
Al solito la modalità ‘Dinamica’ accentua pesantemente i blu ma una volta selezionato il preset ‘Film’ è possibile intervenire con la taratura del bianco anche a 20 punti, ottenendo un risultato di eccellenza per primari e secondari sia alle basse che alte luci. Il rovescio della medaglia nella gestione dei neri implica il rischio dell’affogamento parziale di elementi in secondo piano e background per cui il suggerimento è quello di tenere la posizione ‘Alto’ per il local dimming in presenza di materiale HDR.
Supporto Variable Refresh Rate per i gamer che sfrutteranno l’apparato allacciato a scheda grafica da PC mentre in modalità gaming il ritardo che abbiamo misurato si è attestato attorno ai 16 ms, un risultato di tutto rispetto e switch automatico alla modaliltà ‘Gioco’.
Nel corso dei giorni in cui abbiamo avuto a disposizione il Q9FN sono stati visionati per intero numerosi Blu-ray 2K/4K (da D.I. 2K/4K) e lo spettacolo è sempre stato notevole e appagante. Per riuscire a osservare le pecche dell’encoding per Blu-ray Full HD abbiamo dovuto forzare la medesima risoluzione in uscita dall’Oppo (UDP-203) disattivando qualsiasi tipo di ingerenza da parte del TV, altrimenti i sistemi di correzione del rumore video e filtraggio del segnale intervenivano in correzione.
Ciò è un bene, dal momento che anche un programma non esattamente reference guadagna ulteriormente in termini di uniformità e compattezza dei frame senza innescare ulteriori artefatti. Cosa completamente diversa quando la visione passa ai programmi TV, in questo caso la ‘coperta’ resta corta e, a fronte di un miglioramento d’insieme, c’è il rischio di aggiungere disturbo.
Per quanto riguarda l’audio troviamo poco furba la scelta di eliminare il classico jack 3,5 mm per allaccio cuffia wired in sostituzione del quale si può utilizzare un paio di auricolari Bluetooth. Dal canto suo la risposta in frequenza del sistema integrato risulta molto buona, a patto di non esagerare col volume introducendo distorsione. Il consiglio è quello di impostare il preset su ‘Amplificazione’ oppure ‘Ottimizzata’, quest’ultima per visione di programmi notturni.
Verdetto
Questo ultimo nato QLED Q9FN alto di gamma Samsung ha palesato maggiore performance sui neri, a dimostrazione che con un ulteriore sforzo si potrebbero raggiungere vette ancora più alte in termini di fedeltà cromatica e nero infinito. Navigazione e impiego dell’interfaccia grafica restano intuitive, la visione di programmi UHD estremamente appagante a patto di agire sui preset e con una taratura che restituisca coerenza cromatica.
Margini di upgrade sull’immagine a parte resta l’assenza per policy aziendale del Dolby Vision, l’ottimo telecomando anche se non retroilluminato e zapping canali poco immediato. L’impiego con game console a risoluzione 4K e wide color gamut si è rivelato eccellente, così come in ambito programmi TV sportivi e persino come monitor PC.
Assente purtroppo il 3D ma soprattutto l’HDMI 2.1, collo di bottigliaper chi fosse in cerca di un TV future proof avvantaggiandosi della compatibilità 4K/120fps, zero input lag grazie al Quick Frame Transport, ARC avanzato per flusso dati audio a oggetti e supporto ai metadati dinamici.
In definitiva grazie a questa eccellenza di Samsung il gap tra QLED e OLED si è ulteriormente ridotto, anche se per un prezzo maggiormente abbordabile sarà necessario attendere il prossimo cambio generazionale. L’attuale posizionamento prezzi della serie Q9FN (2018) vede il 55” pollici a 2.999€, il 65” pollici da 3.999€ e il monumentale 75” pollici a 5.999€.
Per ulteriori informazioni link diretto alla gamma QLED Samsung.
Angolo visione migliorato
Colore e luminosità
HDR-10, HDR-10+
Hybrid Log-Gamma
Versatilità software
Box One Connect
Light blooming contenuto
Mini-jack uscita audio cuffie assente
No HDMI 2.1 / USB 3.0
Box One Connect tende ancora a scaldarsi
Consumo energetico
Prezzo e ingombro impegnativi
Pannello: FALD Quantum Dot
Risoluzione: 3840 x 2160 pixel
Diagonale: 65"
HDR: HDR-10, HLG, HDR-10+
Profondità colore: 10 bit
Connessioni: HDMI 2.0 (x4), Ottica S/PDIF TOSlink, USB (2.0 x 3), Ethernet, Wi-Fi (2,4/5 GHz, IEEE802.11a/n), Bluetooth 3.0, Common Interface (compatibilità firmware CI+ v1.3), antenna VHF/UHF, doppio satellite (femmina tipo F 75 Ω ×2)
Consumo: 215 W
Dimensioni e peso con base: 1450,1 x 899,9 x 353,4 mm (LxAxP); 31 Kg (Netto TV 27 Kg)
Prezzo: 3.999 euro
Sito del produttore: https://www.samsung.com/it/tvs/qledtv-q9fn/QE65Q9FNATXZT/
Firmware: 1103.5
Sistema Operativo: Eden 2 powered by Tizen (3.0)
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