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Non aprite quella porta [UHD] – Speciale

L’amato horror è ora in formato 4K con audio Dolby ATMOS e noi abbiamo incontrato l’ingegnere del suono che ne ha curato la realizzazione italiana

Non aprite quella porta racconta di una bollente estate del 1973 in Texas, presso la rurale cittadina di Newton. Cinque giovani giungono nel locale cimitero, dove ignoti hanno profanato alcune tombe facendo scempio dei cadaveri, per verificare l’integrità del tumulo di un loro defunto.

Parte del gruppo anche il disabile Franklin (Paul A. Partain), il quale desidera rivedere la vecchia casa di suo nonno, ma una volta giunti sul posto non vi è altro che un decadente rudere e nessuna traccia di vita, persino il fiume che un tempo scorreva li vicino è in secca. In cerca di benzina, i ragazzi finiscono per approcciare un’isolata abitazione nelle vicinanze dove si ode il rumore di un gruppo elettrogeno.

Nessuno può immaginare che al suo interno vive una famiglia di squilibrati, cannibali di cui fa parte un imponente individuo (Gunnar Hansen) che indossando una maschera di pelle umana accoglie i visitatori macellandoli.


Non aprite quella porta

Archetipo e opera cult di genere tra le più amate ma anche tra le più odiate, Non aprite quella porta (in originale The Texas Chainsaw Massacre) fece conoscere al mondo il regista Tobe Hooper, non esattamente un autore da manuale a cui evidentemente non importava sfondare a Hollywood, parte di quella nuova generazione di cineasti che preferiva raccontare l’altra America.

L’idea di basare gli eventi su un ‘reale’ fatto di cronaca nera è l’incipit da cui muove l’intero racconto, tanto semplice nello sviluppo al contempo disturbante e malato nelle immagini: un’orrorifica invenzione che richiamava quanto già accaduto anche se in termini diversi nel Grande Paese, non quello del sogno americano ma dell’incubo dietro le quinte.

Non aprite quella porta

Hooper tirava un violento schiaffo agli appassionati di horror e fantascienza di quegli anni, svegliandoli da una sorta di torpore artistico cui erano sprofondati, presentando il conto attraverso una disturbante narrazione metaforizzando l’attualità, quella dei durissimi anni che avevano scosso e segnato profondamente l’opinione pubblica e di un Paese che aveva mandato letteralmente al macello migliaia di giovani scaraventandoli nell’inferno della giungla del Vietnam (lo stesso Paul A. Partain ne era reduce).

Non aprite quella porta è la rappresentazione del male senza mezzi termini, maleodorante affresco di una parte di società statunitense che proprio perché in putrefazione ne diviene monito, alla stregua del raccapricciante prologo. Una macabra messa in scena che in quanto tale non poteva certo vantare un grosso budget, ma non tutti i mali vennero a nuocere. Lo stile povero fu vincolante eppure Hooper non si fermò davanti a nulla, nemmeno di fronte alla cinepresa solo 16 millimetri, plasmando immagini grezze nella forma ma proprio per questo profondamente evocative (memorabili le battute finali con Leatherface che sventola rabbiosamente la motosega).

Non aprite quella porta

Una sfida fisicamente sfiancante che costrinse la troupe a bivaccare presso la sala della stessa casa realmente abitata e adibita a set cinematografico. Ci si dovette arrabattare coi pochi mezzi a disposizione, costringendo l’esordiente direttore della fotografia Daniel Pearl a fare i salti mortali per illuminare la scena, specie quella notturna.

Anche se a distanza di quasi 45 anni dalla sua realizzazione Non aprite quella porta resta un amorale ritratto di un’America disincantata e shockante pietra miliare nel suo genere (31 milioni di dollari d’incasso dell’epoca, pari a circa 170 milioni del 2018) col regista che tornerà sul ‘luogo del delitto’ a 12 anni di distanza, nel 1986, con un formidabile Dennis Hopper in un sequel tutto da scoprire.

Non aprite quella porta

VIDEO

La totale assenza di presupposti tecnici all’origine non lasciava minimamente immaginare che si potesse giungere a un livello di risoluzione così elevato, come invece smentisce questa versione Ultra High Definition. In un primo momento pensavamo si trattasse di una mera operazione commerciale ma ci siamo ricreduti nel corso della visione.

I limiti del materiale su cui si è andati a lavorare sono più che evidenti e certo non si può cavare sangue da una rapa: ovviamente mancavano i presupposti per offrire uno spazio colore superiore al REC.709, che qui infatti ritroviamo SDR 8 bit. Aspect ratio originale 1.78:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66, in accordo con le (imprecise) informazioni su IMDB pare si tratti di girato su pellicola 25 ASA a bassissima sensibilità.

Siamo comunque in presenza di un risultato che pone il massimo risalto possibile ai fotogrammi, non una distanza siderale rispetto alla controparte FHD ma spesso significativa, portando alla luce elementi anche in secondo piano che sono sempre stati maggiormente affogati nella semi oscurità.

Non aprite quella porta

Il master impiegato è il medesimo della speculare pubblicazione tedesca, mentre gli Stati Uniti al momento non beneficiano di una distribuzione locale costringendo gli appassionati ad acquistare all’estero. Nessun DNR chiamato in causa per cui le immagini sono costantemente accompagnate dall’originale velo di grana, tipico della pellicola Eastman Ektachrome 16 mm.

Lo Standard Dynamic Range non è in questo senso riduttivo dell’arte del manipolare la luce di Daniel Pearl, la palette cromatica alza l’asticella della resa dei colori in seno a una produzione che anche per tale motivo possiamo considerare tecnicamente definitiva.

Non aprite quella porta

AUDIO

Le sorprese per quest’opera non si fermano alle immagini, dal momento che l’offerta audio è sorprendentemente ampia e abbraccia tecnologie all’avanguardia che anche qui sembrava impossibile potessero venire coinvolte. Non ci si è limitati a offrire l’originale doppiaggio monofonico evitando pericolose compressioni con una ‘semplice’ traccia DTS-HD Master Audio 1.0, spingendosi molto al di la arrivando a rielaborare l’originale pista monoaurale in un inaspettato Dolby ATMOS.

Un ascolto che apre a un moderno panorama sonoro rivitalizzando l’intero comparto sonoro, elementi diversificati giungono dai vari canali che in alcuni passaggi lasciano a bocca aperta per il lodevole lavoro di remixing.

Non aprite quella porta

Operazione certo ardita ma comunque condotta con cognizione di causa dall’ingegnere del suono Simone Corelli, che abbiamo avuto il piacere d’incontrare per scoprire come è stato possibile da un singolo canale monofonico giungere a una codifica a oggetti.

Parte dell’intervista viene qui di seguito presentata, mentre proseguiremo con un altro speciale sulle tematiche delle elaborazioni audio per Cinema e Home Theater, sempre col prezioso supporto di Simone. Attenzione allo scoop su due serie TV che verranno realizzate in Dolby ATMOS all’interno dell’intervista!

Ricordiamo che il doppiaggio originale dell’epoca, con alcuni frammenti mancanti, è offerto in Dolby ATMOS e DTS-HD MA 1.0 ma è comunque presente anche il nuovo doppiaggio italiano formato lossy DTS-High Resolution 7.1 (2304 kbps/24 bit) oppure lossy DTS 2.0 (384 kbps), quest’ultima è una traccia più sofferente, con un disturbante fondo digitale che tende a farsi notare.

L‘inglese è offerto unicamente Dolby ATMOS mentre ricordiamo che la pubblicazione tedesca (BD-100) offre in più la rara codifica Auro 3D.

Non aprite quella porta

EXTRA

Sia la versione UHD che FHD contengono ben 4 commenti al film: regista, regista + Gunnar Hansen + direttore fotografia Daniel Pearl insieme per la prima volta dopo la realizzazione del film, direttore della fotografia Daniel Pearl + fonico Ted Nicolau + montatore Larry Carroll, David Gregory realizzatore del documentario “The Shocking Truth” + l’attrice Marylin Burns + l’attore Paul Partain + l’attore Allen Danziger. Ovunque sottotitoli in italiano.

Sul Blu-ray con i soli extra: documentario di 73′ minuti “Shocking Truth” sulla realizzazione con istantanee della produzione e interventi di parte di cast e troupe (anche del sequel) oltre a poco meno di 8′ minuti di sequenze tagliate dalla versione definitiva del documentario stesso. 17′ minuti d’incontro con l’attrice Teri McMinn e i suoi ricordi dal set. “Flesh Wounds: Seven Stories Of The Saw” è un altro documentario di circa 73′ minuti dedicato all’impatto generazionale del film e del genere horror con immagini da una convention a cui parte del cast ha partecipato come ospite.

Notare sul ciak il titolo provvisorio Leatherface

Non aprite quella porta

11′ minuti di focus sul montaggio da parte dell’editor Larry Carroll, 16′ minuti d’intervista al produttore Ron Bozman, 8′ minuti alla scoperta dell’originale casa dove venne girato il film in compagnia di Gunnar Hansen, 20′ minuti di speciale TV curato da Sean Clark alla scoperta delle vere location, 16′ minuti con l’attore John Dugan che interpretò il ruolo del ‘Nonno’ e i suoi ricordi di quell’estate del 1973.

E ancora 3 trailer tra cui quello per il 40° anniversario, spot TV, spot radiofonici, errori sul set, 25′ minuti + 15′ minuti di scene tagliate (in alcuni casi senza sonoro), galleria foto e finale alternativo. Ovunque sottotitoli in italiano. Incluso libretto con approfondimenti testuali a cura di Nocturno Editore.

TESTATO CON: Tv Hisense 4K H49M3000, Sony KD55XE9305, UHD player Samsung UBD-K8500

Blu-ray 2K disponibile su dvd-store.it

Non aprite quella porta [UHD] - Speciale
8,5 Recensione
Pro
Cult horror assoluto
Versione 4K (SDR)
Dolby ATMOS italiano e inglese
5 ore di extra strepitosi
Contro
HDR impossibile dal 16 mm
DTS lossy 2.0 italiano limitato
Riepilogo
Prodotto da: Cult Media / Koch Media
Distribuito da: Koch Media
Durata: 83'
Anno di produzione: 1974
Genere: Horror
Regia: Tobe Hooper
Interpreti: Marilyn Burns, Allen Danziger, Paul A. Partain, William Vail, Teri McMinn, Edwin Neal, Jim Siedow, Gunnar Hansen, John Dugan, Robert Courtin, William Creamer, John Henry Faulk
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Supporto: BD 66 + BD 50
Aspect Ratio: 1.78:1
Codifica Video: 2160p HEVC
Audio: Italiano, inglese Dolby ATMOS; Italiano DTS-HD MA 1.0; Italiano DTS High Resolution 7.1; Italiano DTS 2.0
Sottotitoli: italiano
Qualità artistica
Video
Audio italiano
Audio originale
Extra
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