Non costa poco e alcuni aspetti potevano essere più curati, ma come funzioni, qualità audio e connessioni il Moon 390 ha davvero tanto da offrire.
Osservate la storia dell’hi-fi e vedrete che pochi componenti hanno dovuto adattarsi tanto quanto l’”umile” preamplificatore. Questo hub di controllo è diventato una sorta di camaleonte elettronico nel corso dei decenni, rimodellandosi in più occasioni per adeguarsi ai cambiamenti dei vari trend hi-fi. Quando ancora non c’era di mezzo il digitale, i preamplificatori stereo dovevano avere uno stadio phono, controlli di tono e vari filtri per ottimizzare la riproduzione del vinile se volevano essere presi sul serio. Col passare del tempo e con l’avvento del CD, i pre-amp sono diventati unità più semplificate e hanno guadagnato componenti aggiuntivi come il telecomando.
Ora che siamo nell’era dell’audio liquido stiamo vedendo un numero crescente di prodotti in cui è inclusa la funzionalità di streaming, insieme a una serie di servizi che spostano l’hi-fi di qualità nel regno del multi-room e della praticità. Il nuovo Moon 390, disponibile a breve in Italia a circa 5500 euro, è un fantastico esempio di questa nuova “razza” di preamplificatori.
Caratteristiche
Il Moon 390 è davvero ricco di funzionalità. Oltre allo streaming di rete, ha incorporati TuneIn per le radio internet, Tidal, Qobuz e Deezer, oltre a funzioni utili come uno stadio phono commutabile MM/MC e l’uscita cuffie, per non parlare della compatibilità con Roon. Accanto a tutto ciò c’è un’amplissima gamma di connessioni fisiche come ci si aspetta da un’elettronica di questo prezzo. Quelle digitali includono USB, ottico, coassiale e AES/EBU, quattro ingressi e un’uscita HDMI per fare in modo che il pre-amp si integri senza problemi in un set-up AV.
Sebbene sia possibile connettersi alla rete domestica in modalità wireless, consigliamo di attenersi all’opzione cablata tramite Ethernet se possibile, in modo da avere una maggior stabilità nella connessione. L’analogico non è comunque stato ignorato. Troviamo XLR bilanciati e RCA sia in ingresso, sia in uscita, oltre a uno stadio phono configurabile in grado di gestire una vasta gamma di testine. Il loro caricamento viene regolato tramite i menu di impostazione del pre-amp, in cui è possibile regolare con precisione il guadagno, l’impedenza e la curva di equalizzazione.
Costruzione
Considerando quante funzioni abbia, il Moon 390 si presenta esternamente molto ordinato. Il suo basso numero di pulsanti è reso possibile grazie al fatto che la maggior parte delle funzioni è accessibile dall’app dedicata MiND di Moon per iOS e Android. Se è vero che nella confezione troverete un telecomando tradizionale, l’app è chiaramente il modo migliore per sfruttare nell’uso quotidiano le funzionalità di streaming.
L’app non è perfetta però. Mentre è abbastanza facile da usare, non possiede la fluidità e la logica di fondo mostrate da applicazioni rivali come quella di Naim. Tuttavia le app vengono continuamente aggiornate e quindi speriamo che anche Moon migliori il suo software. In generale la costruzione del Moon 390 è valida come ci si aspetta da questo storico brand. Il prodotto ha infatti l’aria di un oggetto di lusso e i comandi, in particolare il controllo del volume, sono un piacere da usare.
Tuttavia siamo rimasti meno soddisfatti del display OLED. È un po’ troppo piccolo e, a seconda della modalità, può diventare confuso e troppo affollato di informazioni. I pre-amp rivali montano spesso display a colori più ampi e ciò rende il 390 un prodotto fin troppo basilare, considerando soprattutto il prezzo premium. Ancora una volta l’app viene in soccorso, offrendo all’utente una visione più chiara di ciò che l’unità sta facendo.
Qualità audio
Non ci vuole molto per collegare il tutto e iniziare i test. Abbiamo inserito il Moon 390 nel nostro sistema di riferimento, sostituendo con esso il nostro solito preamplificatore di riferimento Gamut D3i. Come sorgenti abbiamo invece scelto lo streamer NDS/555PS di Naim e l’eccellente giradischi Rega Planar 8 con testina MC Apheta 2 che abbiamo recensito qualche giorno fa, oltre naturalmente ai servizi di streaming integrati e alle feature di rete dello stesso Moon; abbiamo infine messo alla prova anche il Bluetooth del 390 usando un iPhone 6s Plus. Per gran parte del test il Moon 390 è stato “alimentato” dal finale di potenza Gamut D200i e dai nostri diffusori di riferimento ATC SCM50.
Iniziamo usandolo come un preamplificatore analogico e pare subito superbo. Con l’uscita RCA dello streamer Naim (non abbiamo dimenticato che il 390 ha uno streamer integrato, ma ci serviva un segnale di alta qualità a livello di linea), il Moon 390 offre un suono piacevole e fluido, ricco di dettagli ed espressività. La presentazione generale è esattamente come ci si aspetta dal marchio: raffinata seppur non totalmente neutra.
Dopo aver ascoltato un’ampia gamma di musica, dalla colonna sonora di The Social Network di Trent Reznor per finire con Black di Jay Z, vediamo che il Moon 390 restituisce abbastanza energia e coesione ritmica da renderci soddisfatti. Segue con sicurezza le mazzate dinamiche delle musiche di Reznor e, nonostante un senso di morbidezza che domina il sound, ha abbastanza mordente fornire il giusto mix di impatto e potenza a brani come Moment Of Clarity di Jay Z.
Il discorso non cambia di tanto quando si utilizza il DAC interno. Colleghiamo il nostro MacBook Pro all’ingresso USB e scopriamo che il Moon non ha problemi a passare da file DSD (fino a DSD256) e da quelli PCM a 24-bit/192kHz PCM (con un limite massimo di 384kHz) agli MQA. La Sagra della Primavera di Stravinsky ci arriva alle orecchie con la sua “ferocia” intatta.
Ci sono un ottimo senso dell’organizzazione e un livello encomiabile di compostezza quando la musica diventa esigente. Il Moon 390 non suona mai frettoloso o scomposto e questo permette all’ascoltatore di sedersi e semplicemente godersi la musica. Resa ugualmente positiva quando utilizziamo gli altri input digitali, mentre tramite Bluetooth si percepisca una certa mancanza di trasparenza che ci si aspetta con questo tipo di connettività.
Successivamente proviamo lo streaming dalla rete domestica e qui il Moon riesce ancora a fornire una prestazione di indubbio spessore. Non è abbastanza espressivo come i migliori streamer in circolazione, ma c’è una buona quantità di dettagli e la capacità di organizzare in un insieme musicale compatto e coeso rimane intatta.
L’ulteriore comodità dei servizi di streaming integrati non può essere sottovalutata. Usando Tidal, ci godiamo la divertente Cocoa Sugar dei Young Father con i suoi arrangiamenti originali e i suoi ritmi funky. Poi ci perdiamo nell’atmosfera di Re:member di Olafur Arnalds e in tutti questi brani il Moon 390 funziona con un’organizzazione così ben oliata ed efficace da farci rimanere impressionati.
Sì, l’app potrebbe essere migliore, ma quanto fatto da Moon con questo pre-amp non dovrebbe essere sottovalutato. È difficile infatti per un produttore audio relativamente piccolo combinare tutte queste funzionalità in un prodotto e farlo sembrare abbastanza valido da soddisfare i puristi. Eppure, questo è esattamente ciò che abbiamo di fronte.
Tornando su un terreno hi-fi più tradizionale, passiamo ai Carmina Burana di Orff usando il giradischi Rega Planar 8 con testina MC Apheta 2 e sfruttando la natura configurabile del 390 per ottimizzare i valori di guadagno e impedenza. Siamo impressionati dai bassi livelli di rumore e dal piacevole senso di chiarezza, ma avvertiamo che un po’ della brillantezza della registrazione si perde. Il risultato è certamente ascoltabile e piacevole, ma sappiamo che il giradischi è capace di ben altre prestazioni.
Siamo rimasti invece più soddisfatti dall’uscita cuffie. Dopo aver provato le Grado RS1 e le Beyerdynamic T1, ci accorgiamo con piacere che gran parte di quanto ascoltato ascoltiamo attraverso le uscite di linea è riprodotto molto fedelmente anche attraverso le cuffie ed è chiaro che questo output non è un’aggiunta “tanto per” come spesso accade nella maggior parte dei prodotti di questo tipo.
Verdetto
Il Moon 390 ha davvero molto per cui farsi voler bene. Come un quasi all-in-one capace di unire tanti in un device pulito, ordinato e ben suonanti, ha davvero pochi concorrenti sul mercato. È un ottimo preamplificatore analogico e un valido streamer. L’inclusione del Bluetooth è sensata ed è possibile creare un sistema davvero eccellente attorno a questo prodotto, tanto che a parte l’app e il display facciamo fatica a trovare un vero e proprio difetto tale da farci venire qualche dubbio sulla valutazione finale.
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Sommario
Non costa poco e alcuni aspetti potevano essere più curati, ma come funzioni, qualità audio e connessioni il Moon 390 ha davvero tanto da offrire.
Pro
Sound fluido e dettagliato
Tante funzionalità
Ottimo come pre-amp e valido come streamer
Contro
L’app potrebbe essere fatta meglio
Display piccolo e fin troppo basico
Scheda tecnica
Servizi streaming integrati: Tidal, Qobuz, Deezer
Ingressi digitali: USB, coassiale, ottico, AES/EBU, 4xHDMI
Uscita digitale: HDMI
Ingressi analogici: RCA, XLR
Uscite analogiche: RCA, XLR
Connettività: Wi-Fi, Bluetooth, Ethernet
Peso: 10 Kg
Dimensioni: 42.9 x 8.9 x 33.3 cm
Prezzo: 5500 euro
Sito del produttore: www.simaudio.com
Distributore italiano: www.xfaudio.it
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