Il mondo dei Mobile OS perde Microsoft che mette la pietra tombale su Windows 10 Mobile e chiude, nel momento meno opportuno, la sua esperienza in un segmento oggi trainante. E per il futuro? Solo progetti dai contorni fumosi.
Windows 10 Mobile, il Mobile OS (sistema operativo per smartphone) firmato Microsoft, è morto. Da tempo. Forse ancor prima di nascere. C’è poco da fare, il rapporto della software house con i telefoni cellulari prima e gli smartphone poi è sempre stato un disastro. Aveva perfino comprato la divisione Devices e Services di Nokia per smuovere (forse più al suo interno) proprio i team di sviluppo del sistema operativo lato smartphone e l’infrastruttura dello store online, indietro anni luce rispetto a quelli di Apple e Google, nella certezza che la pletora di sviluppatori da sempre legati a Windows la seguissero anche sul fronte delle App. E all’inizio sembrava funzionare, poi qualcosa si dev’essere inceppato. Tanto che “nonno Bill” ha candidamente confessato di usare uno smartphone Android (un iPhone sarebbe stato troppo).
Ci sembra davvero assurdo che il colosso del software decida di uscire da un mercato, quello degli smartphone, che non solo tira come un bolide da corsa, ma che dà l’impressione di decollare a razzo grazie all’innesto di funzioni e tecnologie strettamente imparentate con l’intelligenza artificiale. Tanto più che il mercato dei personal computer non sembra dare garanzie nel lungo periodo: oggi Microsoft trae la maggior parte dei profitti dalle licenze per Office oltre che da quelle per Windows. E domani, sarà ancora così? Quale direzione pensano di imboccare a Redmond?
Più che le decisioni come quella di terminare il proprio Mobile OS, stupisce il fatto che in Microsoft non ci siano prospettive nel medio periodo proprio sulle piattaforme verso le quali tutti si stanno indirizzando. Da tempo si sente parlare di un Surface Phone e di un nuovo progetto hardware e software battezzato Project Andromeda, un nome in codice che sembra riportare nella fantascienza cinematografica degli anni Settanta dello scorso secolo più che nel futuro.
L’obiettivo è quello di realizzare un sistema operativo in grado di girare su qualsiasi dispostivo. Bell’idea. Peccato che anche Windows 10, almeno nelle intenzioni del team che lo ha sviluppato, sarebbe dovuto essere l’OS per tutto e tutti. Poi nella realtà le cose sono andate diversamente. E forse non può che essere così.
L’era dei dispositivi universali è tramontata da tempo. Ciascun terminale, portatile o fisso che sia, nasce per soddisfare bene poche esigenze, non tutte, e questo grazie al software. Il mondo delle App va proprio in questa direzione e i consumatori gradiscono eccome questo approccio. Tanto più che la stessa Microsoft ha esportato tutte le sue App legate al mondo Windows sulle piattaforme rivali di Apple e Google. Lì ci sono i numeri e da lì, forse, possono ancora arrivare i denari e gli utili per traghettare se stessa nel futuro. Per Microsoft il successo è arrivato sempre e solo dal software. Quando ha tentato di “copiare” altri modelli, vedi quello di Apple, e di mettere il becco anche nell’hardware ha fallito miseramente. Tornare alle origini? Forse è troppo tardi.
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