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Diffusori da pavimento Wharfedale D330 – La recensione

Wharfedale D330

Se cercate diffusori da pavimento a un ottimo prezzo e capaci di una prestazione solida e raffinata, i Wharfedale D330 potrebbero fare al caso vostro.

Per l’audiofilo britannico (ma a dire il vero non solo per quello) Wharfedale ha bisogno di poche presentazioni. Basti pensare che la rivoluzionaria serie di diffusori Diamond del 1981 è ancora in cima alla lista dei prodotti dell’azienda, anche se nella sua undicesima iterazione. Qui però recensiamo una gamma nell’ampio catalogo di Wharfedale ancora più attenta al budget.

La serie D300 è stata infatti progettata per affiancare la gamma Diamond 11. Secondo Wharfedale sfrutta la stessa tecnologia chiave, ma la ri-ingegnerizza e la presenta a un prezzo ancora più conveniente. I Wharfedale D330,[amazon_textlink asin=’B07JDQHJS5′ text=’disponibili in Italia a circa 600 euro la coppia’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’14c0fbf7-33e1-4077-b728-c6fc8bb4810e’], sono gli unici diffusori da pavimento di questa serie economica e combinano un tweeter a cupola morbida da 25 mm con due di driver in Kevlar da 13 cm in configurazione a 2,5 vie. Sotto di loro ci sono i modelli da stand D320 e D310.


Costruzione

La finitura in palissandro dei nostri D330 è molto gradevole alla vista. Con i loro bordi curvi i D330 appaiono più costosi di quanto non siano in realtà. E non è una sorpresa, dato che avevano in origine un prezzo ben più alto prima di godere di un notevole calo. Piuttosto che avere una griglia che copre l’intero deflettore, ogni driver ha la propria griglia circolare che può essere facilmente staccata tramite fissaggi gommati. Con le griglie attaccate o rimosse, queste torri appaiono in ogni caso eleganti ma non esagerate, con forse un piccolo accenno estetico retrò anni ’80.

Non c’è una porta reflex visibile nei D330, il che ci porta alla porta bass reflex P-EQ di Wharfedale, tecnologia difficile da trovare in qualsiasi altra coppia entry-level di diffusori da pavimento. Sviluppato a partire dalla porta distribuita slot-loaded che si trova nella serie Diamond 11, il sistema P-EQ (Pressure Equalization) della serie D300 fa in modo che le basse frequenze vengano emesse dalla base del diffusore, con aperture curvate progettate appositamente per regolare il flusso d’aria.

Queste frequenze entrano nella stanza attraverso uno spazio tra il cabinet e il basamento su cui poggia. Teoricamente il sistema permette una performance dei bassi profonda e controllata, con in più la possibilità di posizionare i diffusori più vicino a una parete rispetto a quelli con porte reflex posteriori, senza per questo compromettere le prestazioni.

Qualità audio

Facciamo partire Party In The Dark dei Mogwai spostando le nostre D330 vicino al muro per testare proprio il sistema P-EQ. Nonostante il buon risultato, scopriamo in realtà che questi diffusori, almeno nella nostra sala test, sono più adatti a un posizionamento a 50 cm di distanza dal muro.

Una volta in posizione, i D330 restituiscono un paesaggio sonoro pulito, profondo, controllato e corposo. Il crescendo dissonante della chitarra esplode prima che lo scattante riff del basso prenda il sopravvento, con i piatti acuti della batteria che non sovrastano mai la voce di Stuart Braithwaite. È una performance dei bassi insolitamente di spessore per diffusori da pavimento in questa fascia di prezzo.

Passiamo a Gods di Maxwell ed è chiaro come i driver dei D330 siano ben integrati; le voci sono precise e strutturate, con acuti sensibili e piacevolmente attenuati. L’effetto eco del sintetizzatore all’inizio della traccia, come le goccioline nell’acqua, è vivace e tonalmente convincente, ma manca della finezza e dei dettagli dinamici dei Fyne Audio F302, che sono in effetti più costosi.

Dalla loro però i D330 suonano bene indipendentemente dal materiale sorgente o dal set-up con cui sono apparentati, offrendo un suono corposo e rilassato che non si fa mai troppo aspro attraverso i registri superiori. Per diffusori dal prezzo così invitante è un equilibrio ragionevole, ma ci accorgiamo dopo diversi ascolti di alcuni problemi minori con il timing.

Il suono della batteria sembra quasi incidentale e come se non stesse mai guidando il brano con la gusta consistenza e ciò crea un ascolto meno emozionante e meno emotivo di quanto ci saremmo aspettati. Anche se l’approccio raffinato di questi Wharfedale significa che perdiamo quell’iniezione extra di eccitazione e di dettaglio, il risultato è comunque quello di un ascolto assolutamente valido attraverso una vasta gamma di generi musicali.

Verdetto

Non si può negare che i D330 siano performer sobri e che optino sempre per un “atterraggio morbido”. Detto questo, se state cercando diffusori da pavimento economici e minimalisti, questi sono degni di considerazione. Nonostante siano stati battuti per trasparenza e dettagli dai più costosi Fyne Audio F302, gli acuti sono meno rozzi e c’è più raffinatezza nell’offerta sonora.

C’è anche un basso marginalmente più profondo, seppur accompagnato da un leggero calo di dinamica ed eccitazione. I Wharfedale D330 rappresentano alla fine un’opzione espansiva, calda, congeniale e sicura piuttosto che drammatica o trascinante e, in determinate circostanze, potrebbero essere la scelta giusta.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
4

Sommario

Se cercate diffusori da pavimento a un ottimo prezzo e capaci di una prestazione solida e raffinata, i Wharfedale D330 potrebbero fare al caso vostro.

Pro
Finiture e qualità di costruzione
Non sono schizzinosi sul posizionamento
Alti raffinati
Bassi profondi e accurati

Contro
Manca un po’ di dettaglio dinamico
Qualche piccolo limite in fase di timing

Scheda tecnica
Design: diffusori da pavimento a 2,5 vie
Sensibilità: 88 dB
Potenza massima: 25-120W
Impedenza nominale: 4 ohm
Risposta in frequenza: 40Hz – 20kHz
Dimensioni: 94 x 20 x 31 cm
Peso: 18,2 kg
Prezzo: 600 euro
Sito del produttore: www.wharfedale.co.uk
Distributore italiano: www.tecnofuturo.it

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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