Le abbiamo attese a lungo e alla fine le abbiamo provate. Le GW100 sono le prime cuffie wireless di Grado e, come ci aspettavamo, non hanno deluso.
In un certo senso le cuffie Grado GW100, [amazon_textlink asin=’B07G7GTVH1′ text=’disponibili in Italia a circa 220 euro’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’685a18ae-9ab9-4188-a028-d487e71da786′], sono paradossali quanto può esserlo al giorno d’oggi la tecnologia stessa. Sono wireless, il che significa che il loro scopo è quello di garantire la portabilità illimitata in modo da poter ascoltare la musica in giro senza alcun cavo tra i piedi. Ma le “perdite” dovute al loro design aperto risuonano sia dentro che fuori, rendendole cuffie non solo poco ideali per un ascolto in ambienti esterni, ma anche poco “socievoli” quando ci si trova la gente, che potrebbe rimanere un po’ infastidita per la fuoriuscita dalle cuffie della musica che stiamo ascoltando.
Visto però che Grado non ha mai avuto in catalogo una sola cuffia con design chiuso, non ci aspettavamo certo che le cose cambiassero con che le GW100, che rimangono tra l’altro il primo modello di cuffie Bluetooth proposto da questo celebre produttore americano. Se però, nonostante questa premessa, vedete qui sotto la massima valutazione a cinque stelle, è perché, se da un lato le GW100 non sono adatte a tutti o a ogni situazione, dall’altro lato sono perfette per chi desidera cuffie Bluetooth per ambienti domestici e per quando l’isolamento dall’ambiente circostante non è un fattore importante. E poi, diciamocelo, per essere il primo modello wireless da parte di Grado, ci saremmo aspettati un prezzo ben più alto. Non che 220 euro siano pochi, ma chi conosce la qualità offerta da Grado sa bene di cosa stiamo parlando.
Costruzione e comfort
Prima di scoprire le prestazioni wireless di queste cuffie, dovreste essere consapevoli dei potenziali svantaggi. Il primo è la durata della batteria, ferma a circa 15 ore con volume al 50%. Dato che un’autonomia di oltre 30 ore (anche per modelli non top di gamma) è quasi normale in questi giorni, le prestazioni offerte in questo senso dalle GW100 non sono certo mirabolanti, anche se probabilmente è un limite meno grave in un contesto di uso domestico.
Da un punto di vista estetico, le GW100 puntano poi sulle tipiche linee di design di Grado che vediamo bene o male da 30 anni a questa parte. Ci hanno ricordato soprattutto i modelli della gamma Prestige con la loro forma compatta, la maschera completamente nera e la griglia con i fori circolari sulla parte esterna dei padiglioni. Sebbene non siano eleganti come delle cuffie Beats o Bose, non sono certo cuffie brutte da vedere e la costruzione e il funzionamento (pulsanti di accensione e volume e pairing Bluetooth istantaneo) sono più che soddisfacenti. Non si piegano nemmeno, ma anche in questo caso, conoscendo Grado, sapevamo che questa piccola comodità non sarebbe rientrata nel menù.
Qualità audio
Nonostante le somiglianze con i precedenti modelli di Grado, gli alloggiamenti dei driver e la componentistica interna delle GW100 sono stati riprogettati per venire incontro alla natura wireless delle cuffie. Saranno infatti cuffie aperte, ma Grado ha lavorato sodo per ridurre i leak sonori fino al 60% rispetto ai suoi modelli tradizionali con cavo. Ce ne accorgiamo subito mettendole a confronto con le più economiche SR80e (130 euro) e con le più costose [amazon_textlink asin=’B00L1O2PDY’ text=’SR325e’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2880f019-f646-4dc0-bba3-1223e7c78373′] (329 euro), ma se già si tiene un volume medio si può comunque percepire qualche fuoriuscita sonora da pochi metri di distanza.
Non parliamo però solo dei leak all’esterno delle cuffie, ma anche dei rumori esterni quando siamo per strada e ascoltiamo Lea Valley dei Dusky dissolversi nelle riflessioni silenziose e ambient di Goodbye degli Apparat nella nostra playlist di Spotify. Tra la fine del primo e l’inizio del secondo brano sentiamo infatti che il traffico stradale e il rumore degli aerei in cielo sono udibili a un normale livello di ascolto.
Tuttavia è una tale apertura che regala alle Grado GW100, così come alle loro sorelle cablate, quella tela sonora meravigliosamente ampia su si adagia la musica. Rispetto alle cuffie chiuse le GW100 offrono davvero un senso di confortante ariosità e accogliamo con gioia anche la spaziosità che offre all’interno del palcoscenico sonoro. È come guardare lo stesso dipinto in formato A5 e A1: gli stessi dettagli possono essere presenti su entrambi, ma sono certamente più facili e godibili da percepire sulla superficie più grande.
Continuiamo i test con Darkness And Cold dei Purple Mountains e l’armonica che apre il brano ha lo spazio necessario per volare liberamente sopra le chitarre elettriche e acustiche, il tutto senza sacrificare la sinergia ritmica. Il livello di intuizione offerto, soprattutto nelle sottili sfumature acustiche, è inoltre più generoso di quanto ci aspetteremmo da cuffie Bluetooth vendute a poco più di 200 euro. Aumentiamo il ritmo con The Underdog degli Spoon e le GW100 scimmiottano ancora una volta le loro sorelle cablate, esibendo una vivacità e un’agilità che quasi ci sfidano a rimanere fermi durante l’esuberante crescendo del brano. I bassi sono veloci e puliti e la gamma media è molto dinamica: tutto, insomma, suona come dovrebbe suonare.
Tra l’altro le GW100 sono praticamente opposte nel carattere sonoro alle altrettante fantastiche [amazon_textlink asin=’B00Y0Q9LFU’ text=’B&W P5 Wireless’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1aea673a-7ca4-4957-8ea5-04e92e70c6af’] dal prezzo piuttosto simile. che favoriscono una presentazione ricca, incisiva e carica di bassi che è naturalmente più diretta e compatta. Mentre alcuni possono preferire questa natura più “spessa” e questi bassi relativamente più accentuati, non si può negare che le Grado possiedano maggiore espressione, chiarezza e, in definitiva, un equilibrio più sofisticato. Si inclinano leggermente sul lato più chiaro dello spettro, ma sono facili da apprezzare una volta che la loro durezza immediata va a perdersi dopo un paio di giorni di rodaggio.
L’affermazione di Grado secondo cui “qui non si perde nulla tranne i fili” è per lo più vera. Attraverso il cavo in dotazione, che è purtroppo privo di un telecomando in linea, la resa è praticamente la stessa, con solo una piccola dose aggiuntiva di raffinatezza e sottigliezza che serve a ricordare come il cavo sia ancora la strada da percorrere se per voi la qualità del suono è più importante di qualsiasi altro aspetto in un paio di cuffie.
Verdetto
Le Grado GW100 non vantano le funzionalità che ci si potrebbe aspettare dalle migliori cuffie Bluetooth odierne e la loro natura aperta significa che non andranno bene a una buona fetta di utenti. Alla fine però si ritagliano un innegabile fascino di nicchia, supportato da una prestazione eccellente che è “made in Grado” fino al midollo.
© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Sommario
Le abbiamo attese a lungo e alla fine le abbiamo provate. Le GW100 sono le prime cuffie wireless di Grado e, come ci aspettavamo, non hanno deluso.
Pro
Sound limpido, brillante e trasparente
Costruzione solida
Ha il sound Grado in tutto e per tutto
Contro
Alcuni potrebbero trovarle un po’ troppo “chiare”
Autonomia non al top
Scheda tecnica
Design: aperto
Connettività: Bluetooth 4.2 apt-X
Batteria: 320mAH
Autonomia: circa 15 ore
Risposta in frequenza: 20Hz-20KHz
Impedenza: 32 ohms
Prezzo: 220 euro
Sito del produttore: www.gradolabs.com
© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.