L’unica cosa che manca alla vostra amata collezione di dischi in vinile è la portabilità, ma in realtà c’è un modo per portare quegli LP con voi ovunque andiate…
Amiamo i dischi in vinile e adoriamo quasi tutto ciò che li riguarda: il loro aspetto, il feeling che trasmettono, le cover di grandi dimensioni e, soprattutto, non ne abbiamo mai abbastanza del loro suono analogico straordinariamente fluido. C’è infatti quel qualcosa in un vinile riprodotto da un buon giradischi che anche il miglior player digitale può faticare a eguagliare… figuriamoci a superare.
Eppure, in molte situazioni sia che si tratti di ascoltare musica su uno smartphone, un DAP o un computer, sia che vi siate convertiti allo streaming, i dischi in vinile non fanno più parte dell’equazione. Almeno che non decidiate di trasformare in file audio la vostra collezione di LP, trasformandola così da un tesoro analogico a uno digitale.
I motivi per farlo sono molti e non si limitano alla sola portabilità come accennato sopra, ma anche al fatto che alcuni rari album in vinile non sono mai stati ristampati su CD e così, per evitare che il tempo e l’utilizzo facciano i loro danni tra graffi e altre impurità fisiche, si preferisce trasferire su un PC quel vinile prima che sia troppo tardi. Non aspettatevi però che il processo di digitalizzazione di un vinile sia semplice e immediato come quello della duplicazione o del ripping di un CD. I vinili infatti richiedono più tempo, lavoro e attenzione, ma per fortuna, con i giusti mezzi, i risultati vi sorprenderanno in positivo.
Cosa serve?
Esistono diverse configurazioni hardware possibili, ma gli elementi base sono un giradischi (ovviamente), uno stadio phono, un convertitore analogico-digitale con uscita USB e un PC/Mac con a bordo un software di registrazione audio adatto allo scopo. Sembra tutto piuttosto laborioso, ma questo set-up può essere semplificato. Esistono infatti molti giradischi sul mercato con uno stadio phono, un convertitore analogico-digitale e un’uscita USB incorporati (l’[amazon_textlink asin=’B017OT4P0U’ text=’Audio Technica AT-LP5′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’172e6134-43e4-11e8-9a3f-d115832a3d3e’] ad esempio). Solitamente indicati come giradischi USB, questi modelli rappresentano un modo conveniente per trasportare musica da vinile a un computer.
Il rovescio della medaglia è che la maggior parte di questi giradischi “all in one” tende a essere di livello medio-basso e a preferire più la facilità d’uso che la qualità audio, anche se modelli come il già citato AT-LP5 e il Sony PS-HX500 fanno del loro meglio per contrastare questa tendenza.
Se invece avete già un giradischi tradizionale, la cosa migliore è acquistare uno stadio phono USB di buon livello. Vi consigliamo il [amazon_textlink asin=’B006GE9XQQ’ text=’Rega Fono Mini A2D’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’34709d7b-43e4-11e8-945c-6f36acb66937′] (costa poco più di 100 euro online) nonostante abbia già qualche anno alle spalle, ma non mancano valide alternative. Queste unità integrano stadio phono, convertitore analogico-digitale e uscita USB in un’unica soluzione e, se siete fortunati, anche un amplificatore cuffie.
Software di registrazione
Dato per scontato che abbiate un PC, avete bisogno di un software di registrazione. Ci sono molte opzioni sul mercato, alcune di esse specificamente progettate per la registrazione di vinile. Pure Vinyl di Channel D si colloca nella fascia più alta e offre una grande flessibilità.
È dotato di equalizzazione fono integrata, ad esempio, in modo da poter uscire direttamente dal giradischi al PC senza uno stadio phono nel percorso del segnale. Ci sono anche potenti funzioni di editing per ottimizzare la registrazione. È un tool decisamente completo e ben fatto, ma il lato negativo è che costa circa 300 euro, anche se è disponibile un’offerta di prova gratuita di 15 giorni.
Un’alternativa più economica è VinylStudio, che include molte delle funzionalità di Pure Vinyl (inclusa l’equalizzazione RIAA integrata), ma costa solo 30 dollari (circa 25 euro). Se invece non volete spendere nulla per il software, il consiglio è di affidarvi al buon vecchio Audacity, applicazione gratuita e decisamente valida nonostante inizialmente l’interfaccia possa sembrare un po’ complicata e datata. Alcune funzioni di modifica inoltre richiedono un po’ di tempo per essere capite, ma dopo un po’ di tempo non dovreste avere particolari problemi.
La pazienza sarà premiata
Prima di iniziare il processo di registrazione, assicuratevi che il giradischi funzioni in modo ottimale. Se non ne avete controllato il set-up da un po’ di tempo, vale la pena farlo ora tra testina, bilanciamento del braccio, inclinazione della superficie d’appoggio e altre piccole cose che però, se messe insieme, possono fare parecchia differenza in fase di riversamento.
In netto contrasto con i pochi secondi necessari a rippare la traccia di un CD Audio, il vinile può essere registrato solo in tempo reale. Se una canzone dura cinque minuti, è il tempo ci vorrà per registrarla su PC. Quindi prendetevi il tempo necessario e non abbiate fretta. Mantenete basso il volume di riproduzione per ridurre il degrado del suono causato dal feedback degli altoparlanti e, ovviamente, assicuratevi che i dischi siano puliti e privi di polvere (per quanto possibile)
Idealmente dovrebbero essere nuovi di zecca e suonati pochissimi volte, ma capiamo che non è possibile nella maggior parte dei casi. Ricordate: eventuali sibili, clic e pop verranno registrati insieme alla musica. Mentre questi “suoni” possono (se non sono eccessivi) aggiungere carattere e fascino alla riproduzione in vinile, le persone tendono a essere meno indulgenti nei confronti di tali difetti da una fonte digitale. È possibile utilizzare software specifici per modificare ed eliminare il più possibile questi rumori, ma è un processo che richiede molto tempo e, se si esagera, si rischia di rovinare l’intera registrazione o comunque di togliere molta alla sua natura originaria.
Sta tutto nei dettagli
A questo punto è logico porsi la domanda: in che formato devo registrare? Lo odierne soluzioni di storage offrono un ottimo rapporto tra capienza e prezzo (dopotutto non ci serve un SSD ma un disco tradizionale interno o esterno) e quindi potreste essere tentati a seguire la strada dell’alta risoluzione. 24 bit/96kHz è la norma quando si parla di audio hi-res ed è in effetti un buon compromesso tra qualità e spazio utilizzato. WAV, AIFF o FLAC? Non importa granché, purché il player che usereste per ascoltare i file registrati sia compatibile con l’uno o l’altro formato. Nel caso del giradischi Sony PS-HX500, è possibile registrare anche in DSD a 5,6 MHz.
I file musicali hanno in genere metadati integrati che includono elementi come la cover dell’album e le informazioni sulla traccia. I dischi in vinile non hanno tutto ciò e quindi le informazioni devono essere inserite manualmente. Il processo è piuttosto noioso, specialmente se avete registrato una grande quantità di musica, ma è essenziale per trovare facilmente le tracce una volta che queste sono nella cartella del computer che avete scelto.
Computer che naturalmente, in fase di registrazione, non riconoscerà le singole tracce e quindi è necessario interrompere la registrazione una volta terminato ogni singolo brano. Oppure potreste registrare una facciata completa del vinile, in modo da ottenere un’unica traccia audio che poi andrete a editare in Audacity (o nel software che avete scelto) per “spezzettarla” in tracce singole. Si tratta però di un processo più laborioso e che richiede un minimo di conoscenza dei software di audio editing.
Una volta terminato il processo di registrazione, è possibile intervenire sempre con software di questo tipo sull’equalizzazione dei file o sulla loro modifica aggiungendo ad esempio un compressore o altri filtri, ma se siete dei puristi dell’analogico immaginiamo che vorrete mantenere il risultato della digitalizzazione il più neutro e trasparente possibile. E ora non vi rimane che godervi i vostri file “rippati” da vinile.
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