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Bang & Olufsen Beosound Stage: il primo assaggio convince

Beosound Stage

In attesa della recensione completa, ecco com’è andata il nostro primo incontro con la soundbar Dolby Atmos Bang & Olufsen Beosound Stage.

Potreste essere sorpresi, scioccati o addirittura assolutamente sbalorditi nel leggere che la Beosound Stage è la prima soundbar del produttore danese Bang & Olufsen, eppure è proprio così, nonostante nel listino B&O ci siano già TV OLED di lusso e diffusori un po’ di tutti i generi. Riconoscendo questo fatto, all’annuncio globale della Beosound Stage avvenuto alcuni giorni nella Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia, John Mollanger, vice presidente esecutivo e presidente di B&O, ha detto candidamente con un sorriso: “Ci siamo presi il nostro tempo. Non vogliamo essere il brand audio più grande o più veloce ad arrivare sul mercato con nuovi prodotti, ma vogliamo creare i dispositivi audio più desiderabili”.

Parole per certi versi condivisibili e, per l’occasione, Bang & Olufsen non poteva che uscirsene con una soundbar a suo modo unica. Un vero e proprio sistema audio a tre canali progettato (sempre nelle parole di Mollanger) “per essere così potente che non avrete bisogno di altri speaker o di un subwoofer”.

Design

A tal fine la Beosound Stage integra addirittura 11 driver: quattro woofer da 10 cm, due driver midrange da 3,8 cm e un tweeter da 2 cm per la configurazione del canale centrale, un driver da 3,8 cm e un tweeter da 2 cm per ciascuno dei canali destro e sinistro. Ogni canale è inoltre alimentato dal suo amplificatore dedicato da 50 watt; fate qualche semplice conto e scoprirete che questa soundbar arriva a erogare una potenza totale di 550 watt.


B&O ha scelto specificamente grandi woofer personalizzati nel tentativo di garantire bassi profondi, mentre i driver destro e sinistro sono stati posizionati vicini tra loro e con un angolo di 45 gradi per favorire la dispersione. L’impegno di B&O nella creazione di un suono coinvolgente e al passo con i tempi è evidente anche nel supporto al Dolby Atmos. Riproducete un film con una traccia audio Atmos e la Stage decodificherà il formato e fornirà il senso di altezza e ampiezza previsto. Questo almeno in teoria e sappiamo come queste promesse di un Dolby Atmos efficace partendo da una soundbar si siano spesso rivelate un po’ troppo ottimistiche.

A differenza di alcune soundbar Atmos come la pluripremiata Sony HT-ST5000, la Beosound Stage non emette suoni attraverso driver rivolti verso l’alto per aggiungere altezza al soundstage. Quando montata a parete utilizza invece una particolare elaborazione del segnale per creare virtualmente l’effetto “height” attraverso i suoi driver inclinati in avanti. Questo è il suo orientamento più naturale (e la posizione con cui ci è stata mostrata all’evento di presentazione veneziano). In alternativa la soundbar può essere appoggiata su una superficie come un mobile o un tavolo in modo che tutti i driver siano rivolti verso l’alto e, naturalmente, l’elaborazione audio cambia di conseguenza.

Bang & Olufsen Stage è una soundbar dall’aspetto piuttosto slim, rivestita in tessuto e incorniciata interamente da un unico pezzo di alluminio o rovere a seconda della finitura. Ha una lunghezza di poco più di un metro, il che significa che starà benissimo sotto un TV da più di 50 pollici, mentre lo spessore è di quasi 8 cm per consentire l’inserimento degli amplificatori, dei driver e del motore di elaborazione. B&O ha inoltre creato una soundbar premium interessante dal punto di vista del design grazie anche alla collaborazione con lo studio danese NORM Architects. La finitura in rovere affumicato è particolarmente bella e (cosa non sorprendente) anche più costosa.

Caratteristiche

Parlando di assistenti vocali, che si sono infiltrati più o meno in tutte le categorie di prodotti audio di consumo negli ultimi due anni, la Stage ne è stranamente priva. B&O ha infatti scelto di non integrare dei microfoni in questa sua prima soundbar perché pensa (e per certi versi non ha tutti i torti) che il controllo vocale in un TV abbia ancora un uso limitato rispetto agli speaker e alle cuffie wireless. Tuttavia una simile assenza lascerà alcuni potenziali clienti un po’ insoddisfatti. A non lasciarli insoddisfatti saranno invece il pannello di controllo touch della soundbar e l’elegante telecomando, ai quali si aggiunge come strumento di controllo l’app mobile B&O.

In termini di funzionalità di connettività non manca quasi nulla. Una volta collegata a una rete Internet tramite Wi-Fi ac o Ethernet, la Beosound Stage può infatti trasmettere musica e video in streaming tramite Chromecast (da uno smartphone) o AirPlay 2 (da un dispositivo Apple). Entrambe le piattaforme offrono opportunità per un’installazione multi-room e, naturalmente, la piattaforma e l’app di B&O consentono alla Beosound Stage di collegarsi ad altri prodotti dell’ecosistema di B&O in un ambiente multi-room. E non preoccupatevi: anche il fidato e vecchio Bluetooth (qui in versione 4.2) è integrato.

Ci sono poi prese HDMI che supportano il passthrough di segnali 4K-HDR e troviamo anche il supporto per eARC. L’inclusione di questa nuova funzionalità significa che la Stage può accettare segnali audio in Dolby Atmos da un TV tramite un cavo HDMI. Un ingresso ottico è stranamente assente, tanto che l’unica alternativa all’HDMI sono le classiche connessioni analogiche.

Qualità audio

Durante la demo di presentazione B&O ci ha incoraggiato a sperimentare con la sua funzione ToneTouch, permettendoci di testare le modalità TV, Music, Movie e Night della soundbar secondo le nostre preferenze tramite l’app. Potete rendere il palcoscenico sonoro più caldo, più brillante o più “eccitante”, anche se durante la nostra breve esperienza di ascolto abbiamo scoperto che il preset messo a punto da B&O era praticamente già perfetto per il contenuto mostrato. Una delle clip demo è la scena del concerto finale di Bohemian Rhapsody in 4K, HDR e Dolby Atmos. È una clip che abbiamo riprodotto molte volte quest’anno per testare diversi prodotti audio e che quindi conosciamo bene. Un test tra l’altro valido considerando il mix tra musica, effetti ambientali del pubblico e dialoghi.

Se è vero che abbiamo sentito alcune soundbar con un maggiore senso di altezza (come la già citata Sony e la ben più costosa Sennheiser Ambeo Soundbar), la Beosound Stage fa comunque un ottimo lavoro nel trasmettere tutti questi elementi sonori, con i boati della folla che suonano ampi e in grado di riempire senza problemi l’ambiente di ascolto (e non poteva essere altrimenti con 550W di potenza). Tuttavia, la traccia audio in Dolby Atmos fa davvero la differenza se ascoltata tramite questa soundbar? È qualcosa a cui solo una recensione completa riuscirà a rispondere.

Siamo rimasti comunque soddisfatti della brillantezza della resa sonora e dalla corposità dei dialoghi e quei woofer di dimensioni significative (almeno per una soundbar) si sono impegnati per far suonare come si deve la batteria. Non aspettatevi i bassi rimbombanti che potreste ottenere da un subwoofer esterno con un woofer tre volte più grande: i woofer della Stage sono chiaramente capaci, ma non fanno miracoli. Ne esce una performance musicale che non siamo sorpresi di considerare tale vista la lunga e illustre esperienza della compagnia danese in ambito stereofonico e che riscontriamo anche ascoltando in seguito qualche brano degli Spoon in streaming tramite AirPlay 2.

Verdetto iniziale

Dopo questa presentazione siamo più convinti dei talenti sonori della B&O Beosound Stage, sebbene tutto il discorso relativo al rapporto qualità-prezzo (il listino è di 1500 euro o 2250 euro per la finitura in rovere affumicato) dovrà ancora aspettare la recensione vera e propria. Il fatto comunque che dopo oltre due anni di attesa la Beosound Stage sia realtà è già di per sé una cosa assolutamente positiva, anche se dubitiamo che si potranno toccare i vertici espressi dalla Ambeo Soundbar di Sennheiser.

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