Dopo il Plenue D recensito a ottobre ecco il Cowon Plenue R, un DAP hi-res con display AMOLED che fa tutto bene pur non eccellendo in nessun aspetto.
A ottobre abbiamo recensito con buoni risultati il Cowon Plenue D e oggi siamo qui a parlare del suo fratello maggiore Cowon Plenue R, disponibile anche in Italia a un prezzo di listino di 599 euro ma acquistabile online già a molto meno (qui ad esempio lo abbiamo trovato a 459 euro). Una cifra comunque importante per un DAP hi-res che non sia Pioneer o Astell&Kern e, come vedremo, proprio il prezzo rimane uno dei punti deboli di questo lettore musicale portatile.
Costruzione
Nulla da ridire sulle finiture e i materiali, con in più un’estetica decisamente premium e un’ottima sensazione di solidità una volta che lo si utilizza (il peso è di 154 grammi, poco più di un iPhone 8). Peccato però che il design molto “affilato” abbia reso il bordo inferiore destro fin troppo appuntito per i nostri gusti e non tutti potrebbero trovare comodo tenere in mano questo DAP per molto tempo.
Sul lato sinistro troviamo uno slot microSD che ospita schedine di memoria fino a 256, mentre lo storage interno del Cowon Plenue R è di 128GB. Che vuol comunque dire uno spazio sufficiente a contenere 32000 tracce in MP3 e, naturalmente molto meno se optate per file lossless o hi-res. In questo caso troviamo il supporto per i formati più comuni tra cui FLAC, ALAC, WAV (fino a 384kHZ), DXD (352.8/384kHz) e DSD128 (purtroppo niente MQA e, per il prezzo richiesto, non è un’assenza da poco).
Sono poi presenti due uscite da 2,5 (bilanciata) e 3,5mm, oltre a una microUSB per la ricarica, il trasferimento dei file e il collegamento per utilizzare il Plenue R come DAC esterno. Non mancano i pulsanti fisici (sulla destra) per il controllo del volume e della riproduzione, sebbene non siano così responsivi come ci saremmo aspettati. Infine un LED sulla parte superiore si illumino dal bianco al verde per indicare lo stato della batteria da 3000 mAh.
Non che con le 17 ore di autonomia promosse da Cowon rimarrete spesso a piedi con il Plenue R, ma fa piacere accorgersi immediatamente se c’è bisogno di una ricarica senza dover premere un pulsante o controllare lo stato della batteria sul display.
Funzioni
Portare file audio sul Cowon Plenue R è di una semplicità disarmante (si fa tutto con un classico drag&drop) e il fatto che questo DAP utilizzi un sistema operativo di stampo Linux piuttosto che uno Android come nel caso dei DAP di Fiio e Astell&Kern farà felici i possessori di un Mac, che non dovranno così avere a che fare con uno strumento non proprio perfetto come Android File Transfer.
In generale il Plenue R, forte anche di un display AMOLED da 3,7’’, funziona bene, anche se abbiamo notato qua e là qualche lentezza di troppo nella navigazione tra i menu che speriamo venga risolto con un aggiornamento software update. A bordo spicca il DAC Texas Instruments PCM5242 (32-bit/384-kHz), mentre per gli amanti dell’ascolto wireless è disponibile anche la connettività Bluetooth con aptX per streammare brani in qualità CD a 16-bit/44.1kHz.
Come da tradizione per la gamma Plenue anche qui troviamo le impostazioni di equalizzazione JetEffect 7, che vanno da preset tradizionali (Rock, Jazz ecc.) ad altri più ricercati e particolari (Flange, Reverb Stadium e altri). Il loro utilizzo va da utente a utente (noi abbiamo preferito escluderli), ma per alcune orecchie potrebbe fare la differenza come nel caso del preset Rock, che rende l’ascolto certamente più ricco d’impatto e di energia a scapito però del dettaglio e di una certa asprezza in gamma alta.
Peccato invece per l’assenza di servizi streaming integrati. Altri DAP anche meno costosi offrono ad esempio Tidal o altre app già incluse, mentre in questo caso non troviamo nulla del genere.
Qualità audio
Se però ci pensate voi a riempire di musica il Cowon Plenue R, non rimarrete affatto delusi. Anzi, questo DAP vi accoglierà con un sound estremamente dettagliato e nitido, come dimostrato nei nostri test eseguiti sia con degli in-ear entry-level come i [amazon_textlink asin=’B01KL5T6Y4′ text=’Beyerdynamic Byron ‘ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1cd06d35-fa18-11e7-98f5-f9a8aac20040′]da 50 euro, sia con cuffie over-ear ben più costose ed esigenti come le [amazon_textlink asin=’B016ON147O’ text=’AKG K550′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’272ba45f-fa18-11e7-9eaa-cd22917742e7′].
Cominciando con il Piano Concerto No.24 di Mozart eseguito da Eugene Istomin, il Plenue R restituisce un soddisfacente senso di spazialità tra gli archi e le partiture più profonde che costituiscono le fondamenta dell’esibizione. E quando intervengono le parti di piano, il Plenue R riesce a far apprezzare la diversa intensità tra le melodie pianistiche più gioiose e l’impatto degli archi quando rientrano nella composizione.
Passando alla cover di Johnny B. Goode fatta da Elvis Presley e tratta da From Memphis to Vegas / From Vegas to Memphis, ecco che il Plenue R trasmette tutta l’energia e tutto il dinamismo del brano. Là dove alcuni DAP faticherebbero a tenere traccia delle veloci partiture del pianoforte, della chitarra, delle voci e degli effetti ambientali del pubblico, il Plenue R mantiene il tutto ben organizzato e composto.
E che dire del finale di The Chain dei Fleetwood Mac (brano tratto dal leggendario Rumours), con quel basso che aggiunge la giusta pesantezza senza però mai perdere in definizione e rotondità? In generale il Plenue R restituisce le note basse con un’ottima stratificazione e non con un ammasso indistinto di bassi, ma anche in gamma media si comporta molto bene, con le voci della band convincenti e ben bilanciate che ricreano una scena ampia e naturale.
Ci sono però aree in cui il Cowon Plenue R non brilla particolarmente, soprattutto se prendiamo come termine di paragone un campione nella sua fascia di prezzo come l’Astell & Kern AK70 mkII, che offre una resa più convincente sotto quasi tutti i punti di vista. Qualche esempio? L’AK70 mkII riesce a fare meglio a livello di timing, con in più bassi dotati di maggior profondità e una gamma media più limpida ed efficace, tanto che la voce di Michael Stipe in Everybody Hurts dei R.E.M. colpisce molto di più se ascoltata con l’AK70 che non con il Plenue R.
Comportamento molto simile se utilizziamo il Plenue R come DAC esterno. La differenza con i convertitori tipici di un laptop è naturalmente a favore del Plenue R, che però rimane indietro se confrontato con DAC tout-court come l’Oppo HA-2 SE.
Verdetto
A parte questi limiti e un prezzo di listino non proprio aggressivo (ed ecco perché la mancanza della quinta stelletta), il Cowon Plenue R ha molto per cui farsi apprezzare, non ultimi il design “stiloso”, la buona qualità audio e la semplicità di utilizzo.
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Riassunto
Dopo il Plenue D recensito a ottobre ecco il Cowon Plenue R, un DAP hi-res con display AMOLED che fa tutto bene pur non eccellendo in nessun aspetto.
Pro
Qualità costruttiva
Sound dettagliato e spazioso
Contro
Mancano i servizi streaming integrati
Alcuni rivali fanno meglio un po’ su tutta la linea
Scheda tecnica
Formati audio supportati: ALAC, AAC, FLAC, AIFF, WAV, WMA, MP3, DSD, DXD
Display: AMOLED multitouch da 3,7’’
Connessioni: microUSB, jack 3,5mm, jack da 2,5mm
Memoria interna: 128GB + microSD fino a 256GB
Dimensioni: 11.3×6.2×1.4cm
Peso: 154 grammi
Prezzo: circa 599 euro
Sito produttore: www.cowonglobal.com