Abbiamo testato gli auricolari true wireless Yamaha TW-E3B ricavandone ottime sensazioni a livello sonoro. Qualche funzione in più però non avrebbe fatto male
Nell’ultimo anno Yamaha è stata molto attiva nel proporre cuffie wireless e auricolari true wireless, prodotti che pur non rientrando nel classico trademark del produttore nipponico hanno saputo conquistare diversi appassionati, soprattutto se parliamo delle recenti cuffie wireless TW-E700A. A queste si sono aggiunti nelle ultime settimane gli auricolari true wireless TW-E3B, modello di gamma media (il prezzo di listino è di 139 euro) che rinuncia alla cancellazione attiva del rumore ma che propone la funzione proprietaria Listening Care, su cui Yamaha punta molto e di cui parliamo più avanti.
Questi in-ear true wireless hanno un look molto essenziale e anche a livello di feature non propongono nulla di particolarmente innovativo, considerando anche che la companion app di Yamaha serve solo per aggiornare il firmware e attivare/disattivare il Listening Care (non troverete quindi altre opzioni audio come un equalizzatore). Ogni auricolare ospita un driver dinamico da 6mm e pesa poco più di 5 grammi. La particolarità dei TW-E3B è la libertà di inserimento nell’orecchio, visto che possono essere utilizzati verso l’alto o verso il basso a seconda di come ognuno si trovi meglio anche a livello audio.
Nel nostro caso non abbiamo utilizzato gli altri gommini in dotazione di diverse misure ma ci siamo trovati già bene con quelli di default di taglia media e, dopo qualche prova, abbiamo preferito tenere gli auricolari rivolti verso l’alto, posizione che ci ha assicurato quella resa in gamma bassa che le altre posizioni faticavano a fornire. L’isolamento passivo dall’esterno è notevole e non ci aspettavamo questo senso di “cancellazione” da auricolari così piccoli e leggeri.
A non convincerci del tutto è la durezza dei pulsanti di controllo posti sulla parte esterna degli auricolari, che servono per controllare la riproduzione, alzare o abbassare il volume e attivare l’assistente vocale di turno (Siri o Google Assistant). Di solito preferiamo i controlli touch, ma altri si trovano meglio con quelli fisici per il miglior feedback; in questo caso però bisogna premere un po’ troppo forte per far partire l’azione corrispondente con la conseguenza di premere ulteriormente l’auricolare all’interno dell’orecchio, cosa che ad alcuni potrebbe dare fastidio.
Se non altro, rispetto alle primissime ore di utilizzo, abbiamo notato un certo “ammorbidimento” dei pulsanti e speriamo quindi che con il tempo questo difetto si ridimensioni. Un’altra assenza è quella del sensore che permette di interrompere e riprendere l’ascolto togliendo e rimettendo gli auricolari nelle orecchie e, considerando il prezzo, spiace non trovare questa feature presente ormai anche su diversi true wireless di fascia medio-bassa.
Buona invece l’autonomia, che tra le circa 6 ore degli auricolari e tre cariche identiche assicurate dalla custodia raggiunge circa 24 ore. A livello di funzioni non c’è molto altro da dire, se non che Yamaha ha optato per un chip con Bluetooth 5.0 e supporto per aptX e per una protezione IPX5 contro sudore e schizzi d’acqua. Veniamo ora alla tecnologia Listening Care, che Yamaha ha sviluppato basandosi sulle particolari caratteristiche sensoriali dell’orecchio umano.
Tenendo conto della difficoltà nel sentire contenuti a bassa e alta frequenza quando il volume è basso, oltre alle differenze di suono in ambienti di ascolto diversi, Listening Care punta a correggere il bilanciamento audio e lo ottimizza in base al volume. Il risultato, secondo Yamaha, è un audio particolarmente naturale che riduce l’affaticamento dell’udito dovuto agli eccessi di volume. Da notare che le cuffie EP-E70/YH-E700 offrono una versione potenziata di Listening Care (Yamaha la chiama “adattiva”), con un approccio adattivo in tempo reale che calcola il volume medio ogni 0,7 ms tenendo conto dei dati degli ultimi 5 secondi.
La correzione apportata all’equalizzazione a 4 bande è adattiva e tiene conto del volume medio. I TW-E3B forniscono invece un Listening Care meno avanzato e in effetti, attivandolo e disattivandolo tramite l’app (peccato non poterlo fare direttamente dagli auricolari), la differenza non risulta molto significativa, anche se a basso volume si percepisce in effetti una compattezza maggiore a livello di frequenze rispetto ad altri true wireless.
È nella resa generale comunque che questi auricolari convincono, sebbene non sia facile trovare il giusto posizionamento nelle orecchie per far risaltare anche la gamma bassa. Dopo ore di test con i più svariati generi musicali (siamo passati dai Meshuggah a Jackson Browne e da Bill Frisell a Miley Cyrus), ascoltando sia in streaming da Spotify e Apple Music, sia in locale usando come sorgente un iPhone 11 Pro Max e uno Xiaomi Mi 11, gli Yamaha TW-E3B offrono un ascolto piacevole ed equilibrato, con una gamma media pulita, alti mai troppo squillanti e bassi forse un po’ “nascosti” nell’insieme ma in grado comunque di dare il loro apporto.
In questa fascia di prezzo la proposta di Yamaha non riesce a raggiungere del tutto l’eccellenza dei Cambridge Audio Melomania 1+ (e non dimentichiamo i Sennheiser CX 400BT a 99 euro), ma rimane comunque interessante, soprattutto se cercate auricolari dal sound naturale ed equilibrato, con in più un isolamento passivo che non mancherà di sorprendervi.
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