Nuova soundbar 2.1 ricca di funzioni da Yamaha: la BAR 400 è compatta, versatile e suona bene, ma ha qualche limite… Ecco il nostro test.
Parlando di soundbar, tra quelle che si possono considerare “standard”, le soundbase e i “digital sound projectors” l’offerta Yamaha è da anni molto ricca di soluzioni per tutte le esigenze e le tasche.
Pur rimanendo il marchio più forte sul mercato per quanto riguarda l’amplificazione multicanale, è innegabile che la tendenza degli ultimi anni nella maggior parte delle case degli italiani (e non solo) sia di abbinare una soundbar al TV piuttosto che imbarcarsi in un più oneroso e “complicato” (benché foriero di soddisfazioni) impianto multicanale.
La soundbar MusicCast BAR 400 (Yas-408) di Yamaha si pone sul gradino più alto prima del passaggio alla classe superiore dei proiettori sonori, fornendo una configurazione 2.1 (barra + subwoofer) che si può estendere fino a 4.1 con l’aggiunta di altri speaker compatibili MusicCast.
Costruzione
Il design della BAR 400 è molto semplice e minimal, studiato per “distrarre” il meno possibile una volta posta sotto o davanti al televisore, riuscendo ad essere molto facile da collocare grazie alle dimensioni contenute: l’altezza è di appena 6 cm, lo spessore 10 e la larghezza 98 cm (più o meno equivalente a un tv 43’’).
Il subwoofer è ovviamente un po’ più ingombrante ma grazie al design piuttosto “slim” è anch’esso molto semplice da piazzare in ambiente senza arrecare disturbo ed essendo wireless ha solo bisogno di una presa di corrente per essere alimentato.
Le connessioni della soundbar sono poste in un incavo sul retro e comprendono un ingresso HDMI con HDCP2.2 che supporta segnali 4K 50 e 60 Hz (YCbCr=4:4:4), HDR10, Dolby Vision, HLG e 3D pass-through, un’uscita HDMI con ARC (audio return channel), un ingresso ottico, uno analogico (mini-jack 3.5mm), Ethernet e USB (che però serve solo per aggiornare il sistema in assenza di connessione internet). Un altro ingresso HDMI non avrebbe guastato.
Non manca ovviamente la connettività Wi-fi (2.4/5GHz), Bluetooth versione 4.2 e c’è anche il supporto per AirPlay.
La presa per il cavo d’alimentazione è invece posta in un secondo incavo sempre sul retro della soundbar, dove troviamo anche due piccole protuberanze per inserire le viti per il fissaggio a muro.
Il fronte anteriore è tutto occupato dalla griglia metallica nera che nasconde i driver -quattro woofer da 4.6 cm, Dual Tweeter da 2.5 cm-, ad eccezione di una sottile fascia nella parte superiore centrale che nasconde alcuni piccoli led con le indicazioni di stand by e volume (che si possono anche disattivare da telecomando).
Il lato superiore è invece in classica plastica nera lucida che in controluce fa trasparire una sottile “venatura” simil-legno; anche qui troviamo dei piccoli led che indicano la sorgente in riproduzione (HDMI, Tv, Analog, Bluetooth net), uno che indica la modalità surround, uno per la connessione wi-fi e uno per quella Bluetooth. Poco più a destra rispetto ai led, troviamo anche 5 controlli touch per alzare e abbassare il volume, inserire il mute, selezionare la sorgente e “connect” per far rilevare la BAR 400 a uno smartphone o altro dispositivo connesso.
Qualcuno probabilmente avrebbe gradito un menù OSD o un display vero e proprio, anche perchè i LED sono molto piccoli ed è impossibile capire a distanza cosa indichino, ma con questa soluzione la soundbar si “mimetizza” meglio senza attrarre l’attenzione su di sé.
A differenza della soundbar, i cui driver sono celati dietro alla griglia metallica, quello del subwoofer, un bass reflex da 16 cm posto sul lato destro, è coperto da tessuto mentre lo sfogo per l’aria è sul frontale, in plastica nera. In generale il sub ha un aspetto un po’ più economico ma è facilmente “occultabile” all’occorrenza.
Vi è anche un telecomando in dotazione, piccolo e leggero, che permette di controllare con semplicità tutte le funzioni basilari (oltre al controllo del volume “complessivo” c’è anche quello separato per il volume del subwoofer).
App e funzioni
Se non ci si vuole limitare ad utilizzare la BAR 400 per potenziare l’audio della TV o ascoltare altre sorgenti fisiche, è affidandosi all’App MusicCast che si sfruttano appieno tutte le funzioni della soundbar. Si può accedere alla propria libreria musicale su smartphone, tablet o rete locale (se avete un NAS si integra perfettamente) oppure ai servizi streaming più diffusi come Spotify e Deezer e la compatibilità con file e segnali hi-res garantisce di sfruttare anche la qualità offerta da Tidal e Qobuz.
Da non sottovalutare l’accesso a una vastissima selezione di internet radio e podcast che è possibile organizzare in liste e preferiti.
Attraverso l’app è anche possibile effettuare il pairing con altri speaker compatibili, come il MusicCast 20 o 50, che si possono utilizzare o come diffusori surround in configurazione 4.1, oppure multiroom riproducendo la musica in più parti della casa.
Altra integrazione molto interessante è quella con i dispositivi a controllo vocale Amazon, come gli Echo: la BAR 400 vi si interfaccia rispondendo così ai comandi impartiti attraverso Alexa.
L’app MusicCast non è forse la più intuitiva e veloce in fase di setup del sistema multiroom, ma è stabile e una volta che tutto è predisposto il suo utilizzo è pratico e piuttosto fluido, riconoscendo anche dispositivi wireless non necessariamente Yamaha (non funziona per il 4.1 però).
A parte questo, il sistema è molto “aperto” come dimostra anche l’integrazione di AirPlay oltre al già citato Amazon Alexa.
Qualità audio
Parlando invece dei settaggi puramente audio, il volume del subwoofer è regolabile indipendentemente e c’è anche un tasto “bass extension” sul telecomando per dare ulteriore spinta, anche se l’opzione più efficace è certamente “Clear Voice” che riesce effettivamente a schiarire il range di frequenza delle voci ottenendo ottimi risultati guardando film e serie tv, ma sortisce anche un effetto piacevole con molti brani musicali.
Sempre da telecomando si può selezionare la modalità di ascolto stereo, surround o 3D surround che sfrutta l’algoritmo DTS Virtual:X per simulare la presenza di altoparlanti a soffitto attraverso le riflessioni ambientali. Abbiamo provato la BAR 400 in 3 ambienti differenti tra cui una mansarda col soffitto basso e l’effetto non si è dimostrato per nulla incisivo, d’altra parte è difficile attendersi un risultato efficace in tal senso da una configurazione 2.1, mentre parlando di semplice surround la spazialità raggiunge livelli decorosi, anche se in configurazione 4.1 l’effetto è indubbiamente più efficace.
Dall’app è anche possibile impostare 5 modalità DSP in aggiunta alla stereofonia e al generico surround: Movie, Music, Tv programme, Game e Sport.
Provando la BAR 400 con i contenuti di estrazione e qualità molto diversa, emerge un comportamento positivo, in grado sicuramente di dare una corposa marcia in più alla visione di programmi TV o film rispetto al semplice audio del televisore, per quanto buono e performante possa essere.
Anche comparata ad altre soundbar dal range di prezzo analogo, la BAR 400 spicca per l’ottima resa nelle scene concitate e d’azione: nelle battaglie della settima stagione di Game of Thrones ad esempio, laddove i dialoghi rischiano di rimanere soffocati e l’estensione in frequenza può mostrare limiti rendendo la scena confusa, l’esperienza d’ascolto è invece gradevolmente definita e vigorosa grazie al vitale supporto del subwoofer.
Visionando una partita di Serie A il commento è in ovvia evidenza ma anche il tifo dello stadio si fa coinvolgente e si sente la presenza di driver più grandi rispetto a quelli di un televisore quando dalla curva partono i tamburi sfruttando anche qui la gamma bassa più estesa.
Pur non potendo offrire un’immagine stereofonica comparabile a quella di due classici diffusori stereofonici, anche la resa musicale stupisce in positivo, soprattutto per la gamma media e le opzioni di personalizzazione tra DSP e livello del sub separato, che consentono di adattare la risposta della soundbar ai vari generi e ai propri gusti con una certa versatilità (anche se un equalizzatore multibanda in-app non avrebbe certo guastato).
La parte meno entusiasmante dello spettro sonoro è quella delle alte frequenze, che non mancano di certo ma risultano leggermente fredde ed aspre, facendo emergere la connotazione “compressa” delle sorgenti digitali di qualità medio/bassa. Anche la prestazione in gamma bassa non è lineare e definita come quella di un impianto hi-fi, ma fa il suo dovere, soprattutto in relazione all’uso con film e serie TV. Molto buona invece la tenuta generale ad alto volume, sintomo della bontà della costruzione.
La vera nota di demerito che indispettirà i più esigenti e i fruitori di Blu-ray disc è il mancato supporto delle codifiche lossless Dolby True HD e DTS-HD Master Audio (e di conseguenza anche le versioni a oggetti Dolby Atmos e DTS:X) che vengono lette come semplici Dolby e DTS lossy. Una scelta che potremmo perdonare in un prodotto entry level ma che stona considerando il prezzo e il resto delle caratteristiche della BAR 400.
Purtroppo la considerazione implicita è che al “grande pubblico” queste feature interessano sempre meno, benchè si tenda a mettere il logo Dolby Atmos dappertutto… ma dal punto di vista di Yamaha la scelta serve a differenziare la soundbar dai più evoluti digital sound projectors e dai classici sistemi multicanali con sintoamplificatori e diffusori “full size” che il marchio giapponese continua fortunatamente a proporre.
Al contrario in ambito file digitali, la soundbar supporta una varietà di formati hi-res tra cui FLAC, WAV e AIFF fino a 192Khz/24 bit, ALAC fino a 96Khz/24 bit (mentre mp3, wma e aac fino a 48/16).
Verdetto
La MusicCast BAR 400 di Yamaha è una soundbar versatile e ricca di funzioni che si difende bene nell’odierno panorama smart e suona bene nella stragrande maggioranza dei contesti. Il design slim e volutamente neutro la rende estremamente facile da collocare sotto il televisore anche in spazi ridotti e senza “stonare” o deviare l’attenzione dallo schermo. I limiti da segnalare sono il mancato supporto delle codifiche lossless (Dolby True HD, DTS-HD MA, Dolby Atmos e DTS:X), il DTS Virtual:X (alias 3d surround) poco efficace e un prezzo di listino (700€) un po’ alto per un sistema 2.1.
Prestazioni sonore gradevoli
App musiccast
dialoga con Alexa
Subwoofer wireless
Espandibile a sistema wireless 4.1
Solo un ingresso HDMI
Surround virtuale poco efficace
Manca display o menù a schermo
Prezzo leggermente elevato
Potenza in uscita: 100 W (soundbar)+100 W (subwoofer)
Connessioni: HDMI in, HDMI out (ARC), digitale ottica, analog in (3.5mm minijack)
Connettività: Bluetooth 4.2 (+EDR/A2DP, AVRCP), Wi-Fi 2.4G e 5G (dual band), Ethernet
Formati audio supportati: MP3 / WMA / MPEG-4 AAC(fino a 48 kHz / 16-bit), ALAC (fino a 96 kHz / 24-bit), FLAC / WAV / AIFF (fino a 192 kHz / 24-bit)
Segnali video supportati via HDMI: 2160p 50 / 60 Hz YCbCr=4:4:4, HDR10, Dolby Vision, HLG, HDCP2.2, 3D
Dimensioni (L x A x P): 980 x 60 x 110.5 mm, subwoofer 180 x 417 x 405 mm
Peso: 2,7 kg (barra), 9,4 kg (subwoofer)
Prezzo: 700 euro
Scheda prodotto sul sito ufficiale
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