Riuscirà Wharfedale a ripetere il successo delle Diamond 220 con le più costose, eleganti e ambiziose Reva-2? Leggete per scoprirlo.
Invece di progettare e realizzare gli speaker Reva-2 dalle fondamenta o utilizzando “al ribasso” elementi presi dai suoi modelli top di gamma, Wharfedale ha concepito questi diffusori con lo scopo di rifinire e migliorare il design e le caratteristiche tecniche salienti della serie entry-level Diamond 200, in modo da offrire prestazioni ancora migliori senza però aumentare eccessivamente il prezzo. E naturalmente lo storico produttore britannico punta a ripetere il successo dei Diamond 220, diffusori apprezzatissimi per il loro eccezionale rapporto qualità prezzo tanto che nel 2014 li abbiamo premiati con un riconoscimento come migliori speaker entry-level.
Con le Reva-2 però, che non a caso costano tre volte tanto le Diamond 220, Wharfedale non propone solo cambiamenti di secondo piano e un nuovo look (che comunque c’è), ma un modello profondamento diverso rispetto alle Diamond 220, partendo dal design dei driver fino alla costruzione del cabinet.
Costruzione e design
Basta guardare per un attimo le Reva-2 (modello più grande e costoso rispetto alle Reva-1) per accorgersi immediatamente delle novità apportate da Wharfedale proprio nel design del cabinet. Non solo la forma a “sandwich” mutuata dalle serie Diamond è stata ispessita con ulteriori strati per rafforzare la struttura di risonanza dei bassi, ma la cassa ha assunto un design più curvo ed è stata rifinita a mano con strati di palissandro e noce. Un design e una scelta di materiali che colpiscono fin da subito, cosa che non si può certo dire per molti diffusori in questa fascia di prezzo.
A essere migliorati sono anche i driver, progettati e realizzati da Wharfedal congiuntamente con i cabinet per assicurare la miglior conformità possibile. Troviamo poi una nuova trama in fibra di vetro per il generoso driver da 12,5 cm che Wharfedale descrive come rigido ma al tempo stesso leggero, mentre il tweeter da 25 mm sfoggia una nuova cupola tessile ed è montato su una guida d’onda bombata per migliorare la dispersione. Infine Wharfedale ha rifinito anche il design a fessura visto per la prima volta nelle serie Diamond 100 per migliorare l’efficienza. Lo slot tra la parte bassa del cabinet e il basamento che lo sorregge fa in modo che i diffusori possano essere messi vicino a un muro senza che i bassi dominino eccessivamente la scena sonora. Nella nostra prova infatti li abbiamo disposti a non più di 30 cm dal muro della stanza e la risposta dei bassi ci ha pienamente convinti.
Qualità audio
Anche se i bassi sono assolutamente godibili (non solo solidi e puliti ma anche abbastanza profondi e agili), non sono loro l’elemento che ci ha maggiormente colpiti. A rubare la scena con le Reva-2 è infatti stata la gamma media, una delle più pure e focalizzate mai sentite su diffusori di questo livello; ecco perché non è affatto sorprendente che le voci risultino così espressive. Se non ci credete, ascoltate Tonite It Shows dei Mercury Rev e il timbro nostalgico, intimo e delicato della voce di Jonathan Donahue. L’orchestrazione quasi in stile valzer sembra quasi provenire da un carillon, ma attraverso le Reva-2 è una vera gioia per le orecchie. L’ambienza è densa e strutturata, partendo dalle note dello xilofono per arrivare alle trame degli archi e alle dolci linee melodiche degli ottoni, il tutto messo insieme con un grande e naturale senso di coesione.
Passando a Ljosio di Olafur Arnald, si notano poi il controllo e la precisione nel modo in cui le Reva-2 restituiscono le armoniche e le sottili variazioni dinamiche della trama pianistica. Se è vero che non siamo di fronte all’ampiezza dinamica dei modelli di fascia superiore come le Jade, è altrettanto vero che il soundstage ricreato dalle Reva-2 non è affatto ristretto e limitato, anzi tutt’altro.
C’è un’innegabile accuratezza proveniente da questi diffusori, ma nonostante la loro natura attenta e lineare, non possiamo non notare la mancanza di qualcosa. Ce ne accorgiamo subito passando all’ascolto di Holding for Life dei Broken Bell, durante la quale le Reva-2 faticano a restituire le linee danzerecce di synth e a esprimere al meglio il groove da disco music del brano. Il sound che esce dai diffusori è quasi trattenuto e fallisce nell’avvolgere l’ascoltatore con l’energia richiesta. Potremmo quasi definire questa caratteristica delle Reva-2 come la mancanza di un’attitudine al “divertimento”, che impedisce loro di essere convincenti con i più disparati generi musicali come invece riescono a fare alcune loro rivali (ci vengono in mente ad esempio le Dynaudio Emit M10).
Verdetto
Quando devono affrontare tracce movimentate e ricche di beat e groove, le Reva-2 si comportano più come un pensionato prudente che non come un giovane sfrontato e scatenato. Eppure, nonostante non siano i diffusori più versatili sul mercato, rimangono eccellenti nel restituire dettaglio e precisione. E se questi due aspetti sono in cima alla lista delle vostre preferenze nella scelta di un paio di diffusori bookshelf, allora le Reva-2 potrebbero fare seriamente al caso vostro.
© 2016, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Wharfedale Reva-2
Voto
PRO
Precisione e dettaglio
Gamma media molto espressiva
Si posizionano bene anche vicino a un muro
Finiture eccellenti
CONTRO
Mancano un po’ di vivacità
Alcune rivali hanno più autorità e ampiezza dinamica
SCHEDA TECNICA
Costruttore: Wharfedale
Distributore per l’Italia: Videosell
Indirizzo web del distributore: www.videosell.it
Tipo di prodotto: Diffusori bookshelf
Prezzo: 729 euro
Informazioni tecniche
Frequenza limite inferiore: 42 Hz
Sensibilità: 86 dB
Impedenza: 8 Ohm
Frequenza limite superiore: 20 kHz
Tweeter: 25 mm
Dimensioni e peso
Larghezza: 204 mm
Profondità: 357 mm
Altezza: 275 mm
Peso: 7,80 kg