Panasonic sta valutando la possibilità di vendere o ridimensionare le sue attività nel settore dei TV, dove negli ultimi anni si è distinta soprattutto per i suoi modelli OLED di altissima qualità.
Secondo quanto riportato nelle scorse ore da Nikkei, Panasonic sta valutando la possibilità di vendere o ridimensionare le sue attività nel settore dei TV, dove negli ultimi anni si è distinta soprattutto per i suoi modelli OLED di altissima qualità.
Possibilità espressa durante una recente call con gli azionisti direttamente dal presidente e CEO Yuki Kusumi, che ha detto di essere pronto a vendere l’attività se fosse necessario, aggiungendo però che al momento non c’è un piano preciso.
Di fronte allo strapotere prima dei colossi coreani (Samsung e LG) e, più recentemente, all’avanzata portentosa dei due big cinesi Hisense e TCL, Panasonic è rimasto oggi l’ultimo grande produttore giapponese di TV assieme a Sony ed entrambi si sono caratterizzati negli ultimi anni per TV di indubbio valore ma anche più costosi della media, cosa che non ha certo favorito la loro espansione sul mercato.
La dichiarazione di Kusumi arriva però a sorpresa sia perché lo scorso anno Panasonic è tornata operativa nel mercato USA dopo quasi 10 anni, sia perché il recente passaggio al sistema operativo Fire TV di Amazon per alcuni TV è stato generalmente apprezzato (come abbiamo sottolineato anche noi), senza contare i recenti annunci del CES 2025.
Evidentemente però, tra un mercato TV globale che non gode di ottima salute e una concorrenza coreana e cinese che si fa sempre più asfissiante, il settore TV di Panasonic sta faticando. Kusumi ha anche dichiarato che finora nessuna società ha espresso interesse per l’acquisto della divisione TV dell’azienda, che tra l’altro non è l’unica in difficoltà (anche gli elettrodomestici, i dispositivi industriali e la meccatronica sono in sofferenza).
Al momento la situazione è quindi ancora in divenire, anche se Kusumi ha parlato di fine marzo 2026 come termine ultimo per risolvere la situazione, scaduto il quale saranno adottate “misure drastiche” (parole che purtroppo non lasciano sperare in nulla di buono).
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