Entertainment Featured home Streaming

TV pirata: oscurate oltre 50 piattaforme fra cui la nota Xtream Codes

Xtream Codes

L’operazione Eclissi ha portato alla chiusura di diverse piattaforme streaming illegali fra cui la nota Xtream Codes.

È notizia di questi giorni il maxi-blitz europeo denominato Operazione Eclissi, che ha portato alla chiusura di 58 piattaforme pirata fra cui la famigerata Xtream Codes. Coloro che usufruivano del cosiddetto “sistema pezzotto” erano in grado di guardare gratis o per pochi euro al mese diversi contenuti delle più note Pay-TV, fra cui ovviamente tutte le partite di calcio italiane ed europee.

In Italia questo sistema generava un volume d’affari da 2 milioni di euro al mese, con più di 5 milioni di utenti coinvolti. Per tutta Europa invece il giro d’affari viene stimato in oltre 60 milioni di euro all’anno. Al momento del blitz sono stati oscurati circa 700mila utenti che ne usufruivano e sono stati individuati 25 responsabili che verranno verosimilmente processati. L’Operazione Eclissi è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Roma e dalle Agenzie europee Eurojust ed Europol.

Come funziona il sistema “pezzotto”

La connessione ai canali illegali può avvenire in diversi modi, il più diffuso dei quali è quello di un decoder Box Android regolarmente in vendita sugli store online come Amazon, che di per sè non è assolutamente vietato. Al fronte di un pagamento di pochi euro al mese, di solito dai 10 ai 15, il cliente riceveva l’accesso sostanzialmente a tutti i canali a pagamento disponibili in Italia o all’estero e poteva accedervi proprio tramite il decoder Android. Il segnale partiva semplicemente dai gestori della piattaforma illegale che acquistavano, ad esempio, abbonamenti regolari per Sky, Dazn, Netflix, Mediaset Premium per poi “condividere” questi canali a dei rivenditori che li distribuivano ai clienti finali. Una volta completato l’acquisto del servizio, i clienti ricevevano l’accesso ai canali fornendo l’indirizzo MAC del proprio decoder ai rivenditori.


Cosa rischiano gli utenti?

Nel momento in cui gli oltre 100 militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza effettuavano il sequestro, erano, come anticipato in precedenza, circa 700.000 le persone collegate agli abbonamenti pirata in Italia. Fra questi sono stati scoperti addirittura alcuni hotel che usufruivano del servizio illegale. Il colonnello Giovanni Reccia ha spiegato che, adesso, gli utenti scoperti rischiano il carcere da sei mesi ai tre anni e una multa fino a 28.822 euro.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

Vuoi saperne di più? Di' la tua!

SCRIVICI


    MBEditore network

    Loading RSS Feed


     

     

     

     

     

    Pin It on Pinterest