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TV OLED: le nuove direttive EBU per limitare il burn-in

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La European Broadcasting Union ha aggiornato le direttive rivolte ai broadcaster per limitare il fenomeno del burn-in sui TV OLED.

Sappiamo bene che, come succedeva ai tempi del plasma, uno dei principali “timori” per chi possiede un TV OLED è il fenomeno del burn-in, ovvero lo stampaggio su schermo di loghi e altri elementi grafici fissi (come le grafiche del punteggio in un evento sportivo) che può verificarsi in condizioni particolari e che rischia appunto di lasciare sullo schermo (anche quello di smartphone con display OLED) delle “impronte” non proprio piacevoli. Si tratta insomma di elementi statici che perdurano su schermo per prolungati periodi di tempo senza cambiamenti e che, come è facile immaginare, interessano anche i videogiochi.

Torniamo a parlarne oggi perché recentemente la European Broadcasting Union (EBU), otto anni dopo l’ultimo documento riferito logicamente ai TV al plasma (nel 2010 gli OLED non c’erano ancora), ha aggiornato le direttive dedicate ai broadcaster per limitare appunto il rischio di stampare loghi ed altri elementi fissi sui TV OLED.

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Il nuovo documento, che potete leggere qui nella sua interezza, interessa come già detto broadcaster ed emittenti televisive e non gli utenti, che per evitare il burn-in sui loro TV OLED non possono fare molto se non attivare le opzioni apposite nelle impostazioni del TV per “salvaguardare lo schermo”. Chi insomma guarda spesso i canali televisivi, siano essi su digitale terrestre o via satellite, non può far altro che sperare in un comportamento accorto da parte dei broadcaster ed è proprio su questo versante che il documento EBU punta a fornire dei suggerimenti.


EBU infatti consiglia alle emittenti di modificare periodicamente la posizione degli elementi statici su schermo nel corso della giornata di programmazione, in modo da non mantenere il logo del canale TV sempre nello stesso punto. L’altro consiglio è di prevedere qualche momento della giornata in cui non mostrare alcun logo. Loghi (e grafiche fisse) che tra l’altro dovrebbero essere quanto più trasparenti possibili e non “pieni” come siamo abituati a vedere oggi o caratterizzati da colori molto saturi.

Le altre direttive del documento prendono in esame la luminosità, ancora più importante oggi rispetto ai tempi del plasma per la diffusione di contenuti in HDR. Qui si fa riferimento solo ai contenuti broadcast e quindi all’HLG (il formato HDR per i contenuti televisivi), nel qual caso EBU suggerisce ai broadcaster un livello di segnale luminoso pari al 47% del bianco di riferimento, corrispondente al 35% del picco massimo. Per i contenuti in SDR si parla invece di un livello di segnale che non dovrebbe mai superare il 40% del picco di bianco.

La speranza, considerando anche la proposta in 4K-HDR di Sky Q, è che le emittenti televisive prendano seriamente in considerazione i consigli dell’EBU e agiscano di conseguenza per evitare appunto spiacevoli sorprese. Su questo versante, come già accennato, l’altro grande “pericolo” per gli OLED è rappresentato dai videogiochi e dalle loro interfacce con molti elementi statici (e anche qui l’HDR gioca un ruolo sempre più importante), mentre per fortuna servizi come Netflix, Amazon Video, Infinity e altri non sono interessati dal burn-in, non presentando appunto loghi o altri elementi grafici fissi sullo schermo durante la visione dei rispettivi contenuti.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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