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THX ovvero come è nato l’Home Entertainment

THX home entertainment

Quella dell’Home Entertainment è una realtà consolidata da decenni, ma dove risiedono le sue origini? Come si è giunti alla creazione di tutti gli standard tecnologici che ci permettono oggi di godere di contenuti audio/video di alta qualità nelle nostre case? Ecco la “prima puntata” di questo excursus storico.

Sembrerà un paradosso, ma se analizziamo la nascita dell’alta fedeltà domestica, scopriamo che è nata nel Cinema. Mi spiego.

I primi audiofili, parlo degli anni successivi alla seconda guerra mondiale, costruivano i loro primi impianti utilizzando altoparlanti usati nei Cinema, come le trombe della Altec Lansing (Azienda poi separatisi in due: Altec e James B.Lansing –JBL) che costituivano la famosa “Voce del Teatro”, per i lettori meno giovani.

Altec Lansing Voice Of Theater
diffusori per il cinema Altec Lansing

Per le elettroniche attingevano ai valvolari che si trovavano nei surplus militari.


Tutto questo per dire che non c’è nessuna “contaminazione” tra il mondo dell’audio e quello del Cinema. Semmai un ritorno alle origini.

Un altro punto da tenere presente all’inizio di questa serie di articoli che vogliono costituire la base per comprendere dove nasce questo mercato, come si è sviluppato e che direzione prenderà, è quale sia il rapporto tra il mondo professionale (cinema e case discografiche) e il mondo amatoriale (musica e cinema in casa, alias home entertainment).

La rivoluzione sonora parte dal cinema

La prima “rivoluzione”, è avvenuta con l’introduzione del sonoro. Con il Cinema muto, il Film era accompagnato da un pianista che suonava nella sala, per intrattenere prima della proiezione e accompagnare le immagini durante la proiezione.

Entertainment - Cinema

Si può facilmente capire che l’andare al Cinema era un evento, un qualcosa di straordinario, un happening collettivo, dove la proiezione era una parte dello spettacolo generale.

Con l’inizio del sonoro, oltre ai problemi creati agli attori (magari belli e fotogenici, ma con una voce non adatta al personaggio), la situazione cambia: il Film nella sua interezza è il protagonista dell’evento. Un cambiamento splendidamente rappresentato in quel piccolo capolavoro di Michel Hazanavicius del 2011: The Artist. The Artist

Dal Cinema alla TV

Facendo ora un salto in avanti di molti anni, arriviamo al momento di massimo splendore del Cinema ed all’avvento della televisione.

Questo ha rappresentato la seconda “rivoluzione” nell’intrattenimento delle famiglie. Il mondo del Cinema si è ben presto accorto che il pubblico delle sale diminuiva e ha risposto con il colore e il suono multicanale (n.b. ci sono altri elementi introdotti dal Cinema quali i formati Cinerama, 70 mm ecc., ma non si vuole scrivere un trattato, si vogliono semplicemente indicare i passaggi principali che hanno portato alla situazione attuale).

FantasiaIl Film Fantasia di Walt Disney ha rappresentato la prima volta del suono multicanale (stereofonico e “fantasound”, sviluppato da Disney e utilizzato solo per questo film), con conseguente modifica delle sale cinematografiche per diffondere il suono in tale configurazione.

Da questo momento in poi il Cinema e l’intrattenimento domestico hanno iniziato una “corsa al sorpasso” che è durata fino ai giorni nostri.

Questa guerra commerciale si misurava in termini di soldi incassati al botteghino del Cinema e soldi incassati dalla vendita del software cinematografico.

La parola definitiva sulla corsa, cioè l’affermazione di una parte sull’altra, si è avuta pochi anni fa, con la definitiva vittoria dell’intrattenimento domestico, cioè il sorpasso in termini di soldi incassati dal software e streaming (DVD e Blu-Ray, TV on demand, Netflix, Youtube, Sky ecc.) rispetto all’incasso delle sale cinematografiche.

 

Il mondo discografico

BeatlesIl primo salto si è avuto nel passaggio dal mono allo stereo. Le persone un po’ meno giovani si ricorderanno i primi dischi stereo (classico esempio i primi Beatles con la voce a sinistra e la chitarra a destra, per sottolineare che erano dischi “stereo”). Oggi si può sorridere ascoltando questi dischi, ma teniamo presente che hanno rappresentato la difficoltà di utilizzare un nuovo mezzo espressivo e quindi inventare una nuova forma di missaggio audio in sala di registrazione.

Dopo la stereofonia è arrivata la quadrifonia, fallita non tanto perché non ci fosse la necessità (giusta) di migliorare l’immagine del suono da bidirezionale a multidirezionale, come più vicino all’ascolto dal vivo, ma perché i formati incompatibili ed il supporto, il disco in vinile, non erano adatti a ricreare questa dimensionalità in modo sicuro e facilmente ripetibile.

Pink Floyd Dark Side Anche su questo, cioè la necessità di un suono pluridirezionale (dato che il nostro udito è pluridirezionale), torneremo in un articolo apposito futuro.

Si è detto che i primi dischi stereo erano un po’ forzati nel missaggio per sottolineare la separazione dei canali, ebbene lo stesso fenomeno si sta ripetendo oggi con le incisioni multicanale.

Avete ascoltato i primi dischi in 5.1 che sono oggi sul mercato, con entrata di tromba e altri strumenti che provengono da dietro di noi quando le vediamo alle spalle del cantante ecc. Ci vorrà del tempo perché, come è avvenuto per lo stereo, i fonici e i direttori artistici in sala di registrazione decidano quale prospettiva “visiva” dare al messaggio sonoro.

Il dibattito su questo punto è aperto nel mondo professionale tra chi sostiene che i canali vadano usati per sottolinearne l’esistenza e creare quindi una nuova forma espressiva (lo stesso discorso presentatosi sui primi dischi stereo) e chi sostiene invece che comunque “l’immagine” sonora debba essere sempre frontale ed i posteriori servono per dare la sensazione dello spazio, dell’ambiente in cui si svolge l’evento sonoro. Oggi, con il Dolby Atmos, siamo ad una quasi perfetta “immersione” nell’evento audio/video.

Facciamo ora un piccolo passo indietro e vediamo come l’Home Theater, il Cinema in casa, l’Audio Video, il multicanale, e tutte le altre denominazioni che vengono usate per indicare l’intrattenimento domestico (Home Entertainment) è nato. Volete sapere chi ha dato la spinta definitiva per far decollare questo fenomeno, stabilendo uno standard, partendo dal lavoro di Jim Fosgate con la matrice surround, ripreso poi da Dolby fino al Pro-Logic?

L’origine dell’Home Entertainment: Star Wars

Il fenomeno dell’audio-video come oggi noi lo viviamo, è nato con la realizzazione del primo film Guerre Stellari, diretto da George Lucas.

George Lucas Star Wars

Il regista, alla fine dell’enorme lavoro svolto con la sua squadra per la realizzazione del film, si era reso conto che questo rischiava di andare perduto nelle sale cinematografiche, non attrezzate per riprodurre nel suo pieno splendore la colonna sonora che, con grande cura, era stata approntata.

Guerre Stellari Star WarsSi può dire che con questo film, si è affermato a livello internazionale un principio fondamentale per la realizzazione delle opere cinematografiche: il principio che la colonna sonora (dialoghi, effetti, musica, nell’insieme semplicisticamente definiti “effetti speciali”) è parte essenziale e insostituibile, è essa stessa linguaggio unita al linguaggio delle immagini.

George Lucas, con Guerre Stellari, ha dato inizio ad una nuova era dello spettacolo cinematografico. Questo non vuol dire che la cinematografia precedente fosse inferiore, ma che con Lucas si sono aggiunti nuovi strumenti per meglio coinvolgere lo spettatore nella visione di un film. Strumenti che ora vengono utilizzati da registi di tutti i generi cinematografici. In altre parole, non si può non utilizzare una colonna sonora curata, come viene curata la fotografia, la sceneggiatura ecc.

Mi spiego con alcuni esempi.

Nel primo film Jurassic Park, quando i visitatori del laboratorio assistono alla nascita del cucciolo di dinosauro, la scena deve riprodurre contemporaneamente il flebile suono del guscio che si schiude, il rumore ambiente del laboratorio ed il parlato degli attori. Sono suoni di intensità molto diverse, che devono essere ascoltati tutti contemporaneamente.

Immaginate ora la stessa scena riprodotta da un piccolo altoparlante di un televisore. Pensate di avere lo stesso livello di coinvolgimento?

Jurassic Park

HauntingUn altro esempio può essere un momento del film The Haunting (presenze). La scena inizia con un bisbiglio tra due ragazze, prosegue con il rumore dei passi di una delle due verso la porta (con la sensazione chiara di essere all’interno di una stanza), il cigolio della porta che si muove e il forte colpo a bassa frequenza (una buona verifica per il vostro sub-woofer) quando questa si chiude. I successivi suoni a bassissima frequenza delle vetrate che si deformano e che contribuiscono a creare l’atmosfera di questo film horror, sono il linguaggio dei suoni che accompagna il linguaggio delle immagini.

Anche in questo caso, immaginate le stesse scene, senza l’ausilio di un impianto adeguato, sareste immersi nel film con la stessa intensità?

Attenzione, in questi due esempi non ho citato esplosioni o cose del genere, legate al volume, come spesso erroneamente viene fatto per impressionare gli eventuali clienti e per allontanare dall’audio-video invece quelle persone che vogliono godere appieno di un film senza essere aggrediti dalla colonna sonora. Si parla di qualità di suono, non di quantità.

Torniamo quindi a Lucas e Guerre Stellari. Le sale cinematografiche del tempo (1977), non erano in grado di riprodurre correttamente la colonna sonora di questo film (passaggi sonori da un canale all’altro, risposta in frequenza, dinamica ottenibile rispetto al rumore ambiente ecc.), quindi Lucas decide, per migliorare le cose, di assumere un grande esperto di elettroacustica: Tomlison Holmann. I meno giovani ricordano questo nome come il padre del circuito phono del sintoampli Advent (molto quotato al tempo), oppure il fondatore della APT Holmann, produttrice di un preamplificatore e finale di potenza anch’essi considerati un riferimento per l’epoca.

Compito assegnato a Tomlison, era lo studio globale di un sistema cinema che potesse rendere giustizia al suo attuale e successivi film.

Tomlison Holmann

 

La creazione dello standard THX

Ci vorrebbero diversi articoli per spiegare tutte le norme che la LucasFilm chiedeva ai gestori delle sale, dall’isolamento interno-esterno, al rumore del sistema di condizionamento, alla risposta in frequenza e dispersione dei sistemi acustici, alla potenza e affidabilità degli amplificatori ecc. Tutte queste norme, una volta applicate e controllate periodicamente dai tecnici della LucasFilm , permettevano al gestore di qualificare quella sala come THX.

THXL’origine di questa sigla è duplice, può essere il titolo del primo lungometraggio diretto dal giovane Lucas, THX 1138, oppure le iniziali di Tomlison Holmann eXperimentQuello che a noi interessa da vicino è la ricaduta di questi studi, approfondimenti e continue evoluzioni, sulla realtà domestica dell’audio-video.

Questo è il motivo della mia affermazione che la THX è l’iniziatrice (a livello globale) del fenomeno Home Entertainment come noi lo viviamo oggi.

 

La tesi di partenza del lavoro di Holmann, infatti, per l’audio-video domestico era: “riprodurre in casa il suono esattamente come deciso dal creatore della colonna sonora”. Per ottenere questo, occorreva un riferimento comune, ripetibile e uguale per tutte le colonne sonore. In altre parole, la creazione di uno standard di riferimento.

THX

Nella registrazione di musica stereofonica non esiste però uno standard: ogni ingegnere del suono, infatti, decide in modo creativo come usare i due canali, dalla massima apertura fino al suono monofonico. Anche l’equilibrio tra le diverse frequenze è un compromesso, dato che il suo lavoro andrà ascoltato a partire da un CD portatile con cuffia, fino a impianti multimilionari in grandi saloni. La differenza quindi tra master musicale e master cinematografico merita un ulteriore approfondimento e verrà analizzata in uno dei prossimi articoli.

Parte fondamentale dello standard di cui sopra è che l’impianto audio-video è un sistema e come tale va progettato fin dall’inizio nel suo insieme. Per fare questo, alla THX sono partiti dal volume medio dei soggiorni delle abitazioni statunitensi (living room), pari a 4000/5000 pollici cubici (circa 100/140 metri cubi), e in base a questa cubatura media hanno definito le caratteristiche dei diffusori e delle amplificazioni conseguenti, il trattamento del segnale dalla sorgente in avanti, la dislocazione dei diffusori e la loro dispersione.

Caratteristiche che approfondiremo presto in un articolo specifico sulla THX…

THX cinema

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