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The Caligula Effect: Overdose – Home Theater Test PS4 Pro

Dalla PS Vita alla PS4 il passaggio non è stato poi così breve per un JRPG che all’epoca riscosse notevole successo. Distribuzione Koch Media

The Caligula Effect: Overdose è un JRPG (Japan Role Play Game), gioco di ruolo 3D in terza persona made in Japan che colloca l’avventura in un tipico mondo virtuale dove trovare libertà dagli impegni della vita reale, Mobius.

La sceneggiatura di Tadashi Satomi ha incentrato la narrazione su un gruppo di studenti intrappolato in questa realtà alternativa, dove l’intelligenza artificiale che la governa muta l’ambiente in cui si ritrovano i protagonisti, sempre più ostile e dal quale non è affatto facile sfuggire. Scelto il gender del personaggio tra maschile o femminile e il relativo nome (in seguito non più modificabili), ci si ritrova immersi in un’atmosfera anime di tutto rispetto.

Il game è stato originariamente concepito per la console PS Vita tra il 2016 e il 2017 col titolo The Caligula Effect, di cui questo ‘Overdose’ ne rappresenta un porting di pregio per la console next-gen di Sony (ma anche Nintendo Switch e PC), con l’aggiunta di nuovi personaggi e varianti volte ad arricchirlo ulteriormente e renderlo più intrigante.


Necessità di porting ancor più impellente dal momento che il colosso dell’elettronica di consumo lo scorso mese di marzo ha cessato la produzione di PS Vita anche per il territorio giapponese, ritirando i rimanenti pezzi invenduti. Una transizione dalla console portatile in cui si è approfittato per limare (in parte) le sbavature del recente passato e provare a rendere maggiormente esportabile questo JRPG.

The Caligula Effect: Overdose

Anche se concepito come mondo virtuale in cui dimenticare le difficoltà della propria vita reale, qualcosa in Mobius non funziona come dovrebbe. ‘μ’ (Mu) è una Virdual Doll con cui si è deciso di barattare la propria esistenza in cambio dell’inserimento in un ambiente scolastico privo di ingerenze da parte degli adulti. Un mondo alternativo in cui Mu decide arbitrariamente di annullare la memoria dei partecipanti prendendoli di fatto in ostaggio.

Solo in pochi hanno sufficiente forza per realizzare quanto stia accadendo, guardando con occhi diversi ciò che muove dietro la facciata. Si tratta del cosiddetto ‘Go Home Club’ che combatte le altre presenze di Mobius, mutate in elementi epurati da qualsiasi residuo di personalità. Il gamer è a capo del team e dopo l’incontro con la Virtual Doll chiamata Aria accetta d’intraprendere il lungo percorso lastricato di pericoli e scontri armati alla volta di oscuri segreti da investigare giungendo infine ad annientare Mobius tornando alla realtà.

The Caligula Effect: Overdose

I villain che andranno a sbarrare il cammino sono chiamati ‘Ostinato Musicians’, abbacinati da un ambiente che appare fin troppo consono ai loro sogni. Facilmente riconoscibili gli echi relativi all’impostazione della ben più nota saga di metà anni ’90 Shin Megami Tensei: Persona in cui si raccontava di psiche e demoni.

La storia alla base è certo interessante e non manca d’intrigare se non altro nell’incipit iniziale, aprendo le porte a temi importanti e coinvolgenti, trattando della fuga dalla realtà, il terrore del futuro e in ultima analisi della fine della vita. Peccato però che tutto sia troppo incanalato in seno a una serie di elementi ripetitivi, una sarabanda di déjà-vu da cui non si riesce ad uscire, impantanati in un mare di cliché che rischiano di annientare anche il più strenuo appassionato di anime giapponesi.

The Caligula Effect: Overdose

Il combat system è notevole, statistiche ed elementi a corredo sono immediati, il giocatore è invogliato a un certo coinvolgimento tra tattica e strategia da mettere sul campo per uscire vincenti, la ridondanza è quella che rischia di seppellire la voglia di proseguire, se non altro stimolati dal sapere che esistono svariati finali. Nel corso degli scontri i personaggi attivano il ‘Catharsis Effect’, alterando il corpo e caricando la forza, vero è che gli avversari dopo alcune ore di gioco restano sempre gli stessi.

Quando è il momento d’entrare in azione si possono concatenare fino a 3 azioni diverse per singolo soggetto, con feedback anticipato per danni ed eventuali azioni di difesa/attacco del nemico. Un’impostazione che invita a prendere rapidamente dimestichezza con azioni combo e guadagnare la vittoria.
I luoghi all’interno dei quali ci si muove offrono un modesto livello di ricchezza scenografica, peraltro all’interno di ambientazioni piuttosto comuni come lo stesso grande edificio scolastico da cui parte la narrazione.

The Caligula Effect: Overdose

Reiterazione degli elementi ritrovando lunghi dialoghi coi quali occorre interagire e su cui è obbligatorio scegliere una risposta multipla, cui seguono gli elementi dungeon poi ritrovandosi di nuovo al punto di partenza per una struttura che ha nella circolarità degli eventi uno dei talloni d’Achille. Altro problema che si pone sono i livelli di difficoltà: dei 4 anche scegliendo il più semplice nel giro di breve tempo ci si ritrova comunque ad affrontare avversari in una condizione sempre meno bilanciata, il che potrebbe obbligare a tornare sui propri passi e muovere una diversa strategia per avere la meglio.

Tra corsi e ricorsi i dialoghi finiscono per stancare causa sovraccarico di verbosità e questo impedisce di aumentare le cosiddette ‘amicizie’, che poi consentirebbero di aver manforte nel corso degli scontri: anche per questo il ritmo cala rovinosamente. Le conversazioni possono venire saltate ma poi diventa più difficile prendere decisioni.

The Caligula Effect: Overdose

VIDEO

In considerazione del porting di un progetto nato per la defunta PS Vita va da se che il comparto grafico lasci dietro di se uno strascico di problemi al netto della rimasterizzazione. Aliasing evidente, risoluzione 1080p dove i 60 frame al secondo sono un miraggio, specie nel corso degli scontri si potrebbe addirittura sperimentare dei freeze d’immagine. Aspect ratio 1..78:1.

Una condizione sperimentabile anche su PS4 Pro, il resto delle animazioni e delle clip video che imperversano per il game hanno una resa qualitativa più vicina alle performance della PS3. In considerazione delle piattaforme su cui è stato eseguito il porting avrebbe certo giovato dedicare maggiori risorse e offrire una veste più consona agli hardware contemporanei. I punti ripresa e le angolazioni offrono un colpo d’occhio più attento e preciso rispetto al passato, peccato per le limitazioni della grafica con elementi poligonali modesti.

The Caligula Effect: Overdose

Anche se le immagini non riescono a offrire chissà quale livello di eccellenza il game si presta comunque a un utilizzo in presenza di schermi di grandi dimensioni, come per il Sony ZF9 65” pollici Full LED che abbiamo usato per testare a fondo il titolo. Nel complesso la palette cromatica è ricca con colori saturi e un livello di bianco a tratti fin troppo abbacinante.

AUDIO

Anche attivando il multicanale DTS o AC-3 l’ascolto passa sempre e solo per i canali anteriori, il resto dell’impianto Home Theater resta al palo e con esso la potenzialità di un vero missaggio a canali discreti. C’è una dignitosa dinamica ma nemmeno il subwoofer viene chiamato in causa e il risultato non può che restare al di sotto della media.

The Caligula Effect: Overdose

A concorrere alla difficoltà di comprensione i dialoghi unicamente in giapponese con sottotitoli in inglese, per giunta relativamente sincronizzati rispetto al labiale, altro aspetto tecnico che andava maggiormente curato. Resta comunque da godersi una colonna sonora J-Pop fin troppo vivace col contributo di Tsukasa Masuko, dando maggior prestigio alle transizioni anime.

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VERDETTO

A conti fatti The Caligula Effect: Overdose avrebbe potuto essere ben più accattivante e solido nel percorso narrativo ma un porting forse troppo veloce ne ha in parte sprecato le potenzialità. Grafica relativamente efficace, scarseggia la qualità dei poligoni e tecnicamente nella collocazione Home Theater  il comparto audio è quello che brilla meno di qualsiasi altro difetto.

A questo si aggiungano le difficoltà con la lingua e la lunghezza delle conversazioni a minare il divertimento degli scontri, che al di là delle lungaggini restano il momento più interessante. Sempre che ciò basti a coloro che approcciano per la prima volta un gioco di ruolo con impronta anime-japan.

The Caligula Effect: Overdose – Home Theater Test PS4 Pro
7 Recensione
Pro
Narrazione interessante
Strategia e tattica ad alti livelli
Possibilità di stravolgere il corso eventi
Contro
Resa tecnica troppo contenuta
Difficoltà sbilanciata
Qualità video migliorabile
Audio non multicanale
Lingua solo giapponese
Sottotitoli solo in inglese
Eccessiva verbosità dei dialoghi
Riepilogo
Sviluppato da: Historia
Distribuito da: Koch Media
Longevità: Bassa
Anno di produzione: 2019
Genere: JRPG
Supporto: BD 25
Aspect Ratio: 1.78:1
Video: 1080P/35-40 fps/SDR
Audio: Giapponese
Sottotitoli: Inglese
Video
Audio
Giocabilità
Longevità
Il giudizio di AF

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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