Ebbene si, finalmente parliamo di Electrocompaniet e più precisamente dell’ ECI80D. Il brand norvegese è uno di quei marchi su cui da ragazzini tantissimi di noi sognavano di metterci le mani e noi oggi lo abbiamo fatto.
L’ Electrocompaniet ECI 80D è l’integrato entry level del marchio norvegese con sede a Tau. È un amplificatore dotato di DAC, ingresso Phono, connessione Bluetooth e amplificatore per cuffie. A proposito di Electrocompaniet ogni volta che il sottoscritto pronuncia questo nome, quasi in automatico mi viene in mente il nome di Matti Otala, che, con le sue intuizioni e ricerche contribuì a far diventare famosa in tutto il mondo Electrocompaniet prima e Harman Kardon poi.
Ricordo ancora quando riuscii a mettere le mani sull’ Otala Amplifer un amplificatore da 25 watt chiamato in realtà Two Channel Amplifer ma conosciuto da tutti con il nome del grande Matti. Era il 1973 e Matti assieme a Per Abrahamsen, Svein Erik Børja e Jan Lohstroh diedero vita a quella che tutti noi oggi conosciamo come Electrocompaniet. Ora però basta con i ricordi dei tempi andati e concentriamoci su questo moderno Electrcompaniet ECI 80D e scopriamone insieme caratteristiche e curiosità.
Electrocompaniet ECI 80D unboxing e primo approccio
L’Electrcompaniet ECI 80D vi arriverà in un imballo in cartone in grado di custodire in tutta sicurezza il contenuto. Una volta aperto troverete all’interno un piccolo scatolotto con tutti gli accessori:
- Cavo di alimentazione
- Telecomando
- Libretto di istruzioni
- Libretto con i test effettuati
Il frontale riprende le classiche linee Electrocompaniet fatte di semplicità, tradizione ed un pizzico di innovazione. Tutto a sinistra davanti a voi, troverete un display in grado di informarvi sull’ingresso che state utilizzando e nel caso delle connessioni coassiali e ottiche, vi informerà anche su bit rate e frequenza di campionamento. Al centro del frontale troverete un pulsante per farvi passare dallo stato di stand by a quello di acceso (per lo spegnimento totale dell’apparecchio c’è un pulsante sul retro).
Tutto a destra troverete i quattro pulsanti necessari per selezionare la sorgente ed alzare/abbassare il volume. Una cosa importante per chi, come me, in casa ha problemi di spazio, sono le misure: 470mm x 262mm x 90mm e il peso di soli 8 Kg. Con questi dati di targa non avrete problema alcuno a posizionarlo nel vostro salotto.
Per quanto riguarda il pannello posteriore, i connettori sono ben distanziati tra di loro consentendo di collegare con estrema facilità le varie sorgenti anche nel caso di utilizzo di cavi dalle dimensioni generose. Sempre sul retro troverete: due ingressi linea, due ingressi coassiali, tre ottici, un preout, l’ingresso phono MM e due connessioni per le cuffie.
Sono inoltre presenti una connessione service per effettuare operazioni di servizio ( per verificare la versione del firmware è sufficiente premere insieme i 4 pulsanti sul display frontale), i trigger per il controllo di più apparecchi e infine un interruttore ON/OFF vicino la presa IEC.
Connettività e riflessioni a riguardo.
Iniziamo dalle due connessioni per cuffie da 3,5mm e 6,3mm. Probabilmente chi fa delle cuffie la sua principale modalità di ascolto non si rivolgerà ad un amplificatore di questo tipo ma nonostante ciò, per una questione di praticità, avremmo preferito avere le uscite sul pannello frontale. C’è da dire però che avrebbero “sporcato” il bellissimo frontale minimalist di questo Electrocompaniet ECI 80D.
Interessante il fatto di poter ascoltare contemporaneamente due cuffie connesse ai due ingressi. Il DAC interno è in grado di riprodurre file a 24 bit 192 kHZ tramite i due ingressi coassiali e i tre ingressi ottici. Se ve lo state chiedendo, non è presente una connessione USB, poco male per chi come il sottoscritto non fa grande uso di DSD. Gli audiofili più integralisti forse ora storceranno il naso ma è anche presente il Bluetooth HD ( BT5.0, A2DP, SBC, AAC, aptX-HD) che potrete utilizzare sia per inviare musica in streaming all’Electrocomapniet ECI 80D sia per connetterlo alle vostre cuffie Bluetooth.
Presente inoltre un ingresso Phono di tipo MM a cui connettere il vostro giradischi. Se vorrete potrete connettere due sorgenti analogiche tramite gli ingressi preposti di tipo RCA. Non sono presenti connessioni XLR. Per quanto riguarda la sezione di amplificazione questo Electrocompaniet è in grado di erogare una potenza di 80 Watt x2 su 8 Ohm e 150 watt x2 su 4 Ohm. Interessante il valore del dumping factor >300 che ci fa ben sperare sul controllo dei diffusori. Presenti protezioni contro la CC, il sovraccarico ed il surriscaldamento. Contrariamente a quella che è la tendenza del momento, questo integrato lavora in classe A/B.
Ascoltiamo l’Electrcompaniet ECI 80D
Dopo aver posizionato il nostro Electrocompaniet ECI 80D sul nostro rack ed aver collegato velocemente le varie sorgenti, siamo pronti per l’ascolto. A proposito di posizionamento le misure slim di questo integrato fanno si che posizionarlo sia un gioco da ragazzi. Potreste inserirlo senza che vostra moglie se ne accorga, al contrario di quanto mi successe quando tanti anni fa mi presentai a casa con la schiena a pezzi con due Krell KMA 200. Bene, è giunto il momento di accenderlo e lasciarlo rosolare per bene. Abbiamo provato tantissimi diffusori ma l’accoppiata che c’è rimasta nel cuore è stata con le Triangle Genèse Trio, un diffusore sicuramente di fascia inferiore rispetto all’amplificazione ma l’impostazione sonora degli speaker francesi, molto trasparente, con buon dettaglio in gamma medio alta si è sposata benissimo con il brand norvegese.
A proposito di Norvegia, Electrocompaniet ci tiene a precisare che tutto quello che produce esce dalla loro azienda di Tau senza ricorrere a realtà produttive dislocate in altre parti del mondo. Tornando a noi e al come suona questo amplificatore forse l’aggettivo che più lo rappresenta è il termine inglese “warm” ossia un suono tendente al caldo senza però sprofondare nell’eufonicità. A tal proposito sarei stato curioso di provarlo con le mie vecchie Klispch RF7 se ancora le avessi a disposizione. L’altro aggettivo che contraddistingue questo apparecchio è musicale. Dove musicale sta per piacevolezza d’ascolto e capacità di riuscire a riprodurre tanta musica senza diventare mai fastidioso. Facendo un paragone automobilistico, rimanendo in terre scandinave, lo paragoneremmo ad una comoda Volvo station lanciata a 130 Km/h sull’autostrada nel massimo confort. Abbiamo testato a fondo il convertitore interno paragonandolo con tre DAC attualmente in redazione:
Abbiamo scelto tre apparecchi che si collocano su tre fasce differenti di prezzo e alla fine dei vari attacca e stacca possiamo dire che l’equilibrio che si raggiunge col convertitore interno è sicuramente di ottimo livello. Il plus degli altri tre è la possibilità di utilizzare la connessione USB. Al netto di tutto però, e considerando il famigerato rapporto qualità prezzo, il convertitore interno ha decisamente il suo perchè e alle brutte potreste sempre pensare di acquistare un oggetto del genere. Buono l’ingresso Phono che risulta silenzioso e in grado di restituire buona dinamica associato al Technics SL-1200 che stiamo restaurando in questi giorni, per fare di meglio bisogna spendere decisamente (molto) di più. Incuriositi dal Bluetooth abbiamo provato ad utilizzare delle cuffie Sennehiser HD 450 BT e poi abbiamo provato ad inviare musica tramite il nostro telefonino Xiaomi all’amplificatore.
Il risultato è stato che tutto funziona senza intoppi sia in trasmissione che ricezione con una qualità che si attesta ad ottimi livelli se paragonato ai principali competitors. Non vi nascondiamo che la maggior parte degli ascolti si sono concentrati sull’uso del dac interno che ci ha regalato un suono molto elegante. Le voci maschili come quella di De Andrè e Sam Mclain si sono rivelate profonde, ricche di sfumature e dettagli, mentre la voce di Mina pur essendo estesa e ben rifinita non è mai sfociata nel fastidioso permettendoci di poter alzare il volume ben oltre i livelli di buon vicinato.
Buono il punch con generi più ritmati come il rock anche se la cosa che ammalia di questo amplificatore è la ricostruzione scenica e la capacità di restituire tantissimi dettagli. Il posizionamento di Mina e De Andrè ne “La canzone di Marinella” ne è stata un prova indiscutibile senza dimenticare il tormentone audiofilo “Jazz at Pawnshop” dove sono comparsi alcuni dettagli che difficilmente avevamo notato con macchine di pari fascia. Insomma, questo Electrocompaniet ECI 80D predilige la raffinatezza alla cattiveria ma se la cava bene ovunque. Vedendo la costruzione dell’interno ci siamo fin da subito incuriositi alle prestazioni dell’amplificatore per cuffie e qui abbiamo avuto una bella sorpresa, a patto di abbinargli cuffie non troppo difficili. Se proprio dovessimo cambiare qualcosa probabilmente investiremmo qualcosa in più sul telecomando che pur facendo il suo risulta sotto tono rispetto al resto.
A chi si rivolge l’Electrcompaniet ECI 80D?
Siamo giunti al termine di questa avventura con l’Electrocompaniet ECI 80D e come al solito è arrivato il momento di tirare le somme. Non appena collegato il tutto, ci hanno meravigliato il design, la facilità di utilizzo e soprattutto il fatto di riuscire a fare tante cose e a farle bene. Questo è il classico integrato dedicato a chi cerca un amplificatore da mettersi in casa e tenerselo per anni per ascoltare tanta musica da qualsiasi tipo di sorgente. La ricchezza armonica di questo amplificatore vi coinvolgerà nell’ascolto e vi lascerà inchiodati alla vostra poltrona mentre la musica fluisce inesorabilmente. Il Bluetooth inoltre consentirà anche ai meno audiofili della famiglia di poter ascoltare i propri contenuti preferiti e magari appassionarsi al nostro hobby. Per chi se lo stesse chiedendo, il prezzo di listino è di 3.390 Euro, per ascoltarlo, acquistarlo o per qualsiasi altro tipo di informazione potete consultare il sito del distributore italiano Tecnofuturo.
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