Il nome richiama alla mente i classici personaggi di certi film di fantascienza o saghe del genere Henry Potter e via dicendo, in realtà, il Nuvistor era un componente elettronico che ebbe vita breve poiché nato nel momento sbagliato.
Le care vecchie (?) ed amate/odiate valvole hanno un problema: scaldano, ed anche parecchio, soprattutto quelle di potenza, ragione per cui averci a che fare richiede determinate attenzioni nell’utilizzo e nel posizionamento dell’elettronica che ne fa uso.
Per questo ed altre ragioni, nel 1959 la RCA introdusse sul mercato il NUVISTOR, definibile come il canto del cigno dell’era valvolare, visto e considerato che il TRANSISTOR fosse già diffuso sebbene non avesse ancora completamente travolto le simpatiche ampolle in vetro.
Differentemente dalle comuni valvole utilizzate all’epoca, il nuovo componente aveva dimensioni assai minori – un cilindro le cui dimensioni erano di circa 20 x 10 mm – mentre la struttura interna, non dissimile da quella di un normale tubo termoionico era inserita all’interno di un involucro in metallo in luogo del classico vetro.
Le versioni disponibili erano due, a saldare oppure ad innesto su un apposito zoccolo (come nella sovrastante immagine) il che conferiva al componente la medesima praticità di cui disponevano normalmente le valvole, quella di essere sostituite in un attimo semplicemente sfilandole dal loro alloggiamento.
Elettricamente parlando la funzione di trasferimento era all’incirca la stessa dei tubi in vetro, la differenza dimensionale era però molto importante, sia perché consentiva di ridurre le dimensioni del circuito sia per il fatto che il componente presentava minori esigenze energetiche, il che riduceva notevolmente l’emissione di calore.
Purtroppo per il povero NUVISTOR, la sua apparizione concomitante con il neonato TRANSISTOR rappresentò in un certo senso anche la sua fine, essendo quest’ultimo visto come il componente ottimale ai fini della sostituzione dell’ormai vetusto bulbo vitreo.
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Ciò malgrado, l’azienda britannica MUSICAL FIDELITY da parecchi anni ha in catalogo alcune elettroniche facenti uso di questo componente – che in realtà è ancora disponibile sul mercato sotto forma di prodotto NOS – del quale il citato produttore ha fatto una discreta scorta, se non altro per garantire anche un eventuale futura assistenza.
Ovviamente si tratta di un componente raro, motivo per cui l’eventuale interesse per l’appassionato di Alta Fedeltà – prescindendo dalle prestazioni – è necessariamente legato all’esclusività di possedere un’elettronica particolare, contenente al suo interno elementi insoliti di non comune reperibilità.
In ogni caso, tolto l’aspetto legato all’esclusiva, i circuiti che ne fanno uso si comportano molto bene sotto il profilo sonoro, garantendo prestazioni sovrapponibili alle classiche valvole – malgrado queste si possano ottenere anche in altro modi* – il che non può che far piacere, soprattutto se valutato dal punto di vista dell’appassionato maggiormente orientato verso il lato tecnico.
*L’azienda romana H.E.A.D. – acronimo di High End Audio Devices – che qualcuno certamente ricorderà, aveva in catalogo un interessante preamplificatore chiamato TULIP – acronimo di Tube Like Preamplifier – che pur essendo a stato solido replicava la funzione di trasferimento delle valvole mediante alcuni operazionali appositamente progettati facenti parte delle circuitazioni proprietarie SSTD (Solid State Tube Driver) ed SST (Solid State Tube).
Molti audiofili dall’immancabile critica sempre pronta e scarso senso pratico, giudicarono in maniera negativa questo modo di procedere ritenendolo un becero trucco, invece funzionava, ed anche molto bene.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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