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Technics SP-10 R: l’ammiraglio dell’analogico

Oggi parliamo di un pezzo di storia di Technics in tema di giradischi: l’SP-10 R. Un giradischi che può contare su una storia lunghissima fatta di innovazioni storiche e di longevità.

 

Il Technics SP-10 R è un giradischi pensato per un audiofilo esigente e navigato. E’ un modello storico, più vecchio del mitico 1200 ed è un modello che in un certo qual senso ha rivoluzionato il modo di riprodurre vinili tramite una novità che all’epoca fece tanto scalpore e che poi fu ripresa da tantissimi brand di successo. Parliamo della trazione diretta. Correva l’anno 1965 quando Technics vide la luce come costola della Matsushita Electronics (ora Panasonic). Il nome nacque da un’idea di Naraji Sakamoto e Kawamoto Musen. Tutti penserete che Technics abbia iniziato con i giradischi e invece no, il primo prodotto presentato al grande pubblico fu una coppia di diffusori: il modello EAB-1204, poi rinominati SB-1204 “Technics 1”. Per vedere il primo giradischi bisogna attendere il 1969 ma potete stare tranquilli che l’attesa non è stata vana in quanto si iniziò alla grande proprio con l’ SP-10 che introdusse la trazione diretta, che era un modo rivoluzionario per riprodurre i vinili. Molto fu lo stupore e ovviamente non mancarono le critiche. Con il Technics SP-10  successe una cosa molto interessante, nato come modello consumer, tantissime radio e professionisti passarono al Technics SP-10. Prima tra tutte le emittenti ad utilizzare l’SP-10 fu niente poco di meno che la BBC! Il motivo principe di questa scelta era semplice: questi giradischi erano dei veri e propri carri armati, semplicemente indistruttibili. In molti affermavano che con la trazione diretta si erano finalmente eliminati problemi come l’irregolarità di rotazione e le vibrazioni. Ovviamente c’era anche chi li riteneva qualitativamente inferiori ai “fratelli” con trazione a cinghia e tutt’oggi questa diatriba è motivo di discussione tra gli appassionati. Un po’ come quando ci si chiedeva se fosse meglio Maradona o Pelè. Il primo SP-10 era un giradischi nudo e crudo, senza braccio, con alimentazione separata da cui si potevano anche regolare il numero dei giri. Una delle caratteristiche più curiose è che questo giradischi veniva “incassato” dove si poteva. Nel 1972 poi nasce il Technics Sl-1200 un modello più affordable dell’SP-10 e di cui su queste pagine troverete tanto da leggere. Ci furono poi varie evoluzioni, tra cui l’ SP-10 MKII e MKIII, ma ora è il momento di arrivare ai giorni nostri e di scoprire di più sul Technics SP-10 R

Technics SP-10: nel 2018 si aggiunge la “R”

Nel 2018, circa due anni dopo l’inizio del “new deal” Technics, iniziato con i modelli SL-1200GAE e SL-1200GR e con il grande impegno di Michiko Ogawa, di far risplendere il marchio Technics, viene presentato l’SP-10 R, dove la “R” sta ad indicare reference, ossia la serie top del brand nipponico. Il Technics SP-10 R, è un giradischi a trazione diretta a doppia bobina, con doppio rotore privo di nucleo e bobine di statore su entrambi i lati. Potrete riprodurre LP (33 1/3 giri/min.) ed EP (45 giri/min.), ma anche i più rari SP (78 giri/min.). Grazie all’unità di controllo in foto, potrete regolare la rotazione (giri/min.) fino a due decimali (massimo ±16%). Ben realizzato il display OLED che è in grado di visualizzare la rotazione con una precisione di due decimali e l’utente potrà quindi sia ascoltare sia vedere la rotazione in modo da ricevere tutte le informazioni del caso.

 

Un motore che non teme rivali

Il motore del Technics SP-10 R riprende quello a trazione diretta senza nucleo in ferro, progettato per il modello SL-1200G ma con alcune migliorie tecniche. Questo motore con doppia bobina e doppio rotore privo di nucleo, è dotato di bobine su entrambi i lati. In totale sono presenti 12 perni e 18 bobine di trazione che  avranno il compito di generare l’elevata coppia richiesta per muovere il piatto che pesa la bellezza di 7,9 kg. Gli studi dei tecnici giapponesi si sono concentrati sull’ eliminazione di qualsiasi vibrazione e sulla riduzione dell’induttanza.


 

Soluzioni no compromise per il piatto

Iniziamo dal peso del piatto: 7,9 kg. Guardandolo con attenzione noteremo che sul bordo esterno dello strato del piatto (ottone da 10 mm di spessore), sono stati posizionati dei piccoli pesi in tungsteno. Questi pesi hanno come caratteristica primaria, un elevatissimo peso specifico, il che li rende molto difficili da fondere e, quindi, da realizzare, ma estremamente prestazionali. Lo strato in ottone viene laminato sull’alluminio pressofuso. Questo conferisce all’SP-10R una massa inerziale di circa 1 tonnellata / cm. Per eliminare le vibrazioni indesiderate, il retro è rivestito con una gomma fonoassorbente, in questo modo si forma una struttura a tre strati che garantisce un’elevata rigidità e un eccellente smorzamento delle vibrazioni.

Il fratello maggiore dell’ SP-10 al Milano Hi-Fidelity

Il Technics SP-10 R guarda al futuro senza dimenticarsi del passato, scopriamo perché.

In apertura dicevamo che questo Technics SP-10 può contare su una storia che va avanti da diverse decadi. Di questo aspetto ne erano consci gli ingegneri giapponesi che per la realizzazione di questo Technics SP-10 R hanno fatto in modo tale che  potrete continuare a utilizzare la base e il braccio dei sistemi SP-10MK2 e SP-10MK3. Questo perché la forma e le posizioni delle viti del Technics SP-10 R sono state realizzate con una compatibilità totale di assemblaggio con i modelli SP-10MK2 e SP-10MK3. L’unità di controllo ha la stessa forma e dimensione dell’alimentatore dell’ SP-10MK2 per agevolare l’eventuale sostituzione dei componenti.

Se vi siete incuriositi e state pensando di acquistare il Technics SP-10 R sappiate che il prezzo di listino è di 12.000 Euro.

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