Una guida per chi si appresta ad acquistare il suo primo subwoofer per Home Cinema… ma non solo
Nel mondo dell’home cinema, il subwoofer rappresenta un componente fondamentale per arricchire la resa sonora delle basse frequenze, quelle (tanto per capirci) che non si sentono soltanto, ma si avvertono anche con altre parti del corpo (il famoso “pugno allo stomaco”). Quando guardiamo un film d’azione, un disaster-movie o una particolare scena con esplosioni, spari e altri elementi sonori di forte impatto, sono proprio i bassi profondi sotto una certa frequenza a creare quell’atmosfera immersiva e coinvolgente che ci fa dimenticare di essere seduti sul divano di casa.
Il subwoofer, qui declinato nella sua versione attiva-amplificata in quanto molto più diffusa rispetto a quella passiva che necessita di un’amplificazione esterna, si occupa di riprodurre suoni che i diffusori tradizionali (soprattutto quelli più compatti con woofer o mid-woofer di piccole dimensioni) non sono in grado di gestire in modo efficace, poiché la gamma di frequenze che copre tipicamente un subwoofer scende molto più in basso e richiede caratteristiche tecniche specifiche. Per questo il “.1” che vedete indicato nelle configurazioni audio multicanale per Home Cinema indica proprio il subwoofer e significa che quel determinato sistema ha un subwoofer dedicato (in caso contrario, si tratterebbe infatti di una configurazione a 5 o 5.0 canali).
Cos’è un subwoofer e come funziona
Un subwoofer è uno speaker dedicato esclusivamente alla riproduzione delle frequenze più basse e generalmente deve poter garantire un’estensione alle basse frequenze compresa tra i classici 20 Hz e 40 Hz. La sua progettazione è studiata per gestire i bassi con una potenza ed efficacia che gli altri diffusori (anche quelli da pavimento più grandi e costosi) semplicemente non possono eguagliare.
I diffusori tradizionali, infatti, sono pensati per offrire una resa ottimale nelle frequenze medio-alte o medio/basse a seconda della configurazione e delle caratteristiche dei singoli driver, ma si trovano in difficoltà quando devono scendere restituire bassi profondi. I subwoofer, invece, possono raggiungere frequenze anche inferiori ai 15-20 Hz (al limite della percezione umana), dove il suono diventa più una sensazione fisica che un effetto uditivo.
All’interno del subwoofer troviamo un driver specifico, chiamato woofer, che è generalmente più grande rispetto ai coni degli altri diffusori. La sua dimensione e capacità di movimento sono cruciali per riuscire a muovere grandi quantità d’aria, condizione indispensabile per generare onde sonore basse e lunghe, che sono tipiche delle frequenze basse. Più un’onda è bassa, maggiore è la sua lunghezza, e di conseguenza è necessario uno speaker che possa creare questo movimento con precisione e potenza. Per questo motivo, i subwoofer sono generalmente più ingombranti e hanno un design più “robusto”, con cabinet appositamente progettati per supportare il woofer e ridurre eventuali distorsioni.
La capacità di riprodurre frequenze così basse non dipende comunque soltanto dalla grandezza del woofer (anche 40 cm o più di diametro) o dal semplice “numerino” della frequenza, ma anche dall’amplificatore integrato nel subwoofer stesso, che deve essere potente e stabile per riuscire a gestire i picchi di potenza (anche oltre i 5000 W) necessari a creare bassi così profondi. Lo stesso design del cabinet gioca un ruolo fondamentale: la forma e il materiale del cabinet aiutano infatti a evitare risonanze indesiderate e distorsioni che potrebbero compromettere la qualità del suono.
Potenza di un subwoofer tra RMS e picco
La potenza di un subwoofer si misura principalmente in RMS e picco. La potenza RMS rappresenta la capacità del subwoofer di riprodurre bassi in modo stabile e costante, senza surriscaldarsi o distorcere il suono. Questo valore indica la potenza media che il subwoofer può mantenere nel tempo ed è quindi un parametro fondamentale per valutare la qualità e l’affidabilità del subwoofer in un impianto home cinema.
La potenza di picco è invece il massimo livello di potenza che il subwoofer può raggiungere per brevi momenti, come durante un’esplosione in un film. Indica la capacità del subwoofer di gestire picchi di volume senza danneggiarsi, ma non rappresenta la potenza che il subwoofer può mantenere costantemente. Ad esempio, se un subwoofer ha una potenza di picco di 600 watt, può toccare questo livello durante effetti sonori intensi, ma solo per istanti.
Sebbene molti produttori promuovano soprattutto la potenza di picco dei loro subwoofer per impressionare maggiormente l’utente poco esperto, la potenza RMS è il parametro più affidabile per giudicare la qualità del subwoofer, poiché rappresenta appunto il rendimento continuo.
Quanta potenza mi serve?
A questo punto, vi starete chiedendo come si faccia a calcolare la potenza ideale di un subwoofer in base alla grandezza dell’ambiente di ascolto. Bisogna considerare alcuni fattori chiave come il volume della stanza (ovvero la metratura e l’altezza del soffitto), l’isolamento acustico, il tipo di utilizzo (solo home cinema o anche musica) e le preferenze di ascolto. Non esiste insomma una formula unica per calcolare la potenza ottimale, ma un approccio pratico può aiutare:
Volume della stanza
Per avere un riferimento, possiamo calcolare il volume della stanza in metri cubi, moltiplicando la metratura per l’altezza del soffitto. Una stanza più grande richiederà ovviamente un subwoofer più potente per riempire lo spazio in modo adeguato.
Esempi:
- 15 mq con soffitto di 2,5 metri → Volume = 15 × 2,5 = 37,5 m³
- 20 mq con soffitto di 2,5 metri → Volume = 20 × 2,5 = 50 m³
In generale, è possibile utilizzare i seguenti parametri come guida di massima per la potenza RMS:
- Fino a 15 m²: 100-150 watt RMS
- Da 15 a 25 m²: 150-300 watt RMS
- Oltre 25 m²: 300-500 watt RMS o più
Questi valori sono comunque indicativi e tengono conto della necessità di un buon compromesso tra volume e qualità sonora. Da sottolineare inoltre che un ambiente ben isolato e trattato acusticamente consente di sfruttare meglio la potenza del subwoofer, permettendo una qualità sonora più chiara e bassi ben definiti anche a potenze moderate.
Controlli e regolazioni principali di un subwoofer
Un altro aspetto che distingue un subwoofer attivo da un tradizionale diffusore passivo è la presenza di diversi controlli che permettono di adattare il suo comportamento alle caratteristiche della stanza e agli altri componenti del sistema audio. Il controllo del volume, ad esempio, consente di regolare l’intensità dei bassi in modo che siano bilanciati con il resto del suono. Ovviamente, è importante non esagerare con il volume del subwoofer, per evitare che i bassi diventino troppo invasivi e soffochino le altre frequenze.
Il controllo di fase è un altro elemento fondamentale. La fase indica la sincronizzazione temporale delle onde sonore: se il subwoofer e gli altri diffusori non sono in fase, le onde sonore potrebbero annullarsi a vicenda, riducendo l’efficacia del suono complessivo. Regolare la fase consente di ottenere una risposta più omogenea e piacevole, in cui tutte le frequenze si fondono in modo naturale.
Alcuni subwoofer dispongono anche di un controllo di crossover, che permette di stabilire la frequenza alla quale il subwoofer comincia a intervenire. In questo modo, si evita che il subwoofer riproduca frequenze che potrebbero essere gestite meglio dai diffusori principali, creando una transizione più armoniosa tra le diverse componenti del sistema audio. Il crossover regolabile è particolarmente utile in sistemi home cinema avanzati, dove ogni diffusore svolge un ruolo preciso e si desidera mantenere il massimo equilibrio tra le varie frequenze.
In un prossimo approfondimento, spiegheremo nel dettaglio i vari modi con cui collegare un subwoofer attivo a un amplificatore AV.
Posizionamento ideale del subwoofer nell’home cinema
Il posizionamento del subwoofer è uno dei fattori più importanti per ottenere una resa ottimale dei bassi. A differenza degli altri diffusori (front e/o surround), che richiedono un posizionamento più preciso in quanto il suono ha una direzionalità specifica, il subwoofer emette onde sonore basse che si propagano in tutte le direzioni. Tuttavia, nonostante questa caratteristica dia una certa flessibilità nel posizionamento, esistono alcune regole che possono migliorare la resa sonora del subwoofer.
Un metodo comune per trovare la posizione ideale è il cosiddetto “crawling method”: si posiziona il subwoofer nel punto in cui si intende sedersi e poi si cammina (o ci si sposta) nella stanza per ascoltare come variano i bassi nei vari punti. Quando si trova la posizione in cui il suono risulta più chiaro e bilanciato, quello è il punto ideale per collocare il subwoofer. Solitamente, posizionare il subwoofer vicino a una parete o in un angolo della stanza può aiutare a rafforzare le basse frequenze, poiché le onde sonore si riflettono e vengono amplificate.
Tuttavia, bisogna fare attenzione a non posizionarlo troppo vicino alle pareti, poiché potrebbero crearsi risonanze indesiderate che rendono il suono “boomy” e meno definito, senza dimenticare che esistono differenze nel posizionamento tra un subwoofer con design front-firing (cono frontale) e uno down-firing (cono rivolto verso il pavimento). Qui trovate un approfondimento proprio su questo tema.
Subwoofer e musica: l’uso per l’ascolto musicale
Un subwoofer ben integrato può fare la differenza anche nell’ascolto musicale, soprattutto per i generi che sfruttano ampiamente le basse frequenze, come la musica elettronica, il rock e il pop. La profondità e la ricchezza sonora che il subwoofer aggiunge permettono di godere di una riproduzione musicale più completa, dando enfasi agli strumenti che operano nelle frequenze basse, come il basso elettrico e la grancassa. Detto ciò, bisogna ricordare che non tutti i subwoofer sono adatti all’ascolto musicale: alcuni modelli sono progettati specificamente per l’home cinema e tendono a enfatizzare i bassi in modo più aggressivo, il che può risultare eccessivo in contesti musicali, dove si cerca un suono equilibrato.
Un subwoofer orientato all’uso musicale offre una risposta in frequenza più lineare e meno invadente, consentendo una riproduzione dei bassi più naturale e armoniosa. La calibrazione del volume e del crossover rimane comunque fondamentale per evitare che il subwoofer domini la scena sonora. In un sistema audio di qualità, il subwoofer deve essere un complemento e non il protagonista, integrandosi in modo fluido con gli altri diffusori e offrendo una base solida e profonda senza sovrastare le frequenze medie e alte.
Se volete scoprire altri aspetti dei subwoofer, qui potete trovare altri approfondimenti sul tema:
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