I servizi di streaming video a pagamento stanno aumentando a vista d’occhio, soprattutto nei Paesi con un’infrastruttura adeguata. Ma se fino a pochi mesi fa c’era chi riteneva che fossero la killer application per smartphone e tablet, oggi Netflix dice che è la TV lo strumento prediletto per la visualizzazione.
Con i servizi di streaming video, la televisione sta cambiando pelle, o meglio le abitudini dei telespettatori stanno cambiando e molto velocemente anche. Come abbiamo scritto a proposito di un recente report di Strategy Analytics, società specializzata in analisi di mercato, oltre 250 milioni di famiglie in tutto il mondo pagano per vedere contenuti attraverso i servizi di streaming video come Netflix e Amazon, un numero già di per sé elevato che sarebbe destinato a toccare il tetto di 300 milioni di famiglie già entro la fine di quest’anno.
A trainare questa tendenza che pare inarrestabile, ci sono i Paesi che godono di un’infrastruttura di rete a livello nazionale di buona qualità. Lo streaming di flussi pesanti come i contenuti video richiede una banda sufficientemente ampia e stabile. E la disponibilità di banda è destinata ad aumentare progressivamente nel tempo sia perché come detto cresce il numero di connessioni finalizzate alla fruizione di contenuti video, sia perché la qualità dei contenuti è destinata inesorabilmente a migliorare se vorrà tenere il passo con le tecnologie video (4K e HDR) degli apparecchi televisivi di ultima generazione. E l’Italia oggi sconta una pesante arretratezza delle infrastrutture a livello nazionale.
La TV resta centrale
In questo processo di svecchiamento infrastrutturale a velocità differenziata (gli Usa volano, mentre l’Italia arranca) c’era chi, fino a poco tempo fa, sosteneva che la TV intesa come strumento, fosse arrivata a fine corsa, scalzata dai nuovi strumenti di accesso ai contenuti. Ci riferiamo ovviamente ai terminali portatili, come tablet e smartphone, ma anche al cari e vecchi notebook e Pc. Niente di più falso.
Proprio negli ultimi anni i televisori si sono arricchiti e potenziati sotto il profilo della connettività facendosi trovare pronti all’appuntamento con i contenuti. Ciò che dicevamo prima a proposito di come sta cambiando il modo di fruire i contenuti è lì a ricordarci che oggi la TV è lo strumento principe per la connessione domestica.
Lo sostiene anche Netflix in una recente analisi riportata da Recode (un sito di approfondimento che fa parte della galassia The Verge) secondo cui il 70 percento dei flussi dello streaming video finisce sulle TV connesse e non su smartphone &Co. O meglio i consumatori, probabilmente per comodità e semplicità, accedono in prima battuta al servizio di streaming video da PC (40%) e da mobile (30%), ma nel tempo le modalità di visualizzazione cambiano.
Sei mesi dopo l’abbonamento, dicono i portavoce di Netflix, la maggior parte degli spettatori ha cambiato piattaforma, preferendo come è logico che sia lo schermo grande della TV di casa a quelli degli samartphone o dei tablet che, per quanto grandi e belli siano non avranno mai lo stesso impatto emotivo di un 55 pollici collocato nel centro del sala.
Per di più la visione televisiva è fatta per condividere la fruizione con tutti i componenti della famiglia, mentre le piattaforme mobile sono individuali. La tendenza sottolineata da Netflix è indipendente dalla tipologia di contenuti: dagli adulti ai bambini, alla fine, preferiscono la TV. Già dopo un mese dall’attivazione del servizio di streaming video, la modalità di visualizzazione vede già l’affermazione dello schermo TV.
Come si può vedere dai dati, l’Italia ricalca i trend a livello globale. Solo il 22% dei contratti di streaming video vengono aperti utilizzando la TV, mentre il 70% preferisce farlo da pc o da smartphone. Anche il tempo che trascorriamo sui vari dispositivi dà ragione ancora una volta alla TV.
Quello che racconta Netflix oggi è la conferma di quanto sosteneva YouTube lo scorso autunno quando dichiarava che il suo servizio live TV, lanciato come prima offerta per dispositivi mobili, stava generando più della metà del traffico sui televisori.
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