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Streaming audio: Tidal ha i giorni contati?

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Bisognerà attendere nuovi sviluppi per capire dove e come andrà l’immediato futuro di Tidal, ma di certo il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi

Un recente report riferito al mercato USA delle piattaforme streaming delinea un quadro quasi allarmante per Tidal, una delle piattaforme storiche e tra le prime assieme a Qobuz a offrire uno streaming audio di alta qualità (lossless e hi-res), prima con il formato MQA e, dallo scorso anno, con il formato FLAC.

I dati provenienti da oltreoceano sono impietosi per Tidal. Se infatti Spotify (36%), Apple Music (30,7%) e Amazon Music (23,8%) rappresentano insieme oltre il 90% del mercato dello streaming audio, altre piattaforme devono accontentarsi delle briciole come nel caso di YouTube Music (circa il 7%) e Pandora Premium (2%). Tidal, in questa classifica, è in fondo con solo lo 0,5% del mercato, nonostante il recente abbassamento dei prezzi (10,99 euro al mese) che teoricamente avrebbe dovuto attrarre un’utenza più ampia.

Il fatto preoccupante è che la società che possiede Tidal (il fornitore di servizi finanziari Block) ha annunciato recentemente che destinerà sempre meno risorse alla piattaforma musicale, concentrandosi invece su iniziative legate al mining di Bitcoin. Nel terzo trimestre del 2024, i ricavi della divisione che include Tidal sono scesi a 44 milioni di dollari rispetto ai 58 milioni registrati tre anni prima; questo declino segue una svalutazione di 132 milioni di dollari nel quarto trimestre del 2023, segno che l’acquisizione di Tidal completata nel 2022 è stata pagata ben oltre il suo reale valore di mercato.


Parallelamente, il CEO di Block, Jack Dorsey (già co-fondatore ed ex CEO di Twitter), ha annunciato ulteriori licenziamenti tra il personale di Tidal con rumor che parlano di circa 100 tagli, pari a un quarto della forza lavoro complessiva. La riduzione interesserà in particolare i team di gestione prodotto, marketing e design, seguendo un precedente taglio del 10% già avvenuto nel dicembre 2023.

Oltre ai problemi finanziari e ai licenziamenti, Tidal ha progressivamente interrotto il supporto per diverse piattaforme e dispositivi. Dal 28 ottobre 2024, il servizio non è più integrato con Plex, mettendo fine a una collaborazione durata sei anni. Anche Samsung ha rimosso l’app Tidal dai propri televisori con sistema operativo Tizen l’8 luglio 2024, impedendo agli utenti di trasmettere musica direttamente o via AirPlay. A questo si aggiunge la cessazione del supporto per i dispositivi Roku (piattaforma molto diffusa negli USA) a partire dal 2 maggio 2024 e per le prime due generazioni di Amazon Fire TV da novembre 2024.

Tidal, che quest’anno spegne 11 candeline ed è presente in oltre 60 Paesi, continua però ad avere diversi punti di forza sia nei suoi strumenti di remix per DJ, sia nella proposta audiofila del suo ampio catalogo, che a oggi include milioni di brani con una qualità massima di 24-bit/192 kHz in formato FLAC (ma ci sono anche molti contenuti in Dolby Atmos). 

Bisognerà attendere nuovi sviluppi per capire dove e come andrà l’immediato futuro di questa piattaforma di streaming, ma di certo il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi. 

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