Ci siamo più volte occupati di cuffie, un sistema di “diffusione” sonora cui molto spesso ci si rivolge al fine di poter ascoltare in contesti diversi da quello home, basta guardarsi intorno per verificare quante persone ne facciano uso.
Diffusori e cuffia, infatti, rappresentano le due opzioni mediante le quali è possibile ascoltare la propria musica preferita, malgrado alquanto diverse siano le specifiche prerogative che differenziano i due sistemi.
Con specifico riferimento al contesto dell’Alta Fedeltà, è possibile affermare che entrambi sono perfettamente in grado di adempiere al proprio compito, quello cioè di riprodurre il segnale musicale nel miglior modo possibile, chiaramente nel rispetto di quelli che sono i limiti caratteristici, qualcosa di trasversale da cui non è possibile prescindere.
Dovessimo individuare anche solo un paio di caratteristiche che distinguano i due sistemi, pur rivolgendo un fuggevole pensiero al loro principio di funzionamento – sebbene si individuino molti elementi praticamente sovrapponibili – potremmo parlare di fisicità circa i primi e di libertà d’ascolto relativamente alla seconda, con il diffusore che continua comunque ad essere favorito.
La cuffia, infatti, consente una maggiore autonomia di ascolto, sia per il suo essere svincolata dall’ambiente dove il sistema è inserito sia perché attraverso di essa è possibile ascoltare ciò che si vuole al livello desiderato e, soprattutto, nel momento desiderato, fossero anche le tre di notte.
Dovesse nascere in voi l’esigenza di ascoltare musica a quell’ora attraverso i diffusori al volume che dite voi – tranne che non abitiate in campagna e prescindendo dal genere – aspettatevi quanto meno di sentir suonare il campanello ed avere ospiti se non gli arrabbiatissimi vicini, almeno i Carabinieri.
I DIFFUSORI: CROCE E DELIZIA DELL’APPASSIONATO
Sapete bene quanto la nostra considerazione verso i diffusori sia altissima, li riteniamo praticamente alla base del buon suono, poiché essendo l’anello ultimo della catena audio sono anche l’elemento che maggiormente caratterizza il risultato sonoro – provare per credere – tanto che sovente la loro sostituzione comporta differenze in concreto drammatiche, stavolta sul serio però, non si tratta della solita e trita affermazione eclatante.
Ciò detto, il loro corretto posizionamento in ambiente – non sempre realizzabile purtroppo – rappresenta il punto di partenza per una prestazione sonora in linea col termine Alta Fedeltà, diversamente staremmo solo perdendo tempo.
Ammettendo di riuscire ad inserirli correttamente in ambiente, dovremo a tal punto scontrarci comunque con l’influsso di quest’ultimo, sovente restio a collaborare appropriatamente col resto del sistema audio, al punto che in determinati casi la prestazione sonora finale potrebbe essere pesantemente gravata da criticità ascrivibili proprio alle risonanze del locale d’ascolto, inevitabilmente presenti e spesso difficilmente eliminabili.
Le dimensioni poi, sono certamente un altro degli aspetti che inevitabilmente deve essere considerato, sia per evitare di sollecitare eccessivamente il WAF che per ovvi motivi di convivenza, non essendo possibile inserire modelli le cui dimensioni siano prossime a quelle di un armadio in un locale qualsiasi.
A tal punto diventa obbligatorio accontentarsi di un modello più piccolo – che non significa affatto necessariamente meno performante – le cui dimensioni siano consone all’ambiente, sebbene le prestazioni relative alla risposta in frequenza potrebbero risentirne; un diffusore piccolo implica altoparlanti di minori dimensioni con tutto ciò che ne consegue.
La cosa potrebbe essere risolta agevolmente con un subwoofer, in grado di supplire alla carenza di basse frequenze che deriva dalla riduzione delle dimensioni – ed anche qui non è affatto detto – ma si tratterebbe di inserire un terzo elemento che comunque, per quanto piccolo, ha un certo impatto nell’arredamento.
Ovviamente tralasciamo volutamente tutte le caratteristiche relative alla sinergia con l’amplificazione o con la sorgente, pur importanti al momento non ci interessano.
LA CUFFIA: L’OPZIONE DA NON TRASCURARE
Il titolo del paragrafo non è affatto casuale, anzi, deriva proprio dalla considerazione media che molti appassionati hanno del sistema cuffia, ritenuto non in grado di competere con una coppia di diffusori.
Esaminando con più attenzione la cosa, come spesso accade, si scopre invece che parecchie ed interessanti sono le prerogative di cui una (buona) cuffia dispone, in teoria perfino superiori ad una coppia di diffusori.
Nel pieno rispetto di quanto elencato nel precedente paragrafo, la prima cosa evidente è il suo essere svincolata dall’ambiente d’ascolto, poiché foste in una caverna oppure all’interno di una camera anecoica la prestazione alle vostre orecchie non cambierebbe di una virgola; provate a fare altrettanto con una coppia di diffusori.
Circa le prestazioni poi, si può certamente affermare che la risposta in frequenza di una (buona) cuffia è praticamente perfetta, sovente estesissima – al pari ed anche più di un sistema di diffusori – tanto che è possibile ascoltare frequenze talvolta precluse a questi ultimi.
In altre parole, almeno messa in questo modo, per certi versi sembra che la cuffia rappresenti il sistema pressoché ideale per l’ascolto della musica, affermazione che la realtà non conferma.
Al pari dei diffusori, infatti, anche la cuffia presenta alcuni limiti, ad esempio la pratica mancanza di una scena sonora come la si intende mediamente in ambito Alta Fedeltà, ovvero disposta frontalmente all’ascoltatore.
Questo è dovuto eminentemente a due fattori: la netta separazione dei trasduttori e la conseguente mancanza della sorgente virtuale che tipicamente si crea al centro dei diffusori, aspetto caratteristico del sistema stereofonico, sebbene esistano dei modelli i cui driver sono leggermente angolati nel tentativo di ricreare una sensazione simile all’ascolto.
Per inciso, esistono software che operando nel dominio digitale creano condizioni di ascolto simili a quelle canoniche, ragione per cui è possibile percepire l’ambiente anche tramite una cuffia, malgrado ciò comporti un’elaborazione del segnale tramite DSP poco gradita da alcuni appassionati.
In conclusione – sebbene io continui a preferire l’ascolto mediante i diffusori – purché si accettino gli invitabili limiti del sistema, un buon paio di cuffie può certamente soddisfare specifiche esigenze di ascolto senza eccessivi patemi d’animo.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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