Facciamo il punto sull’audio italiano: Animali fantastici e dove trovarli segna uno spartiacque con il passato, ma c’è ancora strada da fare e la concorrenza non manda segnali concreti.
Cogliendo l’occasione dell’uscita delle edizioni digitali, Blu-ray e Blu-ray Ultra HD, del fantasy “Animali fantastici e dove trovarli”, vogliamo fare un breve punto della situazione riguardo lo status dell’audio raggiunto sui supporti italiani curati dalle Majors, fino ad oggi limitati a codifiche obsolete quali il Dolby Digital e il DTS half rate. L’uscita di questo film segna infatti un punto di svolta importante, uno spartiacque se vogliamo, tra il vecchio retaggio in cui eravamo “condannati” ad un perenne Dolby Digital, quasi sempre di qualità discutibile, e un nuovo corso in cui si sono “spalancate” anche per noi le porte dell’audio lossless.
Come avrete infatti avuto modo di leggere nella nostra recensione, il DTS-HD Master Audio 5.1 proposto da Warner per l’italico idioma segna un deciso e, vogliamo sperare, continuativo incremento di qualità cui le edizioni fino ad ora prodotte non potevano nemmeno sperare di arrivare.
Possiamo quindi dire di essere soddisfatti? Abbiamo raggiunto la vetta della qualità? Non ancora. Sebbene questo primo “upgrade” sia stato comunque fondamentale, non rappresenta di certo il punto di arrivo, il traguardo cui già sono arrivate le edizioni per Francia e Germania. Analizzando in tal senso e più approfonditamente l’edizione di Animali fantastici, soprattutto quella Ultra HD, ci sono ancora un paio di considerazioni che è doveroso fare.
La prima riguarda l’impiego, per questa edizione, di un supporto da ben 100 Gb, a riprova che tale scelta rende possibile coniugare tutti i vantaggi “qualitativi” (più tracce HD sul medesimo disco, maggior bitrate per le componenti audio e video) a quelli “quantitativi” (meno diversificazione nelle edizioni, commonality delle stampe, minori costi di authoring).
La seconda invece riguarda le tracce HD stesse. Non v’è chi non veda che nel Blu-ray Ultra HD sono state inserite molteplici tracce HD, alcune delle quali risultano addirittura “doppie”. Inglese e francese, per esempio, sono presenti nella doppia versione DTS-HD Master Audio 5.1 e Dolby Atmos, quest ultimo tra l’altro codificato in un Dolby TrueHD 7.1, traccia di solito riservata esclusivamente all’inglese. Una scelta inedita e quantomeno curiosa, dal momento che entrambe le codifiche HD in oggetto risultano perfettamente retrocompatibili ai decoder meno recenti, rendendo l’altra del tutto pleonastica. Ricordiamoci infatti che in campo home theater, differentemente da quello cinematografico, ove l’ampiezza degli spazi in cui il suono si propaga è di alcuni ordini di grandezza superiore, non si presenta affatto la necessità di mixare diversamente i livelli dei canali surround a seconda che l’audio sia 5.1, 7.1 o Dolby Atmos.
Da un punto di vista prettamente tecnico la scelta più logica sarebbe stata quella di includere, tra le due, la sola traccia Dolby Atmos, magari estendendola anche all’italiano. Del resto due tracce HD in meno, siamo certi, valgano ben un’upgrade da DTS-HD Master Audio 5.1 a Dolby Atmos. Si sarebbe ottenuta in questo modo un’edizione unica per tutta l’Europa, con audio e video al top della qualità e costi di realizzazione contenuti. Non comprendiamo quindi le ragioni di tali decisioni, dovute probabilmente a meccanismi e/o accordi a noi non noti; siamo tuttavia consci come esse producano, in chi acquista il prodotto, un significativo disagio derivante dal trattamento pesantemente differenziato vista la presenza di doppie tracce audio, in qualità lossless e Atmos, per la medesima lingua.
Ad ogni buon conto il nocciolo principale della questione, che ben si desume dall’analisi di quest’edizione, è come l’inserimento dell’audio italiano HD sia stato oramai sdoganato. Di più, l’inedita configurazione audio riscontrata per le versioni Ultra HD fa percepire una sorta di “riorganizzazione” delle batterie audio, peraltro ancora in corso d’opera e di ottimizzazione.
A ulteriore supporto di questa osservazione, abbiamo riscontrato nell’edizione Blu-ray di Sully la scomparsa della codifica inglese in Atmos TrueHD 7.1 a svantaggio di una codifica, davvero inedita, in Dolby Digital Plus. L’unica a beneficiare della massima qualità è stata la traccia francese promossa in Atmos TrueHD 7.1 a 24 Bit, cui sono state concesse tutte le migliori risorse.
Ragion per cui, almeno per i futuri titoli più “blasonati” e per cui esista il master in tal senso, vedasi The Lego Batman movie, Kong: Skull Island, King Arthur, Wonder Woman e Dunkirk, ci auguriamo il trattamento dell’italiano venga infine equiparato a quello franco/teutonico, il quale di default riceve sempre il Dolby Atmos, ove disponibile. Tanto più che con le ultime edizioni Blu-ray standard (vedasi il sopracitato Sully), gli audio francesi e tedeschi sono stati dotati di traccia Atmos full a 24Bit, mentre l’inglese è stato “retrocesso” a Dolby Atmos Digital Plus 7.1 . Tale manovra potrebbe essere applicata anche per l’audio italiano, “promuovendolo” a un Dolby Atmos Digital Plus ove disponibile; un auspicatissimo allineamento che colmerebbe un gap, per gli utenti italiani e non solo, particolarmente fastidioso nonchè fonte di elevata frustrazione.
Universal e le altre major
Se dal lato Warner la situazione può quindi dirsi ben avviata e fonte di grosse soddisfazioni per il nostro mercato, duole veramente non poter dire lo stesso da parte dei competitor Universal, 20th Century Fox e Disney.
Da quanto discusso con Universal durante l’incontro del 18 Novembre 2016 purtroppo, a parte le buone intenzioni che ci sono state ripetutamente assicurate, non abbiamo registrato ancora nessuna “apertura” in tal senso. Se le primissime edizioni analizzate vanno ritenute troppo “a ridosso” dell’incontro da consentirvi un effettivo intervento “riparatore” – è il caso di Jason Bourne, con un DTS half rate standard per l’italiano e l’upgrade a DTS-HR 7.1 per francese e tedesco o di Pets, ove a fronte di un minuscolo upgrade al 7.1 (pagato a caro prezzo, dato l’esiguo bitrate e la conseguente resa compromessa) abbiamo nuovamente subito lo smacco di “vedere” tedesco e francese in Dolby Atmos – nessun cambiamento di strategia è stato invece apportato per le uscite attuali e future.
The Great Wall, ad esempio, titolo papabile per un upgrade Atmos per l’italiano e già segnalato durante l’incontro del 18 Novembre, uscirà in Blu-ray Ultra HD a fine giugno, con audio Dolby Atmos in francese e tedesco, ma con il deprecabile Dolby Digital per l’italiano (qui la notizia). Non bastasse questo, Sing, apprezzabile omaggio animato ai musical della Illumination, uscirà ad inizio aprile con audio italiano Dolby Digital Plus 7.1 e tedesco/francese in Dolby Atmos. Speriamo vivamente, perlomeno, di non ritrovarci con la medesima “nefandezza” accaduta in Pets, ove il bitrate “al ribasso” ha compromesso completamente la resa dell’intera traccia italiana.
In pratica, fino ad ora, Universal ha sfornato tutte edizioni “fotocopia” del capostipite Everest, con il quale inaugurò la diversificazione dei trattamenti, penalizzando fortemente l’italiano e “regalando” tracce di riferimento ai franco/teutonici.
Per quanto possano esserci dietro ragionamenti di tipo economico e/o di mercato (del resto sormontabili da quando un importante player come Warner ha chiaramente dimostrato la fattibilità di inserire l’audio italiano HD) rimane il fatto conclamato che queste edizioni discriminino il mercato italiano.
Qualunque siano le ragioni di questo trattamento, non è più accettabile che a farne le spese siano gli acquirenti, gli appassionati e i collezionisti di Blu-ray; i quali, ricordiamo, comprano un prodotto ufficiale – a parità di prezzo – di qualità nettamente inferiore a quella offerta sui mercati francese e tedesco. Da parte nostra, del resto, è fonte di disagio ed imbarazzo dover prendere atto di questa discriminazione perpetrata ai danni dell’italiano, considerati specialmente i tempi in cui viviamo, con una realtà globalizzata e teoricamente scevra di barriere e pregiudizi.
Come fautori della qualità e del rispetto a 360 gradi, troviamo queste disparità inopportune e culturalmente mortificanti, e auspichiamo il ripristino della dignità dovuta al mercato, agli acquirenti che lo sostengono, alla lingua e alla stessa cultura italiana.
Siamo convinti che Universal, come tutte le grandi aziende multinazionali ad oggi operanti sul mercato mondiale, sia estremamente attenta e sensibile a temi delicati come questi. Ci auguriamo pertanto voglia porre rimedio a quest’incresciosa ed anacronistica situazione quanto prima. Il momento non potrebbe del resto essere più propizio, come da rapporto Sonopress, il nuovo supporto Blu-ray Ultra HD ha raggiunto i 3 milioni di stampe e non accenna a perdere consensi. Il mercato, italiano compreso, è infatti più vivo che mai. Restituiamogli, per cortesia, la dignità e il rispetto che gli sono dovuti.
Estendiamo naturalmente la richiesta anche a tutti gli altri player del mercato, fino ad ora rimasti alla finestra. Sony Pictures, Paramount, Fox, Disney possono prendere ad esempio quanto Warner, in modo molto lungimirante, ha già messo in pratica. La valorizzazione qualitativa dei prodotti è infatti il punto chiave per decretarne il successo sul mercato. Specialmente in tempi come questi.
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