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Speaker Bluetooth Klipsch Heritage Groove – La recensione

heritage groove

Se volete spendere 200 euro per uno speaker Bluetooth portatile, la scelta è davvero ampia, ma il Klipsch Heritage Groove non rientra tra i migliori

Lo speaker Bluetooth portatile Klipsch Heritage Groove non si trova in una fascia di mercato facile da conquistare. Parliamo infatti di uno speaker davvero leggero (1 Kg) e piccolo (il lato più lungo misura 20 cm) in grado di erogare 20W di picco e che è venduto in Italia a 199 euro. Una cifra dicevamo appunto difficile perché spendendo poco meno si può optare per il più potente [amazon_textlink asin=’B00ZY1J1JG’ text=’Marshall Kilburn’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’9175a5a6-606b-45d4-8d6e-c32c834e27f8′] (che ha anche un’autonomia di gran lunga migliore), o per il [amazon_textlink asin=’B01KIV5WE4′ text=’Bang & Olufsen Beoplay A1′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2a226e7f-b3e2-4322-b0db-602a6451535b’], che è ancora più piccolo e leggero e offre tre volte l’autonomia dell’Heritage Groove.

Insomma, la concorrenza è tanta in questa fascia di prezzo e la proposta di Klipsch, che non può nemmeno contare sul multi-room (non c’è infatti Ethernet o Wi-Fi) o sull’integrazione di Alexa o Google Assistant, parte un po’ svantaggiata, sebbene il produttore americano goda di una qualità media dei suoi speaker decisamente elevata.

Costruzione e funzionalità

L’Heritage Groove integra un driver da 3’’ full range ad alta escursione e due radiatori passivi ai lati per rafforzare la risposta in gamma bassa, il tutto (come già detto) per 20W di potenza. Può essere alimentato tramite rete elettrica o sfruttando la batteria interna da 2200mAh che assicura circa 8 ore di autonomia con una ricarica completa. Come già fatto notare, non è un valore altissimo, ma dovrebbe rimanere sufficiente per assicurare il funzionamento dello speaker per un’intera giornata all’aperto.


Su questo versante spiace però non trovare qualche certificazione per la resistenza all’acqua o alla polvere, anche se capiamo che i materiali scelti da Klipsch (legno sopra e sotto e tessuto che avvolge l’intero speaker) non si prestano facilmente a questo tipo di protezione. A piacerci invece è l’estetica, non solo completamente diversa dal modello Groove precedente (piuttosto anonimo come look) ma anche adorabilmente vintage e di classe, che dona a questo speaker un che di unico (benché molto semplice e “squadrato”) grazie anche alla placca e ai pulsanti in metallo nella parte superiore.

Per quanto riguarda le funzioni, c’è davvero poco da dire a parte il microfono per rispondere in vivavoce alle chiamate e l’ingresso UAX da 3,5mm per il collegamento cablato a una sorgente audio, mentre l’applicazione mobile Klipsch Connect per controllare il livello della batteria, aggiornare il firmware e modificare le impostazioni di equalizzazione non è disponibile al momento di scrivere. Uno speaker Bluetooth quanto mai essenziale insomma ed è per questo che ci siamo concentrati quasi esclusivamente sulle sue prestazioni audio.

Qualità audio

Viste le dimensioni (e considerata la risposta in frequenza pari a 65Hz–22kHz), non possiamo aspettarci chissà quali prestazioni in gamma bassa, anche se facendo partire Angel dei Massive Attack da Spotify siamo sorpresi sia dal volume, sia dal comportamento dei bassi, che risultano sufficientemente agili, corposi e autoritari. Oltre il 70% del volume però inizia a farsi evidente una certa tendenza alla distorsione, anche se va detto che per un utilizzo “normale” difficilmente ascolterete musica a questi volumi.

Dove il Groove regala maggiori soddisfazioni è in gamma media e ce ne accorgiamo ascoltando brani dove la voce è particolarmente in primo piano come Come Away With Me di Norah Jones o Hallelujah nella versione di Jeff Buckley. Il sound è caldo e pieno, con un buon dettaglio sulle voci e un’organizzazione strumentale più che discreta, sebbene in brani dalla produzione più densa e complessa come Lovelorn Crime degli Opeth il messaggio sonora tenda a farsi un po’ confuso.

Un limite forse inevitabile con questo tipo di speaker, che però riserva una piacevole sorpresa nella gestione del timing (preciso e ben marcato) e delle dinamiche, con i Carmina Burana di Orff che restituiscono, seppur in piccola parte, una valida sensazione di “saliscendi”. Parliamo dopotutto di uno speaker con un solo driver e dalle dimensioni particolarmente compatte incapace di fare miracoli, ma anche sullo spettro superiore siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla compostezza sui piatti della batteria.

Verdetto

Se dobbiamo trovare il limite principale del Klipsch Heritage Groove, questo è sicuramente il prezzo in relazione non tanto all’audio (che comunque non è stratosferico) ma alle funzioni, che sono ridotte davvero ai minimi termini. Anche l’autonomia non stupisce più di tanto e alla fine, pur apprezzando lo sforzo stilistico e il decente comportamento in gamma bassa, ci viene difficile consigliare di spendere a cuor leggere 200 euro per uno speaker Bluetooth più che valido ma privo di veri e propri colpi d’ala.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
3

Summary

Se volete spendere 200 euro per uno speaker Bluetooth portatile, la scelta è davvero ampia, ma il Klipsch Heritage Groove non rientra tra i migliori.

Pro
Look ed estetica
Il volume non manca
Prestazione dettagliata

Contro
Prezzo
Pochissime funzioni
Autonomia solo sufficiente

Scheda tecnica
Potenza di picco: 20 W
Risposta in frequenza: 65Hz–22kHz +/- 3dB
Connettività: Bluetooth
Ingresso: 3,5mm
Autonomia: circa 8 ore con una carica
Dimensioni: 127x152x196.85 mm
Peso: 1 Kg
Prezzo: 199 euro
Sito del produttore: www.klipsch.com
Distributore italiano: www.exhibo.it

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