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Soundbar: come scegliere quella giusta e come usarla al meglio

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Ecco qualche consiglio su come avvicinarsi all’acquisto di una soundbar e su come ottimizzarne la resa audio tra posizionamento e impostazioni

Anche se nel corso degli anni i produttori di TV hanno cercato in tutti i modi di migliorare la qualità audio dei loro prodotti, è difficile ottenere grandi risultati da piccoli speaker inseriti in televisori sempre più sottili. C’è chi, come Sony, ha optato (almeno per i modelli top di gamma con tecnologia Acoustic Surface), per dei trasduttori inseriti direttamente dietro lo schermo, e chi, come LG e Philips, hanno scelto sempre per i loro modelli più costosi soluzioni simili a piccole soundbar integrate (per non parlare poi delle soluzioni chic e costosissime come quella del TV Beovision Harmony di Bang & Olufsen).

Sta di fatto che per migliorare l’audio di un TV senza ricorrere a questi modelli evoluti e senza mettere in piedi un tradizionale impianto multicanale (tra cavi, spazio a disposizione e costi, non tutti possono permetterselo), una soundbar rimane spesso la soluzione migliore. E visto che il mercato non è mai stato così ricco di modelli come ora (si va in pratica da 100 a più di 2000 euro), vogliamo darvi alcuni consigli su come approcciarsi all’acquisto di una soundbar e su come impostarla al meglio una volta che l’avete tolta dalla confezione e messa vicino al vostro TV.

La posizione giusta

Oltre al budget a disposizione, un aspetto fondamentale in fase di acquisto di una soundbar è il suo posizionamento. Se intendete metterla di fronte al TV, dovete prima controllare tra le specifiche tecniche che l’altezza non sia eccessiva e che la soundbar non finisca per coprire una porzione dello schermo inferiore del televisore, cosa che in alcuni casi potrebbe interferire anche con il segnale del telecomando. Eventualmente potete sistemarla sotto il TV se avete spazio in un mobiletto o in un rack, ma non troppo in basso (il suono deve infatti essere quanto più all’altezza delle nostre orecchie).


Se poi optate per una soundbar Dolby Atmos con almeno due driver rivolti verso l’alto, è del tutto inutile posizionarla all’interno di un rack o di un classico mobile porta TV. In questo caso infatti deve esserci spazio al di sopra della soundbar perché i driver Atmos possano svolgere il proprio compito, ovvero indirizzare il suono verso il soffitto per creare una sensazione di verticalità.

Se invece avete un TV appeso al muro e volete posizionare la soundbar subito sotto, controllare se il modello che avete scelto abbia un kit per il montaggio a muro già nella confezione o se invece debba essere acquistato a parte. Se poi non avete spazio per un subwoofer esterno (moltissime soundbar lo hanno già in confezione), potreste optare per modelli con driver molto generosi (la Dali Kubik One o la costosa Sennheiser Ambeo Soundbar), che volendo assicurano ottime prestazioni anche senza un subwoofer.

Altre soundbar, come la recente JBL Bar 9.1, vengono fornite con due diffusori posteriori wireless per migliorare il coinvolgimento e l’esperienza surround, ma anche in questo caso dovete tenere in conto lo spazio per posizionarli nel modo corretto. È vero che l’assenza di cavi aiuta, ma dovete comunque avere due superfici ai lati della stanza (o due stand appositi) su cui metterli.

Questione di sorgenti

L’altro aspetto importante è considerare quante sorgenti audio e video andrete a collegare alla soundbar tra console, lettori Blu-ray, set-top box e decoder. Se il vostro budget è risicato, dovrete accontentarvi di una soundbar con una o due porte HDMI, che potrebbero non essere sufficienti per collegare tutti i dispositivi che avete. In questo caso potreste collegarli agli ingressi HDMI del vostro TV (dovrebbe averne almeno tre) e poi inviare l’audio alla soundbar tramite la porta HDMI (ARC o eARC) del televisore. Se invece il vostro TV non ha funzionalità ARC, potete ricorrere al buon vecchio cavo ottico, che però è più limitato rispetto all’HDMI quanto si parla di banda passante e di formati audio supportati.

Si parte

Dopo aver controllato la presenza di eventuali aggiornamenti del firmware tramite Wi-Fi/Ethernet o scaricando il file di update su una chiavetta USB da inserire poi nella soundbar, si è pronti a partire. Tenete conto poi che ormai moltissime soundbar offrono anche connettività Bluetooth e che quindi è possibile collegare eventuali sorgenti audio alla soundbar (PC, tablet, smartphone), che in certi casi può diventare anche un diffusore all’interno di un sistema casalingo multiroom.

Dopo aver trovate il posizionamento ideale e dopo aver collegato il tutto, si deve procedere alla messa a punto dell’audio. Molti produttori forniscono assieme alla soundbar un piccolo microfono per consentire una calibrazione automatica a seconda dell’ambiente di ascolto, mentre altri (come Sonos e la sua funzione TruePlay per i dispositivi iOS) sfruttano i microfoni di tablet e smartphone per fare lo stesso, con risultati tra l’altro eccellenti.

Se invece la vostra soundbar è priva di queste funzioni, vi conviene guardare subito le sequenze più significative di un film che conoscete molto bene e capire se i dialoghi sono troppo bassi (in questo caso potreste attivare un’opzione apposita per esaltare i dialoghi), se il volume del subwoofer è troppo basso o esageratamente alto o se conviene attivare eventuali modalità di surround virtuale o lasciar perdere.

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Le soundbar più evolute e costose (soprattutto quelle Dolby Atmos) offrono anche controlli piuttosto granulari tra equalizzazione e diverse modalità di ascolto e anche se l’ottimizzazione dell’audio è molto più semplice di quella necessaria per un classico impianto multicanale, consigliamo di prendervi almeno una mezz’ora di tempo per tutte le prove del caso. C’è poi la possibilità di usare la soundbar anche per ascoltare musica e, se volete farlo, vi conviene passare all’apposita modalità, che tende a fornire una presentazione stereo più coesa (spesso senza nemmeno utilizzare tutti driver) a scapito dell’ampiezza del soundstage.

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