Aurora della britannica iFi è un inusuale progetto nel suono quanto nella forma, concept unico la cui ispirazione arriva dal lontano Giappone
Aurora di iFi è la rappresentazione estetico – tecnologica più vicina al detto ‘cambiar musica’. La parafrasi in musica è l’amplificazione e rielaborazione di una melodia musicale preesistente, ed è proprio quello che ha fatto la sussidiaria della britannica Abbingdon Music Research (AMR), anch’essa dedita a progetti high-end audio. Certo resta difficile anche solo avvicinare col pensiero l’audiofilo al concetto del tutto in uno, eppure questi sono tempi in cui è ampiamente migliorata la qualità di diversi hub che consentano di fruire la musica senza separare i terminali dai diffusori, non ultimo parte dell’universo soundbar. Per il sistema iFi Aurora ci si è dati ancor più da fare muovendo su un’estetica unica e ricercatissima, letteralmente capace di rapire l’occhio prima ancora di dimostrare le proprie virtù sonore.
Il designer francese Julien Haziza per Auroa ha tratto ispirazione dal mondo nipponico e in particolare dagli architetti di fama internazionale Tadao Ando, tra i massimi rappresentanti della corrente minimalista, e Shigeru Ban, ricercatore nel campo delle tensostrutture realizzate con materiali economici come cartone o bambù. Ispirazione non di meno legata all’architettura dei distretti di Tokyo Omotesandō e Harajuku dove dal punto squisitamente visivo siamo di fronte a una vera e propria opera d’arte. Forma e dimensioni davvero particolari che rischiano di vincolare molto la scelta di un simile apparato, specie da parte di chi non volesse uscire dai soliti schemi e dai tipici componenti audio che formano i contemporanei all in one. Qui non si va per nulla sul discreto e certo quello di iFi appare un azzardo verso un mercato che in tal senso potrebbe essere poco ricettivo.
Lo scheletro metallico esterno ha una posizione inclinata, così come la struttura che va ad avvolgere, con la sezione posteriore più bassa rispetto all’anteriore. Atipico quindi anche lo spazio occupato pari a 59 cm x 27 cm x 28 cm (L x A x P) e peso complessivo di 15 Kg. A tal proposito sorge spontaneo il dubbio che i minuscoli piedini in gomma per l’appoggio dell’apparato potrebbero non essere sufficienti a evitare eventuali graffi in presenza di superfici delicate. L’unità principale è in bambù e presenta doghe verticali in legno che la circondano e consentono di intravedere lo strato di rinforzo in plastica bianca al di sotto. Colore che prosegue nella sezione inferiore dove si trovano i due radiatori passivi dedicati ai bassi, di forma rettangolare e rivolti verso il basso. Qui il diaframma è composto da elementi in ferro, carbonio ed etilene-vinil acetato, con uno speciale rivestimento in gomma che non necessita di cestello.
Le viti a vista proseguono il piacevole contrasto tra moderno e classico. Per il fronte anteriore, incastonato tra altri elementi in bambù stavolta orizzontali, è ben visibile il display OLED, le cui informazioni sono visualizzate in blu molto contrastato. Sotto il display sono presenti tre file di comandi luminosi a LED, sempre separate dalle doghe in bambù. Nella prima fila un interruttore per regolare l’illuminazione dell’Aurora, altri due per controllare le funzioni di elaborazione del segnale e il tasto mute. La fila centrale offre i controlli per la selezione delle fonti e l’avvio delle connessioni Bluetooth 5.0 e Wi-Fi. La fila più in basso ospita il pulsante accensione, spegnimento e regolazione del volume.
Ricercato anche il livello di progettualità quanto all’amplificazione: la “Pure Emotion” di iFi con sviluppo ibrido dove la preamplificazione è legata alla presenza altrettanto scenica di una valvola. Nello specifico trattasi del modello 6N3P (doppio triodo NOS – New Old Stock- che ha sostituito i tubi cinesi 6N3 presenti i molti preampli) visibile di fianco al pannello OLED. Il circuito di alimentazione dell’amplificazione in classe D di Aurora è apparentemente diverso dal consueto design dei Classe D iFi come ha tenuto a precisare l’azienda, dato che la frequenza di commutazione viaggia attorno agli 1,5 MHz, al di sopra delle frequenze udibili da orecchio umano.
Una scelta che significa elevata efficienza, ricchezza nella corrente da parte del 6N3P e al contempo basso rumore e più costante linearità, per un risultato altrimenti difficile da ottenere specie per gli amplificatori a commutazione. Il DAC integrato sfrutta un chip del tipo Sabre 32 bit, presente anche un circuito di feedback e uno passa-basso. L’amplificazione totale di Aurora è davvero notevole, nonostante le dimensioni compatte si parla di 320 Watt, sei driver in totale di cui quattro anteriori e due laterali per aumentare la sensazione di ampiezza del segnale audio e favorire l’auto calibrazione, che è uno dei punti di forza di questo apparato.
La funzione ART – Automatic Room Tailoring – è legata ai tre set di doppi sensori audio a ultrasuoni: tenendo premuto il pulsante ART sulla parte anteriore del sistema o del telecomando si attivano tali sensori per ottimizzare automaticamente il suono in base alle misurazioni del locale in cui Aurora si trova. Ciò significa che viene agevolato il posizionamento ovunque si desideri ottenendo il miglior adattamento possibile. Il sistema peraltro evita l’elaborazione del segnale digitale perché ritenuto invasivo ai fini della purezza del suono. Al suo posto viene attuata l’elaborazione del segnale analogico combinato con ART per regolare specifiche frequenze in base al diffusore, processo chiamato SoundSpace. “Un microprocessore ARM Cortex a 32 bit regola l’uscita dall’array di altoparlanti per personalizzare con precisione le prestazioni musicali. Tutte le regolazioni si svolgono rigorosamente nel dominio analogico, senza fare affidamento su DSP o feedback come per molti altri sistemi di correzione del locale di ascolto”. C’è sempre la possibilità di bypassare tutto ciò e ascoltare in modalità audiofila, sempre che si disponga di un locale ben suonante.
I midwoofer hanno un grande magnete e offrono un cono da 120 mm in carta a fibra, i due tweeter laterali a cupola in seta da 28 mm si occupano della gamma da 8 kHz a 35 kHz. Sostanza e qualità sonora non mancano, con numerose connessioni a corredo e opzioni sia a filo che senza, la ricchezza dinamica e il soundstage ampio e coinvolgente palesano l’importanza dello studio dietro lo sviluppo della funzione ART, benché occorrerebbe ancora lavorare su una resa meno fredda. Se a questo si aggiunge qualche limite nella sensibilità della connessione Wi-Fi resta un quadro ampiamente positivo che non mancherà di catturare l’attenzione audiofila dei più diffidenti. Per ulteriori informazioni: link al sito iFi Audio.
Sistema iFi Aurora – Caratteristiche tecniche
Ingressi: Hi-res Bluetooth audio con apt-X HD / aptX / LDAC / HWA / AAC
Networked Audio con playback da NAS o server, Airplay, streaming audio e USB storage / SD Card 44.1 kHz / 16-bit – 192 kHz / 32-bit
Coassiale e ottica S/PDIF 44.1 kHz / 16-bit – 192 kHz / 24-bit, RCA e 3.5 mm
Driver: 4 x 4.5” (120 mm) coated paper cone wideband driver
2 x 1.1” (28 mm) silk dome tweeter (8 kHz crossover)
2 x 4.5” x 8” (120 mm x 200 mm) steel passive radiators
Risposta in frequenza: 27 Hz – 40 kHz
Livello massimo pressione sonora: 115 dB / 1 mt
Amplificazione: ibrida con tubo in classe A. Power buffer a 1.411 MHz / 1.536 MHz clock-locked
Risposta in frequenza: 15 Hz – 150 kHz
Potenza massima: 320 VA (12v input)
Distorsione: < 0.05%
Dimensioni: 59 cm x 27 cm x 28 cm (L x A x P), peso 15 Kg
Prezzo suggerito al pubblico: 1.499 euro
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