Anche Sony ha deciso di estendere la garanzia per il burn-in del pannello OLED di un suo monitor gaming, ma perché non farlo anche per i TV?
Sony ha deciso di seguire l’esempio di altri produttori, offrendo una garanzia di tre anni per il burn-in per un suo recente monitor OLED. Il modello in questione è l’InZone M10S da 1349 euro, modello di fascia alta con pannello WOLED da 27”, risoluzione di 2560×1440 pixel e refresh-rate massimo di 480Hz.
Si tratta in realtà di un’estensione di garanzia di due anni per il burn-in del pannello (prima infatti era coperto solo il primo anno), decisa molto probabilmente da Sony per non sfigurare nei confronti di alcuni monitor gaming OLED e QD-OLED di Asus, Dell, MSI e LG, che fin da subito o poco dopo l’uscita hanno offerto una copertura di tre anni contro il rischio di “stampaggio” dei pannelli (ne parliamo più diffusamente qui).
Sebbene i miglioramenti apportati alla progettazione dei pannelli OLED e l’aumento dell’efficienza energetica abbiano ridotto il rischio di danni causati dal burn-in, alcuni utenti sono ancora preoccupati da questa possibilità soprattutto se si parla di monitor OLED utilizzati per gaming o lavoro. Per questi modelli, infatti, alcuni elementi grafici e dai colori particolarmente accesi possono rimanere fissi sullo schermo anche per ore e ore con il rischio, appunto, di stampare irrimediabilmente il pannello con l'”ombra” di queste grafiche.
Quella di Sony (ma mettiamoci anche Samsung con la garanzia per il monitor OLED Odyssey G8 da 32 pollici) è certamente una decisione apprezzabile e condivisibile, ma viene da chiedersi come mai questi produttori non facciano lo stesso con i loro TV OLED e/o QD-OLED. Se da un lato infatti è vero che l’utilizzo di un TV è diverso da quello di un monitor e che c’è teoricamente meno rischio di stampare il pannello, è altrettanto vero che, come dimostra l’ultimo mega-test di RTINGS, nel peggiore dei casi anche TV OLED piuttosto recenti sono soggetti a burn-in dopo circa due anni di utilizzo.
Il caso più eclatante riguarda proprio di un TV OLED Sony (l’A90J della gamma 2021), che ha mostrato un evidente stampaggio del pannello dopo 2400 ore di utilizzo (equivalenti a circa 20 mesi di utilizzo standard). Lo stampaggio più rovinoso ha invece riguardato un TV OLED B2 di LG (gamma 2022), che dopo 6000 ore di test (circa 4 anni di utilizzo standard) si è ritrovato nella parte inferiore del pannello con un’evidentissima striscia rettangolare grigia in cui si vede addirittura il logo della CNN.
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Al momento, in Italia sono LG offre un’estensione di garanzia di 3 anni (oltre ai 2 stabiliti per legge) valida esclusivamente per il pannello, ma il tutto è limitato a pochi modelli premium (per la gamma 2024, ad esempio, sono coinvolte solo le serie G4 e M4) e non si capisce bene quale grado di stampaggio faccia scattare l’assistenza di LG.
Anche per questo motivo stiamo lavorando a un approfondimento su burn-in e assistenza coinvolgendo quanti più produttori di TV possibili, in modo da capire quanto e se il consumatore sia garantito e assistito nel caso si presentino problemi di stampaggio del pannello all’interno del periodo di garanzia.
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