Sempre più possessori di Smart TV si affidano anche a un dispositivo esterno per lo streaming per avere una maggior quantità di funzioni, app e servizi
Deve stupire il fatto che ancora oggi, con ormai tutte le Smart TV in circolazione, produttori come Google, Amazon, Nvidia, Apple, Xiaomi, Roku e persino Nokia continuino a proporre set-top-box in vario formato (dalla classica chiavetta HDMI economica a “scatolette” più evolute e costose)?
A prima vista sì, ma andando a leggere i risultati di una recente ricerca di Hub Entertainment Research si scopre una realtà ben diversa. Secondo lo studio infatti i consumatori di età compresa tra 16 e 74 anni utilizzano contemporaneamente Smart TV e dispositivi esterni per accedere ai servizi in streaming (i dati sono stati raccolti a metà/fine agosto 2022).
“La scomparsa dei player multimediali separati per lo streaming (i cosiddetti dongle HDMI ma non solo) non si è affatto verificata come molti pensavano considerando l’enorme diffusione di Smart TV. Oltre la metà di chi possiede un TV intelligente e connesso utilizza infatti anche un device esterno per lo streaming”, si legge nel rapporto.
Ciò dipende soprattutto dal fatto che certe app di streaming non sono ancora disponibili su alcuni Smart TV (in modo particolare se si parla di modelli entry-level), mentre sui principali dongle HDMI o dispositivi più evoluti questo succede molto raramente. Inoltre, tre utenti su quattro di Smart TV o streaming box affermano di utilizzare il proprio dispositivo anche per un utilizzo non per forza legato al solo video, il più comune dei quali (per poco meno della metà degli utenti) è l’ascolto di musica.
Un altro ambito in crescita dello streaming è quello legato ai videogiochi. Gli Smart TV offrono sempre più funzionalità simili sotto forma di servizi di cloud gaming, che la società di ricerche di mercato Omdia, nonostante la recente chiusura di Google Stadia, ha recentemente definito “la terza ondata di streaming”, mentre set-top-box evoluti come Apple TV (si veda anche l’ultimo modello 4K) puntano sempre più su un hardware prestante in grado di far girare anche giochi graficamente pesanti.
Altri fattori da considerare per i consumatori, non menzionati nello studio, sono l’acquisto e il noleggio di film (quindi non solo lo streaming), il supporto per i formati audio-video più evoluti, la privacy e il monitoraggio dei dati personali, i sistemi di trasmissione wireless (AirPlay, Chromecast), i servizi di fitness TV, l’integrazione di dispositivi Smart Home e il supporto multiutente.
Dalla ricerca si evince dunque che alcune funzioni e servizi non sono presenti su molti Smart TV e per questo diversi utenti, per nulla infastiditi dall’avere un dispositivo in più da collegare, ricorrono a soluzioni esterne (anche economiche) per colmare eventuali lacune del proprio televisore. Non stupiamoci quindi del fiorire di questi dispositivi, che da 30 a circa 200 euro propongono una varietà di modelli davvero per tutte le tasche e tutte le esigenze.
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