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Sanremo 2025: (non) tutta l’Italia canta Sanremo

Ci risiamo, tra polemiche, promesse di eventi epocali e frecciatine varie, anche quest’anno riparte il carrozzone Sanremo, sgargiante vetrina per nuovi (?) e vecchi talenti in cerca di visibilità più o meno meritata.

Partito alla lontana con la polemica delle polemiche legata all’eccepibile potenziale partecipazione di un soggetto iscritto nel registro degli indagati – ipotesi immediatamente rientrata dopo l’ampio risalto dato dai vari TG nazionali – eccoci anche noi a parlare di Sanremo 2025, l’evento canoro che nel bene e nel male occupa puntualmente buona parte del periodo compreso tra Natale e Carnevale.

Sia per concedere eventuali appelli ai vari artisti che per meglio assimilare cotanta pietanza musicale scongiurando sgradite indigestioni, abbiamo evitato di dare pagelle serali preferendo commentare a giochi finiti, pertanto, come d’abitudine eviteremo di ripeterci preferendo evidenziare ciò che a nostro avviso merita piuttosto che metterci a mozzar teste a mo’ del mitico Cerbero, perennemente affamato e più che ben disposto a mettere in pratica la famelica pratica.

E dunque, al netto di quanto visto e sentito diciamo la nostra relativamente ad un evento che in ogni caso si conferma alquanto seguito, se non altro in base allo share puntualmente evidenziato da “mamma Rai”, superiore ai 13.000.000 di spettatori nella serata di apertura e mediamente attestato sugli 11/12 a seguire.


Assente l’effetto pagella quindi – già ampiamente esposto dalle molte testate che al pari della nostra si occupano di diffondere commenti e notizie pertinenti l’italianissimo show – iniziamo col dire che per quanto ci riguarda anche noi non siamo particolarmente d’accordo con quanto evidenziatosi nel saltellante percorso di questo amato/odiato show; in ogni caso tranquilli, anche coloro che lo avversano non mancano di vederlo, se non altro per rimediare foraggio adatto a riempire le maldisposte bocche immancabilmente pronte alla critica.

Tornando all’argomento, vedere Giorgia posizionarsi dietro a Fedez – pur detto col massimo rispetto – lascia intuire quanto il popolo sanremese sia in debito culturale con la qualità artistica. Probabile che in questo caso abbia giocato una parte notevole il carico emotivo legato alle faccende familiari della (ex) coppia più bella del mondo, aspetto che in virtù di quella sorta di empatia che per carità non si nega a nessuno, ha portato ampia benevolenza nei confronti del nostro.

Non per niente la vincitrice morale è stata indubbiamente lei – come inequivocabilmente decretato dal pubblico presente in sala alla premiazione finale – sebbene anche altri artisti fossero in odor di santità canora, ad esempio il buon Achille Lauro, misurato come mai ed onestamente non male, occorre essere sinceri e giusti.

La scaletta finale ha per dati versi dimostrato una cosa assai importante, almeno per quanto ci riguarda: pare, dico pare, che gli ascoltatori iniziano a modificare le loro preferenze premiando generi certamente più vicini alla canzone d’autore piuttosto che la solita cantilena a base di Autotune ed ammiccamenti da sbiadito malandrino di quartiere.

Trovare Simone Cristicchi e Brunori Sas tra i primi cinque non può non portare alla considerazione che (finalmente!) qualcosa stia cambiando – il che lascia intravedere speranze anche in merito alla ritornata utilità di un buon sistema stereo – e si stia avvicinando il momento in cui si chieda qualcosa di più di un semplice motivetto che rimanga in testa, o forse si abbia maggior bisogno di qualità.

Il duetto tra Giorgia ed Annalisa – ne citiamo uno per tutti – poi parla davvero da sé, vista la qualità media delle performance non si può davvero dire che manchi il manico, anzi, ne abbiamo in abbondanza per chiunque, peccato solo che (forse) tanta bravura sia talvolta relegata ad un genere un po’ troppo commerciale.

D’altronde non sarebbe la prima volta, basta vedere cosa sa fare con la chitarra tale Alex Britti, vero fenomeno dello strumento che non si capisce perché si sia dedicato ad un genere certamente frustrante per tanta maestria, ma d’altro canto si deve pur mangiare, e determinati generi evidentemente apportano maggiori guadagni.

Menzione d’onore per il simpatico Willy Peyote – che a dispetto del rimando al noto effetto stupefacente della simpatica pianta che vedete nella soprastante immagine – ha evidentemente avuto ottime allucinazioni sonore nello scrivere un pezzo dal sound irresistibile; siamo, altresì, rimasti favorevolmente colpiti dalla prestazione vocale di Rose Villain, dalla perfetta intonazione.

Da ultimo – malgrado sia arrivato primo ed abbia vinto la simpatica e discussa kermesse canora – non possiamo di certo evitare di citare Olly, la cui aria da bravo ragazzo in unione al pezzo presentato, per una volta diverso e per certi versi in contrasto col personaggio – si conferma quindi che spesso l’abito non fa il monaco – ne ha decretato la (giusta) vittoria.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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