Stazza equiparabile alla potenza, il Rotel Michi M8 è un ampli monofonico per chi pretende una resa sonora no compromise
L’uscita sul mercato dell’elegante e potente amplificatore monoblocco Michi M8 è stata per Rotel occasione anche per far tornare in auge il sotto brand esclusivo “Michi”, che fece la sua comparsa per la prima volta negli anni ’90. Il concept dell’azienda giapponese alla base, rincarando ulteriormente la dose in termini di purezza tecnologica senza badare a spese per progetti destinati a durare nel tempo. Nella fattispecie i dispositivi Michi e Rotel vengono assemblati presso lo stabilimento di produzione di Rotel in Cina, dove l’azienda afferma di supervisionare attentamente la qualifica dei tecnici così come il controllo qualità.
Di fatto la linea di produzione Michi è una sorta di piccola fabbrica all’interno del più grande complesso, dove una decina di dipendenti specializzati sono dedicati esclusivamente alla linea Michi: assemblano, testano, installano e ispezionano l’hardware. L’ambito più squisitamente acustico è invece progetto che coinvolge ingegneri britannici di comune accordo con quelli giapponesi. Il Michi M8 pesa circa 60 Kg, del resto non c’è da sorprendersi per un amplificatore di classe AB che fornisce 1080 Watt su 8 Ohm e 1800 Watt su 4 Ohm.
Sobrietà ed eleganza nell’estetica, dissipatori di calore montati internamente mantenendo un aspetto pulito dove ogni monoblocco include due (silenziose) ventole di raffreddamento montate sul pannello posteriore. Telaio in alluminio anodizzato da 4 mm di spessore, pannello frontale in vetro temperato da 2 mm di spessore, display OLED a colori, picco di potenza e analizzatore di spettro in armonia con un look comunque non così appariscente. Il telecomando in dotazione controlla entrambi gli amplificatori e consente di passare attraverso il menù di configurazione che include la regolazione della luminosità del LED, la selezione di varie opzioni di misurazione VU e l’eventuale impostazione di spegnimento automatico.
Il pannello posteriore è ben strutturato e consente l’alloggiamento di fili scoperti, spine a banana oppure forcelle, ingressi single-ended RCA e bilanciati XLR con interruttore per la scelta tra i due, porta Ethernet per aggiornamenti firmware, porta RS232 per integrazione personalizzata, ingressi e uscite trigger 12V per controllo remoto, connettore IEC da 15A e interruttore di controllo alimentazione. Posteriormente una scritta ricorda che l’impedenza minima dell’altoparlante parte da 4 Ohm, da escludersi quindi la possibilità di pilotare carichi inferiori.
Il cuore del dispositivo conta una coppia di trasformatori toroidali ad alta corrente customizzati Rotel schermati all’interno di alloggiamenti rettangolari, dietro i quali si trovano quattro condensatori Slit-Foil BHC a basso ESR di fabbricazione britannica e due banchi da 16 transistor l’uno.
Distorsione armonica totale inferiore a 0,018 %, distorsione di intermodulazione inferiore a 0,03 %, fattore di smorzamento 200, sensibilità ingresso linea XLR / RCA pari a 1,85V / 3mV, impedenza di ingresso RCA/XLR 12,5 kOhm / 100 kOhm, risposta in frequenza 10 Hz – 100 kHz (+0/-0,5dB), rapporto S/R (pesato A) 120 dB, guadagno 30dB XLR. Essendo monofonici va da sé che occorra un acquisto in coppia, che qui si attesta attorno a 13.000€. Link a Rotel.
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