La batteria costituisce la base ritmica che anima l’ossatura della musica leggera. Questo perché, nonostante le riduzioni e le liquefazioni di certe produzioni odierne, la batteria resta un fondamento tanto sonico quanto musicale. Proprio per questo motivo, non pare un errore soffermarsi attentamente sul suono dell’impianto hi-fi in quanto a resa della batteria. Come è possibile, infatti, costruire una buona melodia, se la ritmica non è ben rappresentata nell’alta fedeltà?
Visto il notevole interesse rivestito dal precedente servizio a proposito dei migliori pezzi di batteria, scritto con l’amico Corrado Bertonazzi, abbiamo pensato a quale potesse essere un impianto di riferimento nel rappresentare queste sonorità.
Abbiamo voluto evitare amplificazioni e diffusori eccessivamente esosi. Abbiamo, invece, cercato di costruire un impianto caratterizzante componenti di fascia media. La ricerca dei prodotti, però, non è risultata semplice, anche vista la penuria di materiale presso i negozi, soprattutto se appartenente alla gamma mediana. La componentistica hi-fi, poi, come è noto, si sceglie dall’orecchio e per il gusto di ciascuno, fatti che rendono molto complesso il consiglio.
Nonostante questo, l’impianto che si propone di analizzare è un buon esempio di come possa essere un’ottima riproduzione della batteria. Insieme a questa, una valida resa, precisa ed esuberante, della ritmica rock.
Nati per la batteria e per l’impatto
Il primo obiettivo posto era presentare un impianto che non superasse i 1500€ singolarmente per amplificazione e diffusori. Siamo, così, ricaduti sulle ottime Klipsch RP-8000F, modello di fascia medio-alta del brand statunitense, molto apprezzato fra le Premiere.
Per quanto riguarda l’amplificazione, abbiamo scelto un integrato caloroso, e capace di esibire una certa corrente. L’Advance Xi125 è parso, fin da subito, un ottimo partner per le Klipsch poiché, come vedremo più avanti, perfettamente in grado di portare in superficie il loro alto sopraffino e tirato, ma conferendogli una distinta schiena sui medio-bassi.
Altre amplificazioni testate con questi diffusori, infatti, non hanno reso possibile un apprezzamento rispetto alle qualità di queste che, nonostante il rodaggio ancora non ultimato, risultavano gridate sugli alti e asciutte in basso. Con il Xi125, invece, la musicalità è subito parsa convincente.
Non abbiamo volutamente preso troppo in considerazione le sorgenti, soffermandoci sull’accoppiata ampli-diffusori. Per comodità ci siamo basati sul Pioneer PD30AE.
Per quanto concerne la musica, l’assunto risiedeva nella ricerca della massima completezza e varietà ritmica. Si è passati dal martello di Sunday Bloody Sunday degli U2 alla ritmica lurida di Saturday Night Special dei Lynyrd. Molto interessante, poi, il lungo assolo perfettamente restaurato di John Bonham in Dazed and Confused, dove la potenza del live e di quella batteria indemoniata saltano con livore fuori dai woofer. Ricercando una base vellutata ed intellegibile siamo passati, infine, dalle parti degli ARS con Angel.
Klipsch e Advance Paris: sposare le cause altrui
L’accoppiata, è proprio il caso di notarlo, si è mostrata vincente, in grado di dialogare con sintonia e garantire a piene mani una musica piena e gustosa. La freddezza, solo apparente, delle Klipsch, che, prima di farsi conquistare, chiedono una conoscenza approfondita e libera da qualsivoglia preconcetto, si è sposata con quella rotondità, quel suono cedevole e amabile del francese.
L’Advance Xi125 non è, evidentemente, l’appena nato A10 Classic che, sono certo, avremo modo di provare in futuro ma, stando alla casa, i due sono affini e costituiscono uno la prosecuzione storica dell’altro.
La batteria è, in ogni caso, sontuosa, ma a colpire è l’equilibrio. Una sezione ritmica a portata di mano: calorosa e esuberante con gli Zeppelin dal vivo, ma morbida e precisa sugli alti con gli ARS, con una credibile resa dei piatti e dei suoni più leggiadri.
Certo, ci sono diffusori ed amplificazioni in grado di gestire queste sonorità in maniera più raffinata, o coerente musicalmente. Nonostante tutto, però, si tratta di una coppia che sa distinguersi, proprio per questo suo vitale dinamismo tanto nel corpo, nel suono battente e profondo della grancassa, come nel ticchettio, nella resa di quel fiotto medio-alto che fiorisce, con tenerezza, dalla musica.
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