Sono precisi, ben costruiti e restituiscono bassi agili e un soundstage ampio. Eppure i Rega RX1 non ci hanno convinti del tutto. Ecco perché.
Come per qualsiasi diffusore, anche per i Rega RX1 ci sono dei compromessi e c’è soprattutto una domanda che continuava ad assillarci mentre testavamo questi eleganti speaker da circa 1000 euro: perché non siamo entusiasti di ciò che stiamo ascoltando?
Costruzione
Questi diffusori da scaffale a 2 vie non passano certo inosservati, anche grazie alla particolare configurazione con il tweeterr posto in basso e il driver di bassi e medi posizionato subito sopra. Sono diffusori in grado di inserirsi bene in qualsiasi ambiente domestico, con in più una solida costruzione e un cabinet più grande rispetto a quello utilizzato per la serie precedente, costruito con uno strato di 18 mm in MDF e ricoperto da un legno con belle venature.
Si vede che il produttore britannico ha badato più alla qualità di costruzione che non alla sola apparenza esterna. Il manuale suggerisce di sperimentare nel posizionamento dei diffusori e così abbiamo fatto, cominciando il nostro test posizionandoli prima a un metro e poi a due metri dal muro, per poi trovare il giusto compromesso avvicinandole ulteriormente al muro.
Una soluzione che risulta ideale pur avendo a disposizione una stanza piuttosto ampia e che farà piacere a chi prevede il posizionamento dei due diffusori in un ambiente d’ascolto ben più piccolo del nostro. Il nuovo driver DX 125 per medi e bassi è realizzato con un cono in carta rinforzata, ma anche il tweeter Rega ZRR è nuovo rispetto alla precedente generazione di RX1.
Qualità audio
Abbiamo cominciato il nostro test con Rounds dei Four Tet e la nostra attenzione è stata subito catturata dall’eccezionale timing espresso da questi due diffusori. Anche grazie alla notevole abilità nell’organizzare il suono, i Rega RX1 non perdono nemmeno una battuta e restituiscono in modo preciso e ritmicamente perfetto ogni linea di synth e tutti i sample elettronici dell’album
A questo punto ci siamo chiesti se un’intera orchestra potesse incontrare difficoltà nel rendere al meglio queste caratteristiche. Nient’affatto. Basta ascoltare Planets di Gustav Holst ed ecco che l’intera suite viene “mappata” dai Rega RX1 alla perfezione, con un timing perfetto nella parte più vorticosa e dinamica dedicata a Mercurio.
A mancare è se mai un po’ di corpo. Lo si nota meno quando i diffusori sono vicini al muro e un po’ di più quando invece si trovano in mezzo alla stanza, ma in entrambi i casi questa sensazione è comunque presente. Le frequenze più basse sono sufficientemente agili, ma con entrambe le registrazioni prese in esame peccano un po’ in autorità e non restituiscono quel carattere ”decisionale” che ci saremmo aspettati.
I limiti dei Rega RX1 risultano ancor più evidenti quando si passa all’analisi delle voci. In Baltimore di Nina Simone ad esempio è come se mancassero quegli armonici in gamma bassa che permettono di credere che sia una vera voce quella che stanno ascoltando. È come se i diffusori fossero un po’ troppo “leggeri” e avessero quasi il timore di far sentire la propria autorità.
La sensazione che emerge dall’ascolto è la difficoltà che hanno i Rega RX1 di ispirarci e di rendere davvero credibili i brani in ascolto. Una canzone come Black Math presa da Elephant dei White Stripes è resa apparentemente in maniera perfetta, con tutti gli elementi al loro posto. Eppure, a un ascolto più attento, ecco che ci si accorge di come vanga a mancare quella grinta in grado di rendere l’ascolto più emozionante e più fedele all’anima del brano.
I Rega RX1 riescono a fare bene molte cose, ma è come se la somma di questi pregi non riuscisse a dare vita a un sound in grado di ispirarci e di convincerci al 100%. Ci accorgiamo comunque di un miglior bilanciamento quando passiamo dall’amplificatore Gamut D200i al [amazon_textlink asin=’B005VPX79U’ text=’Rega Brio’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’6d93b0d9-4901-11e7-8924-c1034d7135a4′], che inietta nei diffusori un po’ di quell’impeto che era mancato finora. Anche con questo cambio però il carattere poco deciso e un po’ timido dei Rega RX1 non viene completamente trasformato e reso più aggressivo e autoritario.
Come ultima prova abbiamo ascoltato gli stessi brani con i meno costosi (ma eccellenti) [amazon_textlink asin=’B016WCPPKE’ text=’Dynaudio Emit M20′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’813cce11-4901-11e7-9027-e57c2270244d’], che rientrano comunque in una fascia di prezzo vicina a quella dei Rega RX1 (700-1000 euro). Gli M20, pur non raggiungendo la spazialità degli RX1, sono in grado di organizzare gli strumenti in modo convincente e, soprattutto, mettono in mostra il giusto livello espressivo facendo sentire la musica finalmente viva.
Verdetto
I Rega RX1 hanno indubbiamente diversi pregi e, se accoppiati nel modo giusto (un Rega Brio sarebbe l’ideale), guadagnano in parte quel corpo e quella vitalità che altrimenti vengono a mancare in modo piuttosto evidente. In ogni caso gli RX1 non sono i migliori diffusori da scaffale che ci sentiamo di consigliare se avete un budget attorno ai 1000 euro.
© 2017, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Rega RX1
Il nostro verdetto
Sono precisi, ben costruiti e restituiscono bassi agili e un soundstage ampio. Eppure i Rega RX1 non ci hanno convinti del tutto. Ecco perché.
Pro
Timing preciso e buona organizzazione degli strumenti
Bassi agili
Buona flessibilità nel posizionamento
Contro
I bassi mancano un po’ di autorità
Peccano in vitalità
Scheda tecnica
Sistema a 2 vie
Impedenza Nominale: 8 Ohm
Tweeter: Rega ZRR
Driver bassi e medi: DX-125
Bass reflex
Sensibilità: 89dB
Potenza massima: 80W per canale
Dimensioni: 34.4 x 17.3 x 26cm
Peso 5.8Kg
Prezzo: 990 euro
Sito del distributore italiano: www.regaitalia.it