Questo articolo nasce dalla considerazione che il vecchio detto che recita che “Chi più spende meno spende” è quanto mai applicabile in qualsiasi campo, poiché in generale, qualunque acquisto si decida di fare maggiormente se l’investimento è elevato, non sarebbe male tenere a mente cosa esattamente stiamo per acquistare, quali le eventuali alternative e se sia o meno il caso di risparmiare per un oggetto che potrebbe rivelarsi essenziale ai fini del risultato sonoro desiderato.
RAPPORTO Q/P: alla ricerca dell’affare
Non è la prima volta che mi trovo a dovermi esprimere relativamente a quanto sia opportuno investire per l’acquisto di un prodotto HIFI, sia quale dispensatore di consigli in qualità di appassionato e conoscitore sia, o forse soprattutto, perché non essendo un commerciante è logico che i miei consigli sono totalmente disinteressati.
Ebbene, una delle prime informazioni che cerco di procurarmi è quella attinente al budget a disposizione, proprio col preciso fine di poter individuare un rapporto Q/P massimamente conveniente. Abbiamo già visto in un precedente articolo come sia possibile dotarsi di un buon sistema senza necessariamente svenarsi, qui però il concetto è diverso, leggermente borderline se vogliamo, perché ha a che fare non tanto con la decisione di spendere quanto con quella di aumentare la cifra destinata all’investimento alla luce delle maggiori qualità possedute da un oggetto analogo.
Può capitare, in effetti, di ritrovarsi a decidere tra due oggetti di diverso marchio che magari – a fronte di un prezzo leggermente diverso – vantano caratteristiche piuttosto interessanti se posti a confronto: peccato che l’alternativa costi qualcosa in più. A causa di queste caratteristiche il famoso rapporto Qualità/Prezzo assume una notevole importanza, fino a diventare essenziale per la scelta, perché è chiaro che se spendendo poco di più è possibile dotarsi di un prodotto con caratteristiche superiori, che ve lo dico a fare?
Il dilemma è: quanto “di più” è lecito investire?
RAPPORTO Q/P: due al prezzo di uno
Tutti noi vediamo la TV e quindi conosciamo il noto sistema di marketing che consente di prendere più pezzi a fronte del costo di un singolo esemplare: biscotti, bibite, scatolame vario, detersivi ed altro che ogni tanto beneficiano di questa politica che intende far leva sulla convenienza; logico, se pago lo stesso prodotto il 50% è molto meglio, le finanze ne risentono positivamente ed ho addirittura fatto un affare. Peccato che questo tipo di marketing così aggressivo – e talvolta lo è in modo quasi sospetto, tanto da indurre a considerazioni circa i reali costi di determinata merce – non sia applicato al nostro settore (vi piacerebbe eh?) per cui, è necessario aggirare l’ostacolo in altro modo, ovvero massimizzando la spesa.
Ora, nel nostro campo il “due al prezzo di uno” potrebbe essere identificato allorquando – e capita talvolta – un determinato prodotto racchiuda in se funzioni parecchio più numerose ed utili di una altro prodotto analogo.
Qualche tempo fa – anche io ogni tanto mi trasformo in acquirente – mi sono messo alla ricerca di un amplificatore senza troppe pretese da inserire in un secondo impianto. Ovviamente, o forse purtroppo, a causa delle abitudini sviluppate nel cammino di questa splendida passione, non nego di aver fatto un po’ di fatica nell’identificare il prodotto che potesse soddisfare le mie necessità. Vuoi per un motivo vuoi per un altro, ogni esemplare preso in considerazione si presentava bene o male identico agli altri, in qualche caso perfino lo stampato rivelava un’origine comune (ma per questo esiste una spiegazione, non necessariamente negativa tra l’altro) ma alla fine della fiera, come si suole dire, pochi erano gli elementi in grado di orientare la scelta.
Gira che ti rigira, alla fine, sono approdato ad un marchio più che noto (che non citerò perché non è questo il nocciolo del discorso) il quale, a prescindere dal più che pesante contributo fornito alla storia dell’alta fedeltà, sembrava essere davvero in grado di ergersi su tutti gli altri. Motivo? Presto detto: costruzione sopra le righe, componentistica selezionata, soluzioni tecnologiche oggettive e non rivendicate tanto per dire, scarsa presenza di plastica come riscontrabile nella pratica maggioranza dei suoi concorrenti – qui un bell’articolo che potete leggere – in pratica, se non propriamente costruito come una volta (sarebbe costato molto di più) era comunque davvero ben fatto.
Il prezzo? Almeno un 20% più alto dei concorrenti. Tanto? Non direi, soprattutto alla luce delle qualità tecnico-costruttive ed ovviamente sonore possedute e mostrate, ragioni che mi spinsero a preferirlo pur dovendo alzare il budget inizialmente stabilito.
RAPPORTO Q/P: la realtà dei costi
Parecchi anni fa, una ben conosciuta rivista di settore ancora oggi presente nelle edicole, pubblicò un interessante reportage relativo alla genesi del listino prezzi di un noto produttore di amplificatori. All’epoca, la cara e mai dimenticata lira era la valuta di riferimento e l’articolo si proponeva di chiarire quale fosse il percorso che – a partire dalla fabbricazione – portasse al costo finale di un prodotto.
Fornitori delle materie prime, lavorazioni meccaniche e progettazione – non necessariamente in questo ordine – erano gli elementi principali dai quali si iniziava ad abbozzare il costo. A questi si aggiungeva la giusta remunerazione del produttore, quella del distributore, quella del rivenditore cui – infine (?) – si sommava quella del rivenditore finale: insomma, dalle iniziali 100.000 lire si arrivava ben presto alla cifra di 1.000.000 riportata sul listino in corrispondenza del modello preso in esame; in pratica la cifra decuplicava.
Chiaramente nessuno regala nulla e la qualità si paga – come è giusto che sia – ma capita che alcuni prodotti vantino in concreto qualità superiori offerte a prezzo leggermente più alto, è in questi casi che occorre drizzare bene le antenne cercando di individuarne le potenzialità.
Oggidì le cose sono in parte cambiate, molti dei costi si sono ridotti in virtù della convenienza economica dovuta all’esternalizzazione dell’intera produzione – o parte di essa – e dalla scomparsa dei troppi intermediari all’epoca presenti sulla strada dell’acquirente. Non è infrequente, infatti, reperire prodotti direttamente venduti dal produttore attraverso un sito di e-commerce all’uopo istituito, inclusa la spedizione cui molto spesso – quando non sempre – si aggiunge la garanzia “soddisfatti o rimborsati” (da non confondere col diritto di recesso) qualcosa che fino a qualche anno fa era semplicemente impensabile e che ha spazzato via le interminabili discussioni che nascevano col rivenditore.
RAPPORTO Q/P: conclusioni
Come suggerito all’inizio del presente articolo, la maggiore cifra da sborsare per entrare in possesso di un prodotto maggiormente dotato è logicamente una valutazione che deve fare l’acquirente finale, sia alla luce della effettiva convenienza sia in relazione alla prospettiva d’uso e di durata potenzialmente esprimibile dal dispositivo scelto.
Costruzione e prestazioni superiori ottenibili con un investimento maggiore – a volte davvero minimo – devono essere gli spunti valutativi del prezzo richiesto; diciamo che prevedere uno scostamento di circa il 15/20% dal budget dovrebbe essere la regola, evitando di imporsi limiti eccessivamente stringenti che potrebbero impedire un acquisto sicuro e soddisfacente a fronte di un esiguo e sovente fittizio risparmio.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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