Pulp Fiction, opera seconda di Quentin Tarantino, approderà in edizione UHD steelbook in tempo per Natale. Con audio italiano “retrocesso”
Pulp Fiction, opera seconda di Quentin Tarantino nonchè palma d’oro a Cannes nell’oramai lontanissimo 1994, latitava dai lidi dell’home video – almeno in Italia – da parecchio. Più o meno dai tempi delle edizioni su Blu-ray liscio proposte dalla Eagle Pictures prima e dalla Paramount Pictures dopo, quando i diritti di sfruttamento sono rientrati definitivamente in patria. Nota più di curiosità che altro, l’edizione Paramount aveva mantenuto l’audio italiano in DTS-HD Master Audio 5.1: evenienza che definire rara sarebbe un eufemismo.
Non stupisce quindi l’annuncio della prossima uscita, il 12 dicembre, di Pulp Fiction su supporto Blu-ray Ultra HD. L’edizione, ovviamente curata da Paramount Pictures, sarà un disco “universale”, comune al mercato USA ed a quello europeo. Lo stesso sarà disponibile in un’elegante edizione steelbook – di cui presentiamo la preview qui sotto – unitamente ad un trattamento HDR inclusivo della modalità Dolby Vision. La parte spiacevole riguarda l’audio, naturalmente, ove l’italiano appare downgradato al Dolby Digital 5.1.
Cosa che da un lato dispiace, vista la presenza del DTS-HD sulla controparte Blu-ray la quale – quasi sicuramente – accompagnerà l’edizione 4K in questione. Dall’altro, però, nemmeno si può giudicare troppo severamente visto quanto accaduto a francesi e giapponesi, “ridotti” ad un semplice Dolby 2.0. Anzi, considerato come mix e doppiaggio originali provengano da Cecchi Gori – il quale di solito non sgancia i diritti così facilmente, vedi il caso Heat – non ci è andata nemmeno troppo male. Non commentiamo invece la solita via preferenziale tedesca la quale – c’erano forse dubbi? – mantiene l’audio lossless.
Resta il doveroso dubbio di quanto potesse essere – effettivamente – difficile “trascinare” il file della traccia DTS-HD italiana, già presente nel progetto del vecchio Blu-ray, all’interno del nuovo authoring UHD. Un’operazione dispendiosa come poche – immaginiamo – se addirittura è stato giudicato più conveniente ricomprimere il materiale originale a Dolby Digital. Salvo poi dover fare la medesima operazione. Trattasi di misteri dell’universo che nessuno (ci) svelerà mai.
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