La smania del possesso, circostanza in cui fin troppo spesso l’appassionato medio ricade, porta talvolta a scelte davvero scellerate riguardo al posizionamento dei componenti di un impianto ad alta fedeltà.
Componenti impilati senza la minima logica, valvolari inseriti in mobili chiusi, diffusori disposti in modo asimmetrico, sono solo alcuni degli incredibili esempi riscontrabili più di frequente negli impianti di certi appassionati. Basta farsi un giro nella sezione di un forum destinata alla pubblicazione delle immagini del proprio sistema per sincerarsene. Si avrà modo di scoprire che molte persone, e non parlo solo dei neofiti, pur di avere l’oggetto del desiderio sono disposti a metterlo nelle peggiori condizioni – avete letto bene – affinché lo sforzo economico affrontato per l’acquisto sia massimamente vano.
Ora, dico io, tutti noi siamo stati presi prima o poi dall’incontenibile voglia di acquistare un apparecchio che, oggettivamente, non era adatto al nostro ambiente; come vedreste una coppia di Klipschorn in un ambiente di 15 mq? Ed una coppia di elettrostatiche a ridosso del muro? Solo per citare alcune della aberranti immagini rintracciate in giro per il web. Male dite? Eppure alcuni lo fanno, acquistano senza problemi diffusori enormi e li piazzano in spazi ridotti. Presi dal sacro fuoco delle valvole – affermazione che potrebbe davvero diventare letterale – piazzano un bel finale con 4 corpose KT88 all’interno di un mobile oppure, meglio ancora, un bel giradischi sopra l’amplificatore quando non sopra ad un
diffusore. A tal proposito, sono piuttosto comuni foto di sistemi composti da amplificatore e giradischi poggiati su un mobile con di fianco i diffusori, i quali attenzione, non sono del tipo a pavimento, ma dei bookshelf posti sul medesimo ripiano su cui poggiano le elettroniche!! Poi magari ci si lamenta del feedback! Insomma, a prescindere dal WAF – ovvero quel Wife Acceptance Factor che intende il limite imposto dal coniuge nella gestione/posizionamento del sistema ad alta fedeltà – un impianto DEVE essere messo nelle condizioni migliori di esprimere le proprie prestazioni, diversamente avrete solo gettato soldi dalla finestra.
E venendo finalmente all’argomento principale di questo articolo, vediamo in breve quali sono le cautele da mettere in atto nella scelta di un diffusore e del successivo inserimento in ambiente.
Ascoltali prima di comprarli
Ascolto ante acquisto: metto all’inizio questo aspetto – a mio avviso imprescindibile – poiché acquistare un diffusore basandosi esclusivamente sul sentito dire, su quanto letto in giro per il web e sulle recensioni (ebbene sì anche le nostre), è quanto meno rischioso e presta il fianco a potenziali delusioni. Il diffusore è l’interfaccia ultima tra il sistema hifi e le vostre orecchie e sbagliare la scelta, potrebbe rivelarsi oltremodo dannoso inficiando le prestazioni di elettroniche altrimenti ottime. Parlo per esperienza, a parità di impianto, il cambio dei diffusori può portare a risultati inattesi.
La tipologia dei diffusori
Tipologia: a sospensione pneumatica ormai quasi scomparsa, la maggior parte degli odierni diffusori sono reflex, tecnologia altamente efficace nel caricare la parte più bassa dello spettro ma che proprio in virtù di tale aspetto, ovvero della presenza del tubo d’accordo frontale o posteriore, deve essere attentamente valutata in base allo spazio disponibile. Addossare un diffusore reflex con accordo posteriore alla parete non è una buona idea, soffochereste l’emissione riducendo notevolmente la prestazione in basso. Idem dicasi nel caso decideste di piazzare due bookshelf a ridosso della parete posteriore inseriti in una libreria. Quindi, tranne che non disponiate di un certo spazio posteriormente al diffusore, sceglietene uno con accordo frontale. Esistono altre tipologie di caricamento della gamma bassa – linea di trasmissione, reflex passivo tra le più gettonate – che in qualche modo possono essere preferite in virtù delle loro prestazioni caratteristiche, ma diciamo che il reflex la fa da padrone.
Diffusori, a quante vie?
Numero delle vie: a mio parere meno è meglio. Astrattamente parlando, l’altoparlante ideale è unico ed in grado di riprodurre l’intera gamma audio. Diciamo quindi che due vie potrebbe essere la soluzione, un frazionamento eccessivo (4/5 vie) porta a filtri complessi non sempre all’altezza e di difficile implementazione. Da qualche tempo si sono riaffacciati sul mercato i tre vie, che dopo un certo oblio hanno mostrato, se ben progettati, di poter dire la loro senza problemi. Attenzione che due vie non significa due altoparlanti – i miei diffusori sono a due vie ma hanno ben sette altoparlanti (!) – ma fa riferimento al fatto che l’intera banda è divisa in due parti ed affidata a drivers differenti, ovvero specializzati.
Le dimensioni dei diffusori
Dimensioni: qui un po’ mi viene da ridere. Qualcuno sostiene che un diffusore più è grande e meglio è, ed io sono d’accordo, seppure in parte. Se vi siete letti l’articolo intitolato Alta (In)Fedeltà pubblicato di recente (se non lo avete fatto ora ne avete la possibilità) sapete che non amo particolarmente i diffusori piccoli, li trovo incompleti, insoddisfacenti in gamma bassa e per tale motivo potenzialmente squilibrati a livello timbrico. In ogni caso i diffusori hanno fatto davvero passi da gigante e anche modelli aventi dimensioni medie vantano una risposta in basso piuttosto completa, in qualche caso sorprendentemente completa. Logico comunque che le dimensioni fisiche vanno di pari passo con la presenza in basso, altrettanto logico che dovete considerare il vostro ambiente evitando, come scritto all’inizio, inserimenti forzosi di grandi diffusori in ambienti oltremodo piccoli.
Il posizionamento dei diffusori
Posizionamento: ed eccoci giunti al punto. Dove li metto? Come li metto? Che distanza di ascolto devo considerare? Facile: li mettete frontalmente al punto di ascolto, distanziati almeno di 1.8/2 metri al fine di ottenere un palcoscenico virtuale ampio e credibile e per quanto riguarda la distanza di ascolto, avendo a mente il famoso triangolo ai cui vertici si trovano i diffusori e lo sweet spot come lo definiscono gli inglesi, questa dovrebbe essere uguale o superiore alla distanza che separa i diffusori, grosso modo un triangolo equilatero quindi; sperimentare posizioni differenti non è comunque male, potrebbero spontaneamente risolversi problemi legati a riflessioni ambientali. Tenete poi presente che alcuni diffusori non devono essere angolati verso il punto d’ascolto, e comunque devono essere assolutamente paralleli tra loro pena ritardi temporali dovuti alla diversa distanza. Ed il posizionamento a ridosso della parte posteriore o ad angolo? Nel caso siate costretti a collocarli in una di queste due modalità, ricordate che otterrete un notevole rinforzo alle basse frequenze (circa +3 dB/ridosso parete e +6dB/angolo), cosa che potrebbe aiutarvi in caso di diffusori non troppo generosi in basso. Nell’ultimo caso, la parete di fianco limiterà necessariamente l’ampiezza dell’emissione, circostanza in cui una rotazione di pochi gradi verso il punto d’ascolto potrebbe aiutare.
In conclusione, vi suggerisco caldamente di ascoltare sempre un diffusore prima della acquisto, di fidarvi delle vostre orecchie – giudice ultimo a prescindere dal letto/sentito dire, anche perché il loro suono deve soddisfare voi – evitando successivamente di mortificarne le prestazioni con posizionamenti improbabili, derivazione di quella smania di possesso cui alludevo all’inizio dell’articolo.
Come sempre, ottimi ascolti!
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