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Plinius Reference M-10/Reference A-300: che meraviglia!

plinius

Era da tempo che non ascoltavamo una combo pre-finale così esaltante come quella composta dai Plinius Reference M-10 e Reference A-300.

Se l’idea di spendere circa 35000 euro per un amplificatore stereo separato vi fa sobbalzare dalla sedia, comprendiamo appieno; è un’enorme somma di denaro che potrebbe facilmente essere usata per una nuova auto o per una caparra di una casa nuova. Ma se si tratta di un amplificatore e non di quattro mura, e rimanendo su cifre simili (e quindi per pochi fortunati), non abbiamo ascoltato molte altre proposte migliori di questa combinazione pre-finale Reference M-10/A-300 di Plinius. Come infatti suggerisce il Reference nel nome, questi due componenti separati sono il top della gamma del brand neozelandese, i cui prodotti sono distribuiti in Italia da NewAudio.

Caratteristiche

C’è davvero poco da dire qui a livello di funzionalità o di chissà quali trovate “smart”. Il Reference M-10 è un preamplificatore purista e molto tradizionale. È un’unità dual-mono con un design elettronico completamente discreto che evita l’uso di circuiti integrati nel percorso del segnale, che secondo Plinius non suonano bene come i componenti discreti.

La configurazione dual mono del preamplificatore aiuta a mantenere invariati i percorsi dei segnali dei canali sinistro e destro, aiutando così l’immagine stereo e la coerenza complessiva. Il tema centrale di ogni aspetto del progetto elettronico dell’M-10 è quello di offrire il suono più trasparente e fedele possibile. È stata inoltre prestata molta attenzione a ridurre al minimo i livelli di rumore e a ridurre la distorsione. Non c’è carenza di connessioni analogiche grazie ai sei ingressi di linea, tre dei quali possono essere commutati da RCA single-ended a XLR bilanciati. Il Plinius Reference M-10 ha persino un ingresso home cinema dedicato che ignora il controllo del volume e rende più semplice l’integrazione dell’M-10 in una configurazione multicanale.


Per quanto riguarda le uscite, ci sono tre coppie stereo in totale, con la possibilità di switchare due di esse a XLR bilanciate. Un livello di uscita massimo di 7V per l’opzione single-ended e il doppio per quella bilanciata significa che l’M-10 può gestire praticamente qualsiasi amplificatore di potenza senza problemi. C’è poi uno switch per il guadagno sul pannello posteriore per rendere il pre meno pignolo sulla corrispondenza del sistema. Una volta scelto il valore di guadagno ottimale per l’amplificatore di potenza scelto come partner (è possibile scegliere tra 0 dB e + 12 dB), il controllo del volume dell’M-10 consente ancora un’elevata regolazione (abbiamo comunque scelto di lasciarlo su 0dB per l’uso con l’RA-300).

Non troverete invece alcun ingresso digitale qui e non possiamo dire che siamo delusi. Tali input possono sì essere utili, ma in questa fascia di mercato dobbiamo ancora imbatterci in un prodotto che mischi circuiti analogici e digitali senza una sorta di ovvio compromesso sonoro. Se proprio avete bisogno di input digitali, vi consigliamo di acquistare un DAC dedicato come l’eccellente Chord Hugo TT2 (circa 5000 euro), piuttosto che optare per un’alternativa all’M-10 di fascia alta che faccia entrambe le cose.

Passando al finale Reference A-300, si tratta di un componente più “semplice” (almeno esteriormente) rispetto al pre, come d’altronde tendono a essere tutti gli amplificatori di potenza. Definire “bestia” questo finale è un termine più che appropriato e non centro dispregiativo. Parliamo infatti di una potenza di 300 W per canale su 8 Ohm quando viene utilizzato come unità stereo e di ben 1 kilowatt quando configurato come monoblocco.

Il passaggio tra la modalità stereo a quella mono avviene tramite un selettore sul pannello posteriore che regola anche la scelta tra ingressi single-ended e XLR bilanciati. Sempre sul retro troviamo quattro coppie di terminali per diffusori di alta qualità per semplificare il biwiring. Sul pannello frontale, accanto al pulsante di standby, c’è invece il controllo per cambiare il circuito dell’A-300 dal funzionamento in Classe A/B alla pura Classe A. Fare questo però vi renderà molto popolari agli occhi del vostro fornitore ci elettricità. Il consumo energetico in modalità idle passa infatti da 184 W a 1,1 kW, ma cambia in modo significativo (e per fortuna in meglio) il carattere sonoro dell’A-300.

Costruzione

Proprio come ci aspettavamo da un’accoppiata così costosa, la costruzione di entrambi questi prodotti è eccellente. Queste unità danno la sensazione di poter durare per decenni e, almeno ai nostri occhi, riescono a raggiungere un invidiabile equilibrio visivo tra appariscente ed elegante. Avrete poi bisogno di molto spazio. L’M-10 ha dimensioni notevoli, essendo insolitamente alto e profondo per un preamplificatore e, quindi, assicuratevi che il vostro rack possa ospitarlo. Non sorprenderà scoprire che pure l’A-300 è un finale enorme, con quel possente dissipatore di calore così vitale per mantenere le temperature a livelli accettabili che colpisce immediatamente la vista.

Se però scegliete di far funzionare l’amplificatore di potenza in modalità Classe A, anche questi dissipatori di dimensioni così considerevoli si scaldano fino a un punto in cui diventa difficile toccarli a lungo. Eppure, c’è un lato positivo in tutto ciò visto che con una tale quantità di calore sprigionata potrete abbassare il riscaldamento in salotto in inverno (esageriamo naturalmente, ma giusto per far capire quanta potenza riesca sprigionare questo finale). Entrambe queste unità di Plinius sono poi decisamente massicce, con il preamplificatore che pesa di 16 kg e il finale che raggiunge i 57 kg. Ecco perché non vi conviene sollevare l’A-300 se siete da soli.

Qualità audio

I due componenti necessitano di un paio di giorni di utilizzo prima che il loro carattere sonoro si stabilizzi. Qualsiasi amplificatore di questo livello ha poi bisogno di partner di talento per brillare e questa combo pre/finale non è diversa. Per i test decidiamo di utilizzare le nostre soliti sorgenti audio di riferimento, ovvero lo streamer Naim ND 555/555PS streamer e il giradischi SL1000-R di Technics, mentre per i diffusori la scelta è caduta come al solito sugli SCM 50 di ATC. L’M-10 è un preamplificatore di linea e quindi optiamo per la combinazione Phono Signature/PSX-R2 di Cyrus come stadio phono per il collegamento del Technics.

Ascoltiamo subito La Sagra di primavera di Stravinsky e non è una sorpresa scoprire che questo abbinamento di Plinius offre un suono ricco in ampiezza e autorevolezza. D’altronde come può fare diversamente un amplificatore con una potenza tale? Tutto ciò però non si riferisce al solo volume, ma i nostri diffusori ATC riescono a fornire alti livelli di volume con ancora più compostezza rispetto a quando sono pilotati dal nostro solito amplificatore di riferimento (il pre-finale D3i/D200i di Gamut).

Questa caratteristica così muscolare si avverte chiaramente nella facilità con cui questo duo di Plinius restituisce le selvagge oscillazioni della musica e l’assalto quasi fisico che sentiamo durante i crescendo. Il tutto è arricchito da un incredibile livello di agilità. Ne esce un sound veloce e frenetico quando la musica lo richiede, ma durante le sezioni più tranquille è come se i due Plinius calassero di una marcia e diventassero più composti in modo assolutamente naturale.

Siamo poi impressionati dal modo in cui questa coppia eroga le basse frequenze, che risultano meravigliosamente profonde ma rimangono saldamente solide e tese. Non c’è carenza di agilità qui, con suoni di fascia bassa tracciati con precisione e presentati con un livello di consistenza e aderenza che è sorprendente. L’immagine stereo è poi impressionante. È ampia, ben focalizzata e incredibilmente stabile, a prescindere da quanto la musica richieda o il volume sia elevato. Abbiamo ascoltato amplificatori che danno più spazio alla profondità dell’immagine, ma pochi che possano radicare strumenti e suoni con tale sicurezza e determinazione.

Da un punto di vista timbrico questo accoppiamento targato Plinius si trova su un versante piuttosto neutro se si configura l’amplificatore in modalità Classe A/B. Con questa impostazione non c’è carenza di corpo o sostanza sonora, mentre passare alla Classe A rende la presentazione un po’ più piena e dolce, con un tocco di calore in più che però non senza sacrifica troppo la reattività. La gamma media in particolare suona incantevole, corposa ed espressiva.

Ma non è tutto rosa e fiori. Notiamo che la gamma bassa diventa un po’ più morbida (sebbene sia ancora eccellente) e non possiamo tenere traccia delle note di basso complesse con altrettanta facilità. Complessivamente il suono è un po’ più nitido e agile in Classe A/B, anche se meno invitante rispetto alla Classe A. La nostra preferenza cambia a seconda di ciò che ascoltiamo, il che suggerisce che la scelta tra le due modalità si ridurrà al gusto personale, alla qualità di registrazione della musica e agli altri componenti del sistema.

Ascoltiamo Nevermind dei Nirvana e questi Plinius si sentono perfettamente a loro agio. La voce di Kurt Cobain su Smells Like Teen Spirit viene trasmessa con passione e aggressività intatte e questi due componenti fanno un lavoro favoloso nel rivelare le sfumature e la grinta nella sua voce. Raramente abbiamo sentito inoltre un amplificatore così muscoloso tracciare così bene il timing di un brano. La maggior parte delle alternative di fascia alta scambia questo aspetto con la massima raffinatezza, stabilità o neutralità tonale, ma questo non è il caso dei Plinius.

Verdetto

Siamo senza dubbio di fronte a uno degli amplificatori più capaci ed eccitanti che abbiamo ascoltato da molto tempo a questa parte. Aggiungete la superba risoluzione dei dettagli, la capacità di tracciare più fila degli strumenti con facilità e un livello di trasparenza altissimo e avrete un esecutore musicale di livello assoluto. Nessuno deve per forza spendere così tanti soldi per un amplificatore separato, ma se fossimo ricchi e avessimo un sistema in grado di sfruttare al meglio questi Plinius, potremmo davvero essere tentati di portarcelo a casa.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
5

Sommario

Era da tempo che non ascoltavamo una combo pre-finale così esaltante come quella composta dai Plinius Reference M-10 e Reference A-300.

Pro
Grande autorità e potenza
Timing e dinamiche eccellenti
Costruzione impeccabile

Contro
Prezzo per pochissimi
Necessita di sorgenti e diffusori di egual valore per essere sfruttato al meglio

Scheda tecnica
Plinius Reference M-10
Ingressi: 3x stereo RCA, 3 x RCA/XLR bilanciato, HT (RCA)
Uscite: RCA, 2 x RCA / XLR bilanciato
Guadagno: 0dB e 12dB
Dimensioni: 17 x 51 x 48 cm
Peso: 16 Kg
Plinius Reference A-300
Tipo: Stereo/mono
Potenza in uscita: 300W per canale su 8 Ohm (stereo)
Ingressi RCA e XLR bilanciati
Dimensioni: 29 x 51 x 55 cm
Peso: 57 Kg
Prezzi: 11500 (M-10) e 21990 euro (A-300)
Sito del produttore: www.pliniusaudio.com

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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